Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto
I rincari sull'energia stanno mettendo ulteriore pressione ai produttori zootecnici, settore che da anni permane in una crisi iniziata con i maggiori costi di produzione dovuti all'introduzione delle quote latte.
I maggiori costi di produzione, già non sostenibili per molte realtà agricole prima della crisi energetica attuale, porteranno infatti a dei rincari del latte prodotto nelle stalle italiane e conseguentemente sia ai prodotti finiti locali, sia al prezzo del latte da conferire alle grandi aziende di trasformazione che ormai dominano il mercato della trasformazione su scala globale, come la multinazionale francese Lactalis e l'italiana Granarolo.
Alla voce delle industrie che annunciano un prezzo di vendita del latte che rischia di raggiungere i due Euro al litro al consumatore, si aggiunge quella di Ercole Prandini, presidente della Coldiretti. Prandini torna così a richiedere accordi per permettere agli allevatori di non rimanere indefinitamente in passivo e di ricevere dalle industrie di trasformazione almeno l'ammontare del costo di produzione, in modo da salvaguardare i lavoratori a monte della filiera nel lungo periodo, filiera che impiega oltre 200 mila persone, così come l'esperienza e gli stessi animali. Necessità, questa, particolarmente sentita dagli allevamenti non intensivi (estensivi) o semi-intensivi, più rispettosi della libertà e del benessere degli animali ma dai costi operativi maggiori. Lo stesso aggravio di costi riguarda anche gli allevamenti che hanno ottenuto la certificazione biologica.
Alcune zone hanno stanziato fondi per calmierare le grandi perdite del settore, ad esempio la Regione Sicilia ha stanziato 25 milioni per gli allevatori particolarmente colpiti dalla crisi.
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In sincerità non mi spiace se i prodotti dello sfruttamento animale costano di più. Allevatori in crisi? Imparate un altro mestiere, magari le vostre mogli manco hanno allattato per non "sciupare" il seno, e voi commercializzate qualcosa che in natura è destinato ai vitelli!
RispondiEliminaMi auguro presto, di trattare altri temi dedicati allo sfruttamento degli animali, in primis le condizioni che versano alcune stalle.
EliminaInfatti, la grande distribuzione non ha problemi ad aumentare, ma a pagare sono sempre i primi, questo vale anche per gli agricoltori, colpiti anche dagli eventi naturali.
RispondiEliminaContro i rincari bisognerebbe sempre risalire all'origine, invece che adattarsi e aumentare il prezzo ai danni del consumatore.
RispondiEliminaSoldi, soldi, soldi... Prima o poi il burattinaio si accorgerà che i soldi non si possono mangiare.
Indubbiamente.
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