martedì 24 novembre 2020

Polonia, continuano le manifestazioni contro la legge che limita il diritto all’aborto

02020 0691 Protest against abortion restriction in Kraków, October 2020


Articolo da East Journal

A una mese dalla decisione della Corte costituzionale, il governo polacco continua a ritardare la pubblicazione della controversa sentenza che vieterebbe quasi totalmente l’aborto. Il governo prende tempo, probabilmente in attesa di capire l’evoluzione delle proteste. “È in corso una discussione. Sarebbe meglio dedicare un po’ di tempo al dialogo e alla ricerca di una decisione, che è difficile e suscita forti emozioni”, ha detto qualche settimana fa Michał Dworczyk, capo dell’ufficio del primo ministro.

Le proteste e gli scontri

Nel frattempo, continuano le manifestazioni in tutta la Polonia, le più grandi dalla caduta del comunismo. Dopo due settimane abbastanza tranquille, mercoledì ci sono stati scontri e arresti nel centro di Varsavia. L’impressione è che la situazione sia cambiata radicalmente.

L’Ogólnopolski Strajk Kobiet (lo sciopero nazionale delle donne) aveva organizzato un manifestazione per bloccare il Sejm, la camera bassa della Polonia. L’imponente spiegamento di forze dell’ordine ha però impedito ogni tentativo di avvicinarsi alle sedi istituzionali. A quel punto, i dimostranti hanno raggiunto le vie del centro dove la polizia ha costantemente bloccato ogni strada ed eseguito i primi arresti. A farne le spese anche l’ormai celebre ‘nonna Kasia’ del collettivo Polskie Babcie (nonne polacche), già fermata in altre occasioni. Qualche centinaio di persone si è poi ritrovata sotto la sede della tv pubblica TVP per protestare contro quella che viene ritenuta la voce del governo.

Le forze dell’ordine hanno bloccato tutte le vie limitrofe e costretto i manifestanti a rimanere in piazza Powstańców Warszawy fino a tarda sera. Non sono mancati i momenti di paura quando una trentina di agenti sotto copertura del gruppo antiterrorismo “BOA”, scambiati per nazionalisti, hanno cercato di portare via alcuni giovani. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni e spray urticante, e il bilancio finale è di 20 arresti e un centinaio di persone multate per aver violato le norme anti-covid. “Avevamo a che fare con persone molto aggressive, la polizia ha dovuto usare la forza”, ha detto a TVN24 Sylwester Marczak, portavoce delle forze dell’ordine. “Queste manifestazioni sono illegali” e questa “non era pacifica”. Secondo il rapporto finale, i manifestanti avrebbero messo in pericolo l’integrità fisica degli agenti.

L’opposizione denuncia la violenza della polizia

I manifestanti hanno segnalato la mano pesante della polizia che, secondo loro, sarebbe stata troppo aggressiva e avrebbe avuto un atteggiamento provocatorio. Anche alcuni parlamentari dell’opposizione erano presenti e denunciano gli abusi delle forze di sicurezza. Magdalena Biejat (Lewica – Sinistra) è rimasta lievemente ferita dallo spray urticante, mentre un agente ha spezzato il tesserino della parlamentare Monika Wielichowska (Koalicja obywatelska – Coalizione civica) mentre questa cercava di identificarsi. “Ho avuto uno scontro con un poliziotto, mi ha detto che non gli importava della mia immunità” ha invece denunciato la deputata Barbara Nowacka (Ko). Secondo Mikołaj Małecki dell’Università Jagellonica di Cracovia, “quando un agente sotto copertura vuole intervenire, deve rivelare la sua identità in modo che possa agire secondo le sue competenze”.

Chiarimenti in merito alle azioni della polizia sono stati chiesti anche da Adam Bodnar, difensore civico e attivista per i diritti umani. “La mia preoccupazione riguarda l’uso di mezzi di coercizione diretta da parte di ufficiali non identificabili”, sostiene Bodnar.

Le rappresentanti dello Sciopero nazionale delle donne (Osk) descrivono quanto successo mercoledì come una serata in ‘stile bielorusso‘, per la violenza e le modalità d’azione: in molti video si vedono donne e giovani letteralmente trascinati via o presi a manganellate. Anche il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski, ha condannato il comportamento della polizia. Tra gli arrestati, c’è chi lamenta di essere stato rilasciato nel corso della notte, lontano da Varsavia. Un liceale ha ricevuto pressioni dalla polizia di Krapkowice per aver condiviso su Facebook l’evento delle proteste. Secondo fonti del quotidiano liberale Gazeta Wyborcza, una parte delle forze dell’ordine premerebbe per adottare un approccio più duro nei confronti delle manifestazioni.

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Articolo tratto interamente da East Journal

Photo credit Silar, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons


3 commenti:

  1. Il diritto alla vita del concepito e diritto alla salute della gestante. Questo è il nodo da sciogliere.

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    1. Non si può negare il diritto di scegliere.

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    2. Una legge non può impedire l'aborto. La donna va dalla mammane e quelle ricche da medici a pagamento.
      Il problema è che dietro l'aborto c'è sempre un motivo. Né lo Stato, né la famiglia riescono ad aiutare la donna incinta.

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