L'emergenza Covid ha messo chiaramente in luce l'evidente mancanza di personale sanitario in Italia. foto CUB 2019
“Eppure sul territorio italiano sono presenti 80 mila professionisti stranieri lavoratori e lavoratrici nel campo della sanità - denuncia Hazal KOYUNCUER, CUB Immigrazione - di cui 20 mila medici. Il 65% non ha la cittadinanza italiana. Parliamo di persone qualificate per operare nelle strutture sanitarie pubbliche ma di fatto discriminate perché originarie di altri paesi”.
Per continuare a lavorare moltissimi di questi professionisti si sono rivolti a ospedali o cliniche private che realizzano assunzioni a tempo determinato. “Ma sono soprattutto le strutture pubbliche ad aver bisogno di personale giovane e qualificato – sottolinea Hazal KOYUNCUER – dove il tutto è ostacolato dal riconoscimento della cittadinanza italiana”.
Nel 2013 la legge che impediva agli stranieri di essere assunti dallo Stato è stata abolita ma il requisito dell’italianità d’anagrafe è rimasto per i ruoli da dirigente, appunto come vengono considerati, i medici del settore pubblico. L'AMSI (Associazione Medici di origine straniera in Italia) propone già da tempo di dare la cittadinanza a chi supera il concorso per Medici del settore pubblico, per integrarsi dentro le strutture SSN”.
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Fonte: CUB - Confederazione Unitaria di Base
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Articolo tratto interamente da CUB - Confederazione Unitaria di Base
In un momento come questo, una notizia così è un altro schiaffo.
RispondiEliminaSenza dubbio.
EliminaIl paese delle contraddizioni... :(
RispondiEliminaMolte contraddizioni.
EliminaUna cosa vergognosa!
RispondiEliminaConcordo.
EliminaChe vergogna. 😒
RispondiElimina👍
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