mercoledì 4 marzo 2020

Crisi umanitaria al confine tra Grecia e Turchia


Articolo da Progetto Melting Pot Europa

La crisi umanitaria in Grecia, nelle isole hotspot del Mar Egeo e al confine con la Turchia sta drammaticamente peggiorando di ora e in ora, da quando lo scorso 27 febbraio il presidente turco Erdogan ha annunciato, dopo l’intensificarsi degli scontri in Siria, di inviare verso l’Europa “milioni di profughi” che risiedono in Turchia. In questo momento, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, oltre 13.000 rifugiati, si sono radunati lungo i 212 km del confine terrestre greco-turco che corre lungo il fiume Evros nella Grecia nord-orientale.

In risposta, il governo greco di destra guidato da Kyriakos Mītsotakīs ha dichiarato lo stato d’emergenza, disposto la chiusura delle frontiere dispiegando le forze armate, e sospeso il diritto di chiedere asilo politico per un mese.

A Kastanies, un piccolo villaggio greco al confine con la Turchia, si stanno ammassando in migliaia. Le persone che cercano di passare vengono fermate e rimandate indietro, la polizia greca fa anche uso di gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.

La chiusura dei confini greci e dei respingimenti avviene anche in mare. I video diffusi ieri mostrano una motovedetta della Guardia costiera greca mentre sperona e spara contro un gommone con a bordo decine di persone. Un altro barcone avvicinato dalla guardia costiera si è ribaltato e un bambino è morto annegato.

L’UE ha offerto ad Erdogan una formidabile arma di ricatto, assegnando alla Turchia il ruolo di "gendarme esterno" con l’accordo del 18 marzo 2016, che prevedeva un finanziamento di 3 miliardi di Euro, in seguito raddoppiati. La Turchia ha effettivamente svolto il lavoro sporco per conto dell’UE, fortificando con un barriera i suoi confini a sud ed est, consapevole che l’incapacità di gestire un afflusso di persone dentro i confini europei avrebbe prima o poi portato a situazioni devastanti.

Gli arrivi nelle isole del Mar Egeo non si sono mai del tutto arrestati e per effetto delle nuove politiche in materia di immigrazione varate del governo greco, questi luoghi sono diventati delle prigioni a cielo aperto. Più di 40.000 persone sono bloccate, alcune dal 2016, in condizioni disumane nei centri hotspot di Lesvos, Chios e Samos, strette tra le difficoltà materiali dell’assenza di servizi e un clima di ostilità e violenza della popolazione, che viene costantemente alimentato dalla presenza di gruppi di estrema destra. L’isola di Lesvos è sotto assedio.


Tutto il Paese ellenico e le sue isole sono diventate dal 2016 un laboratorio fallimentare delle politiche dell’Unione europea in tema di migrazioni e asilo. L’UE è perciò la prima responsabile di questo “esperimento” di contenimento e respingimento che raffigura il totale e sistematico naufragio dei diritti fondamentali. A farne le spese sono gli uomini, le donne e i bambini usati come arma di ricatto, bloccati dai lacrimogeni della polizia nella “terra di nessuno” o sui gommoni mentre cercano di non annegare, costretti a vivere privati di ogni cosa in mezzo al fango di Moria.

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Fonte: Progetto Melting Pot Europa 

Autore: 
Progetto Melting Pot Europa

Licenza: Creative Commons (non specificata la versione

Articolo tratto interamente da Progetto Melting Pot Europa



16 commenti:

  1. Caro Vincenzo, questa situazione a l'aria di un ricatto, sulla pelle dei poveri.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Ci sono campi profughi con condizioni disumane al punto che si parla anche di suicidi da parte di minori. Una realtà drammatica che evidenzia ancora l'incapacità delle organizzazioni internazionali come l'ONU.

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  3. Questo è proprio un momento critico . Non basta il virus ma anche questi fatti ai confini tra Grecia e Turchia e i Greci che sparano su questa povera gente !!! Sono cose che fanno davvero male. Saluti

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  4. Ciao, purtoppo a pagarne le spese sono quei poveri disgraiati.
    La sete di potere, e il vile denaro la fanno da padroni.
    Buona serata
    Rakel

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  5. Pensavo anch'io di pubblicare qualcosa al riguardo: l'Europa è fallita su quel confine. La Grecia non può far fronte da sola a tutto questo.

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  6. Che tragedia in tutti i sensi, non ci sono parole, persone in balia di tutto in particolare i bambini

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  7. L'Europa mostra sempre il suo lato peggiore, tanto che comincio a pensare non ne abbia uno migliore.

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  8. Problema drammatico a cui nessuno sembra voler dare soluzione e per cui nessuno sembra voler unire le forze in un'azione di cooperazione globale.

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