giovedì 12 marzo 2020

Le più gravi pandemie della storia


Articolo da OggiScienza

L’arrivo del Coronavirus ha sconvolto la vita di molte persone. In Italia sono stati chiusi asili, scuole e università, alcune città sono state messe in quarantena e il numero dei contagiati continua a salire. Sebbene il 4 marzo Jens Spahn, il Ministro della Salute tedesco abbia affermato che siamo di fronte a una “pandemia globale”, l’OMS non ha ancora iniziato a utilizzare questo termine per descrivere l’emergenza, utilizzando ancora quello di epidemia.

Mentre l’epidemia ha luogo quando una malattia si diffonde rapidamente in un territorio più o meno vasto, la pandemia è un’epidemia con la tendenza a diffondersi ovunque nel mondo, e ha luogo in presenza di tre condizioni: un organismo altamente virulento, mancanza di immunizzazione specifica nell’uomo e possibilità di trasmissione da uomo a uomo. Nella storia dell’umanità è successo spesso che una pandemia mettesse quasi l’intera popolazione in ginocchio. Ma quali sono state le pandemie più gravi della storia? E quanti morti hanno fatto? Vediamone nel dettaglio i numeri, dalla peste alla spagnola fino alle più recenti AIDS e Influenza Suina. Quali sono stati i paesi colpiti e quante persone sono state contagiate, sono guarite o sono morte?

La peste (1346-53)


La peste è una malattia infettiva causata dal batterio Yersinia pestis, solitamente ospite delle pulci dei roditori. È comune nella storia dell’umanità nelle zone scarsamente pulite, dove ratti e pulci sono molto diffusi. Ci sono tre differenti tipi di peste: la peste bubbonica, la peste polmonare e la peste setticemica. La prima è la più comune e si trasmette proprio attraverso le pulci infette. Si chiama bubbonica per via dell’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, che si manifesta quando l’infezione è in atto. Quella polmonare viene trasmessa per via aerea, mentre quella setticemica è una complicazione delle due precedenti. La pandemia di peste sicuramente più famosa è quella del 1348, quando contagiò letteralmente tutti i paesi Europei causando la morte di quasi un terzo della popolazione del vecchio continente nel giro di cinque anni e rimanendo nell’immaginario di tutti fino ai giorni nostri come “La morte nera”.

Come possiamo vedere la peste è presente ancora oggi. Dal 2010 al 2015 sono stati registrati nel mondo 3248 casi, di cui 584 decessi. Al momento i paesi più colpiti sono la Repubblica Democratica del Congo, il Madagascar e il Peru.

Il colera (XIX sec.)


Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. Si trasmette per via oro-fecale e porta a gravi fenomeni di disidratazione. Il colera, originariamente partito dal delta del fiume Gange, in India, ha avuto il suo culmine nel XIX secolo, quando si sono verificate ben sei pandemie nel mondo. Al momento la malattia è endemica in molto paesi e quindi non è stata sconfitta, nonostante esista un vaccino. La diffusione della malattia dipende dall’uomo (non da animali come nel caso precedente) e dall’utilizzo di acqua contaminata, scarsa igiene e consumo di cibi infetti. La prima pandemia iniziò nel 1817 in India, a seguito della conquista del territorio da parte degli inglesi, per poi spostarsi verso Cina, Malesia e Giappone, continuando anche a diffondersi verso i paesi arabi e arrestandosi ai confini dell’Impero Russo. La seconda pandemia iniziò nel 1926 e nel 1930 era già in Russia, per poi arrivare ai paesi europei. La terza pandemia si diffuse nelle stesse zone ma arrivò fino in Sudamerica (1841), la quarta arrivò fino in Africa e la quinta e la sesta furono minori in quanto nel frattempo Koch era riuscito a isolare l’agente patogeno nel 1884 e furono prese adeguate misure sanitarie.

Il colera esiste ancora oggi, soprattutto in Asia, Europa, Africa, Americhe dove si registrano tra 1,3 e 4 milioni di casi ogni anno di cui muoiono tra le 21mila e le 143mila persone. In alcuni paesi la malattia è diventata endemica.

L’influenza spagnola (1918-20)


La Spagnola fu la peggiore pandemia della storia dell’umanità per numero di contagiati e di morti. È un tipo di influenza A, l’unico che causa pandemie. Il responsabile è il virus A/H1N1, che tra il 1918 e il 1920 contagiò circa un terzo della popolazione mondiale, mietendo tra i 50 e i 100 milioni di morti, dal momento che aveva una letalità superiore al 2,5%. Mentre normalmente i tipi nuovi di virus attaccano soprattutto anziani e persone debilitate, questo particolare virus fu particolarmente letale nei soggetti tra i 15 e i 44 anni. Circa la metà dei decessi si verificò infatti tra giovani adulti di età compresa tra i 20 e i 40 anni, fenomeno unico nella storia. Si trattava di un virus nuovo e quindi sconosciuto a tutti i sistemi immunitari. I sintomi erano febbre superiore ai 38°, tosse, mal di gola e raffreddore e altre manifestazioni come dolori alle articolazioni, letargia e mancanza di appetito. Venne chiamata “Spagnola” perché la sua esistenza fu comunicata per la prima volta dai giornali spagnoli.

L’influenza asiatica (1957)

L’influenza asiatica, provocata dal virus A/H2N2, fu chiamata così perché rilevata per la prima volta in Cina. Di origine aviaria, fece almeno 1 milione di morti, ma è stimato che può averne provocati fino a 4. Il virus colpì soprattutto le persone affette da malattie croniche e meno le persone sane. Dopo 11 anni dalla pandemia il virus scomparve, venendo soppiantato da una mutazione, il virus A/H3N2.

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Fonte: OggiScienza


Autore: 
Francesca Zanni

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da
 OggiScienza  



17 commenti:

  1. L'articolo è del 6 marzo, da ieri anche il coronavirus diventa una pandemia.

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  2. La peggiore in assoluto è stata la spagnola: ha portato via tantissime persone e per lo più giovani. Che dire? Speriamo di cavarcela meglio stavolta!

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  3. Caro Vincenzo, io spero solo che non continui ha stressare tutti!!!
    Ciao e buona  serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  4. Questa pandemia è dunque destinata a fare storia.
    I nostri nipoti la studieranno a scuola? Chissà.

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  5. Grazie per le puntuali informazioni.

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  6. Impressionante come i sintomi siano stati spesso quelli di quello che chiamiamo "banale influenza", cioè febbre, tosse, mal di gola, che ci fa giusto ridere. Mentre ora, per niente. Incrociamo le dita.

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  7. Eh si il coronavirus è una pandemia, ma vista l'alta velocità e capacità di contagio era quasi inevitabile.
    Bisogna far notare, che nonostante questo nuovo virus possa essere mortale in alcuni casi, per la maggioranza dei pazienti non si arriva ad essere ricoverati od alla terapia intensiva per permettere la respirazione. Diciamo che rispetto alle pandemie passate della storia forse è un pò meno tremenda . . . Un saluto Vincenzo e che il lupo possa camminarti al fianco in questo triste periodo

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  8. Informazioni interessante! Grazie e Ciao Marco

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