lunedì 20 gennaio 2020

Amarcord: recensione del film



Amarcord è un film del 1973 diretto da Federico Fellini.

Trama 

La vicenda, ambientata all'inizio della primavera del 1932 (riferimento certo visto la corsa della VII edizione della Mille Miglia), a Rimini onirica ricostruita a Cinecittà, come la ricordava Fellini in sogno, narra la vita nell'antico borgo (o e' borg, come a Rimini conoscono il quartiere di San Giuliano) e dei suoi più o meno particolari abitanti: le feste paesane, le adunate del "sabato fascista", la scuola, i signori di città, i negozianti, il suonatore cieco, la donna procace ma un po' attempata alla ricerca di un marito, il venditore ambulante, il matto, l'avvocato, quella che va con tutti, la tabaccaia dalle forme giunoniche, i professori di liceo, i fascisti, gli antifascisti e il magico conte di Lovignano, ma soprattutto i giovani del paese, adolescenti presi da una prepotente "esplosione sessuale".

Tra questi è messo in particolare risalto il personaggio di Titta Biondi (pseudonimo per Luigi "Titta" Benzi, amico d'infanzia di Fellini) e tutta la sua famiglia: il padre, la madre, il nonno, il fratello e gli zii, di cui uno matto, chiuso in un manicomio. Attraverso le vicende della sua adolescenza, il giovane Titta inizierà un percorso che lo porterà, piano piano, alla maturità.

Curiosità sul film

Nel film recita in un breve cameo, anche il cantante del gruppo Banco del Mutuo Soccorso, Francesco Di Giacomo. Il Principe Umberto fu interpretato dal caratterista Marcello Di Falco divenuto poi Marcella Di Folco, nota più tardi come politica e leader del Movimento Italiano Transessuali.

La notorietà di questo film è tale che lo stesso titolo Amarcord, univerbazione della frase romagnola "a m'arcord" ("io mi ricordo") è diventato un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica.

La mia opinione

In questo film, il regista ricorda gli anni della sua infanzia e tanti momenti storici. Capolavoro assoluto!

Voto: 8

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