mercoledì 29 gennaio 2020

Cresce l’allerta per il coronavirus


Articolo da OggiScienza

L’allarme per l’epidemia scatenata dal coronavirus di Wuhan non si placa e il numero dei contagi deve essere aggiornato di continuo: in Cina il bilancio è di oltre 4.500 casi confermati e 106 decessi. Fuori dal Paese si contano una cinquantina di casi, in gran parte persone che hanno contratto il virus durante un soggiorno in Cina. Dove purtroppo il numero delle vittime è destinato a salire perché le autorità sanitarie riferiscono di centinaia di persone ricoverate in condizioni critiche. Per fronteggiare l’emergenza, a Wuhan sono in costruzione due nuovi ospedali da ultimare in tempi record per offrire altri 2.600 posti letto.

Nonostante una decina di città della provincia di Hubei siano state praticamente isolate, il contagio non sembra rallentare. Basta dare uno sguardo alla mappa realizzata dai ricercatori della Johns Hopkins University (Stati Uniti) per farsi un’idea della rapidità con cui si diffonde l’epidemia. Fare previsioni su quel che accadrà è però ancora un azzardo perché, a due mesi dai primi casi di infezione, restano molte incertezze su origini, contagiosità, letalità e modalità di trasmissione del coronavirus. Gli scienziati che studiano l’epidemia e le autorità sanitarie chiamate a gestire il rischio sono di fronte a un vero rompicapo.

Un rebus a RNA


Per le autorità cinesi l’epidemia sarebbe partita dal mercato del pesce di Wuhan, dove si vendono anche animali selvatici vivi. L’ipotesi più accreditata è che il virus sia di origine animale, ma non è chiaro quale specie lo abbia trasmesso agli esseri umani. Nei giorni scorsi uno studio pubblicato sul Journal of Medical Virology aveva puntato il dito sui serpenti: dopo aver comparato l’RNA del virus 2019-nCoV con quella di altri 276 coronavirus identificati in diverse specie animali, i ricercatori hanno concluso che il nuovo agente patogeno, molto affine a quello che provoca la SARS, sia passato dai pipistrelli ai serpenti e dai serpenti all’uomo. Altri esperti, tuttavia, non sono affatto convinti di questa spiegazione, che al momento resta solo un’ipotesi. È più probabile che il passaggio all’uomo sia avvenuto da un mammifero come il pipistrello, ma a conti fatti l’origine della malattia è ancora misteriosa.

Tanto più che secondo una ricostruzione della rivista medica The Lancet la prima persona in cui è stato riscontrato il nuovo coronavirus non avrebbe mai messo piede al mercato di Wuhan. Molti esperti restano però convinti che l’origine del primo focolaio vada cercata tra quelle bancarelle affollate dove, prima che il mercato fosse chiuso, si vendevano anche animali selvatici in grado di agire da bacino per il coronavirus, compresi pipistrelli e serpenti. Circa due terzi dei primi contagi, del resto, hanno coinvolto persone che avevano frequentato il mercato di Wuhan poco prima di ammalarsi. Difficile però stabilire se il contagio sia partito da un animale infetto o se sia stato diffuso tra gli avventori del mercato da una persona che si è infettata altrove.

Un secondo elemento di incertezza riguarda la contagiosità del virus. Sappiamo che può trasmettersi per via aerea da persona a persona, ma non è chiaro con quanta facilità avvenga il contagio. Un agente patogeno si diffonde velocemente se, in media, ogni individuo infettato contagia più di un’altra persona. Secondo una stima dell’Imperial College di Londra, le persone infettate dal nuovo coronavirus hanno contagiato in media altre 2,6 persone. Se così fosse, saremmo in presenza di un agente infettivo capace di trasmettersi piuttosto velocemente: più o meno come la comune influenza stagionale, ma meno di patogeni molto contagiosi come il morbillo.


Infine, è ancora troppo presto per dire quanto sia pericoloso il nuovo virus: gran parte delle persone infettate guarisce e la letalità sembra inferiore a quella davvero temibile della SARS, capace di uccidere una persona contagiata su dieci. Il bilancio si potrà fare soltanto al termine dell’epidemia, e come andrà a finire dipenderà anche dalle mutazioni che il virus potrebbe subire nel tentativo di adattarsi all’organismo umano, aggiungendo incertezza all’incertezza.

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Fonte: OggiScienza


Autore: 
Giancarlo Sturloni

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da
 OggiScienza  



10 commenti:

  1. Diciamo che si brancola nel buio e che mi insospettisce il fatto che queste epidemie partano sempre dalla Cina.

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  2. Caro Vincenzo, questa storia è molto ma molto seria!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Un pò preoccupata per il diffondersi di questo virus lo sono anch'io , la Cina è lontana ma non si sa mai. Saluti.

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    1. Oggi è più facile che si diffonde un virus, rispetto al passato.

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  4. È davvero triste parlare di epidemia nel 2020.
    Non possiamo proprio abbassare la guardia.

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  5. Grazie per questo articolo molto interessante. Leggendolo ho pensato che la mia scelta vegetariana sia molto salutare. Eliminiamo mercati con animali vivi, lasicamoli liberi, e saremo anche noi più liberi e sani.

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