Italia tra i Paesi più colpiti al mondo dagli eventi estremi, ma rimane
ancora senza un Piano di adattamento al cambiamento climatico. Roma,
Milano e Napoli tra le città più colpite negli ultimi 10 anni. 8/1/20
Secondo il Global climate risk index
di Germanwatch, studio pubblicato nel corso dell’ultima Conferenza sul
clima di Madrid, l’Italia è tra i Paesi più colpiti al mondo dagli
eventi estremi, che crescono di intensità man mano che la temperatura
media terrestre aumenta. Dal 1999 al 2018 il nostro Paese ha registrato
quasi 20mila morti riconducibili al clima impazzito (al sesto poto su
scala globale di questa triste classifica), per un danno economico
quantificabile in circa 33 miliardi di euro (18esima nazione per danno
procapite).
Per comprendere meglio le criticità che sta attraversando il Belpaese,
l’associazione ambientalista Legambiente, in collaborazione con il
Gruppo Unipol, a fine novembre ha reso noto il rapporto 2019
dell’Osservatorio CittàClima sull’impatto dei mutamenti climatici in
Italia dal titolo “Il clima è già cambiato”, diffondendo la mappa del rischio climatico nelle città italiane.
Le città sono infatti l’area più a rischio per le conseguenze legate
agli eventi estremi: ci vive un numero maggiore (e crescente) di persone
sempre più esposte all’intensificarsi di piogge, trombe d’aria e ondate
di calore.
Dal 2010 a novembre 2019 sono stati 563 gli eventi registrati sulla
mappa del rischio climatico, con 350 Comuni che hanno segnalato danni
rilevanti comportando 73 giorni di stop a metro e treni e 72 giorni di
blackout elettrico. Soltanto nel corso del 2018, l’Italia è stata
colpita da 148 eventi estremi che hanno falcidiato 32 vite e obbligato
migliaia di persone a lasciare la propria abitazione (circa 4.500 gli
sfollati).
“Di fronte a processi di questa dimensione in Italia e nel mondo
abbiamo bisogno di un salto di scala nell’analisi e nelle politiche; di
sicuro è necessaria una forte accelerazione delle politiche di
mitigazione del clima, per invertire la curva delle emissioni di gas
serra come previsto dall’Accordo di Parigi”, ha dichiarato il vice
presidente di Legambiente Edoardo Zanchini, “ma in parallelo dobbiamo
preparare i territori, le aree agricole e in particolare le città a
impatti senza precedenti. Il problema è che il nostro Paese non è pronto
e non ha ancora deciso di rendere questi interventi prioritari,
fornendo strumenti e risorse alle città italiane”.
Tra gli strumenti, manca soprattutto un piano di adattamento al
cambiamento climatico atteso ormai da cinque anni: nel 2014 fu approvata
la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che,
però, per avere attuazione, ha bisogno dell’approvazione del Piano
nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Di questo
Piano è stata approvata una bozza aperta
a consultazione pubblica nel 2017, ma la sua approvazione non è mai
stata formalizzata. Per questo motivo “Legambiente chiede al governo di
farlo quanto prima mettendo le città al centro delle priorità di
intervento. L’Italia è l’unico grande Paese senza un piano di
adattamento al clima; dobbiamo invertire il rapporto di spesa tra la
riparazione dei danni e la prevenzione, oggi di quattro a uno”.
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Fonte: Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Autore: Ivan Manzo
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Articolo tratto interamente da Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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Caro Vincenzo, è triste sentire tutto questo, forse perché geograficamente,
RispondiEliminalei si trova in un posto molto vulnerabile.
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
L'incuria fa il resto.
EliminaCambiamento climatico ed edificazione selvaggia sono le cause principali di questa ragione, ma ancora ci si ostina a non fare nulla o quasi.
RispondiEliminaSi fa troppo poco.
Eliminaal di là dei problemi mondiali, noi trascuriamo troppo il nostro territorio
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero.
EliminaE' un fatto preoccupante, forse si dovrebbe fare di più per mettere in sicurezza le zone maggiormente a rischio , bisogna prevenire questi fenomeni e studiare le modalità per attenuarne i danni. Basta pensare a Venezia... Saluti cari.
RispondiEliminaHai ragione, prevenire aiuta ad evitare disastri.
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