lunedì 14 novembre 2022

Perché dobbiamo boicottare i Mondiali in Qatar

Boycott Qatar 2022 sticker


Articolo da Catalunya Plural

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Catalunya Plural

«Il Qatar, come molti altri paesi del Medio Oriente, è governato da una petromonarchia assoluta che si distingue per fanatismo religioso, intolleranza verso le minoranze, omofobia, patriarcato maschilista, xenofobia e sfruttamento sfrenato dei lavoratori immigrati»

Dodici anni fa, il comitato esecutivo della FIFA stava per concordare che la Russia avrebbe organizzato i Mondiali del 2018 e che gli Stati Uniti avrebbero ospitato i Mondiali del 2022. Doveva significare un nuovo gesto di pace tra i due grandi rivali geostrategici attraverso il cosiddetto sport del re. Ma una settimana prima del congresso della federazione internazionale del 2010, Michel Platini convinse i manager del calcio planetario che la rosa del 2022 sarebbe andata in Qatar. Platini ha sostenuto che il presidente Nicolas Sarkozy aveva parlato con il principe ereditario di quell'emirato arabo e che tutto era legato e ben legato. Questa storia è stata rivelata questa settimana dall'allora presidente della FIFA, Sepp Blatter, su un quotidiano svizzero. Blatter ha aggiunto che sei mesi dopo la vittoria del Qatar ai Mondiali che si giocheranno tra pochi giorni, l'emirato ha acquistato aerei da combattimento nella Francia di Sarkozy per un valore di 14,6 miliardi di dollari. Blatter, rimosso dall'incarico alla guida della Fifa per corruzione nel 2015, è stato sostituito dall'abile intermediario Michel Platini.

Lo stesso giorno in cui sono state rese note queste confessioni di Blatter, tese soprattutto a infangare il suo successore oltre che a prendere le distanze dall'"errore" di scegliere un "paese troppo piccolo" come il Qatar, un ambasciatore di questo paese, Khalid Salman, descritto l'omosessualità come "danno mentale" e "un peccato".

Il Qatar, come molti altri paesi del Medio Oriente, è governato da una petromonarchia assoluta che si distingue per il fanatismo religioso, l'intolleranza verso le minoranze, l'omofobia, il patriarcato maschilista, la xenofobia e lo sfruttamento sfrenato dei lavoratori immigrati, la maggior parte dei quali, paradossalmente, sono musulmani e professano la stessa religione di chi li sfrutta come fossero quasi schiavi.

In Germania i tifosi di Bayern Monaco, Borussia Dortmund ed Hertha Berlino hanno chiesto di boicottare il campionato. "15.000 morti per 5.760 minuti di calcio", recitava uno striscione a Monaco, alludendo ai lavoratori migranti uccisi durante gli stadi costruiti frettolosamente nel deserto. Il leggendario ex giocatore Eric Cantona ha espresso pubblicamente il suo rifiuto di organizzare questo grande evento sportivo e si attende il sostegno di altri atleti consapevoli della lotta per i diritti umani.

Sempre in segno di protesta, diversi consigli di grandi città francesi, tra cui Parigi, e il governo municipale di Barcellona hanno deciso di non ripetere quanto fatto in precedenti occasioni e questa volta non installeranno schermi giganti nei centri urbani in modo che i fan possono godersi collettivamente le partite delle rispettive squadre nazionali.

Il minimo che si possa fare per protestare e respingere l'organizzazione di questo campionato in cui molte centinaia di milioni di euro finiranno nelle mani dei soliti - e in questo caso, anche grazie a qualche famiglia di satrapi del Qatar - è non vedendo nessuna delle feste che trasmetteranno instancabilmente in televisione da questo luogo dal 20 novembre al 18 dicembre. Può essere un atto di testimonial, scioccante, ridicolo se vogliamo, rispetto all'enorme pubblico che l'evento registrerà in tutto il mondo. Ma è un modo pacifico – e niente di rischioso o faticoso – per opporsi e ripudiare i Mondiali in Qatar. Mi dispiace Messi, Roja, Canarinha e compagnia. Questa volta non vedrò la tua bravura prenatalizia. Non contare su di me. Prendiamo com'è guardare le partite, e le loro costose pubblicità, in TV, sotto l'alibi del ballo, collaborare all'oblio e al perdono delle atrocità che le teocrazie dispotiche del Golfo Persico stanno perpetrando ogni giorno tra i suoi abitanti e alcuni suoi vicini, come gli yemeniti. E meritano la nostra solidarietà.

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Fonte: Catalunya Plural

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Articolo tratto interamente da Catalunya Plural

Photo credit duncan cumming caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons


4 commenti:

  1. Nonostante tutte le più valide ragioni del mondo, guarderò i Mondiali. Forse ancora una delle poche occasioni di incontro e pace tra i popoli, oltre le Olimpiadi.

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    1. Il calcio è nato come sport popolare, adesso si ragiona troppo con i profitti.

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  2. Ho visto Report ieri sera ed ho ben chiari i motivi per cui è giusto e doveroso boicottare i mondiali di calcio in Qatar. Penso peraltro che per gli Italiani sarà più facile boicottarlo perchè mancando gli azzurri non qualificatisi, in Italia ci sarà meno interesse. A proposito del Qatar, ricordiamoci anche, come sottolinea l'articolo, che per la legge di quella nazione, essere omosessuali o trans è reato. Sarà complicato per tutte le coppie gay e per i soggetti legati al mondo trans che andranno in Qatar per seguire una o più gare della loro nazionale e dovranno stare molto attenti. I primi rischiano alla prima semplice carezza in pubblico l'arresto i secondi non potranno esprimere anche solo nel vestirsi, la loro più profonda personalità per la stessa ragione. Tutti loro rischiano l'arresto e... fosse solo l'arresto il problema! Il Qatar è piuttosto noto per considerare i diritti umani come un concetto superfluo di cui si può fare a meno soprattutto per chi non è un qatariota o è gay ecc....È pertanto presumibile pensare che il rischio di torture sia alto. Quindi, decisamente sì, va boicottato, messo sotto la lente d'ingrandimento, bisogna poi essere a conoscenza di ogni fatto strano che dovesse succedere. per capire se accadranno situazioni liberticide ed essere pronti a parlarne subito per stigmatizzare l'accaduto.

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    1. Anche il calcio dovrebbe fare la propria parte sui diritti umani, ma spesso il Dio denaro fa dimenticare tutto.

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