giovedì 17 novembre 2022

17 novembre 1973 – Insurrezione degli studenti del Politecnico di Atene contro il regime militare in Grecia



Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

La rivolta del Politecnico di Atene avvenne nel novembre 1973 nell'ambito di una massiccia manifestazione studentesca sul rifiuto popolare della giunta militare greca del 1967-1974. La rivolta iniziò il 14 novembre 1973, degenerò in un'aperta rivolta anti-giunta e terminò in uno spargimento di sangue al mattino del 17 novembre dopo una serie di eventi iniziati con un carro armato che si schiantò contro i cancelli del Politecnico.

Dal 21 aprile 1967, la Grecia era sotto il dominio dittatoriale dei militari, un regime che aveva abolito i diritti civili, sciolto i partiti politici ed esiliato, imprigionato e torturato politici e cittadini in base alle loro convinzioni politiche. Nel 1973 il leader della giunta militare Georgios Papadopoulos aveva intrapreso un processo di "liberalizzazione" del regime, che includeva il rilascio dei prigionieri politici e l'abolizione parziale della censura, nonché le promesse di una nuova costituzione e di nuove elezioni per il ritorno al governo civile. Gli elementi dell'opposizione, compresi i socialisti, ebbero così l'opportunità di intraprendere un'azione politica contro la giunta.

Gli Stati Uniti avevano un interesse clandestino nella soppressione dei socialisti e avevano un agente della CIA chiamato John Maury che era in consultazione a sostegno dei capi della giunta. Il vicepresidente americano Spiro Agnew elogiò la giunta come l'incarnazione del governo di Pericle dell'antica Atene".[1]

La giunta, cercando di controllare ogni aspetto della politica, interferiva con il sindacalismo studentesco dal 1967, vietando le elezioni studentesche nelle università, forzando la coscrizione degli studenti e imponendo capi non eletti nelle associazioni studentesche. Queste azioni, alla fine, crearono sentimenti anti-giunta tra gli studenti, come l'esempio dello studente di geologia Kostas Georgakis che si suicidò nel 1970 a Genova come atto di protesta contro la giunta.

La prima massiccia azione pubblica contro la giunta arrivò dagli studenti il 21 febbraio 1973, quando gli studenti di giurisprudenza scioperarono e si barricarono all'interno degli edifici della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Atene nel centro di Atene, chiedendo l'abrogazione della legge che imponeva la coscrizione forzata[2] dei "giovani sovversivi", poiché 88 dei loro coetanei erano stati forzatamente arruolati per l'esercito. Alla polizia fu ordinato di intervenire e, secondo quanto riferito, molti studenti furono sottoposti alla brutalità della polizia. Gli eventi alla Facoltà di Giurisprudenza sono spesso citati come il preludio alla rivolta del Politecnico.[senza fonte]

La rivolta studentesca fu anche fortemente influenzata dai movimenti giovanili degli anni '60, in particolare dagli eventi del maggio 1968 in Francia.[senza fonte]

Un movimento studentesco anti-dittatoriale stava così crescendo tra i giovani, e la polizia, utilizzava metodi brutali e torture nei loro confronti per affrontare la minaccia.[3]

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