martedì 1 novembre 2022

La nuova norma anti-rave va a punire il dissenso e la libertà di manifestare



Articolo da DinamoPress

Decreto Piantedosi , l’accanimento del governo verso i rave party. Partecipando a raduni di più di 50 persone si è a rischio carcere, “reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000” 

Il governo Meloni ha chiarito fin da subito gli obiettivi politici e simbolici su cui costruire la narrazione dei “primi cento giorni”. Tra i target immediati: l’attacco al reddito di cittadinanza, la chiusura dei porti, l’eterna promessa di legge e ordine per studenti, giovani e “controculture”.

Il free party di Modena, iniziato sabato sera e concluso senza incidenti ieri mattina, è stata la polpetta avvelenata gettata in pasto a media e politici di maggioranza alla ricerca di medagliette della prima ora.

La scena è la stessa degli ultimi anni, la stessa del caso Valentano, agosto 2021 – il rave salito alle cronache per l’allarme mediatico e smentito  sul campo dall’accorta gestione di organizzatori, operatori, enti locali e, addirittura, forze dell’ordine –: una gigantesca struttura abbandonata vicino Modena, migliaia di giovani che la occupano per una festa tekno, i Salvini e i Rampelli che accendono la miccia.

Tra una «la pacchia è finita» e «la musica è cambiata», chiedono a gran voce l’intervento della Nato e dei gruppi speciali per sgomberare, arrestare, annientare l’anomalia di una festa di Halloween senza permesso, senza Siae, senza profitti per i soliti noti. La gran parte dei media rilancia le sempre verdi storie di illegalità e di droga, il ministro dell’interno ordina lo sgombero, l’opposizione è ancora alla ricerca degli occhi di tigre.

Ma come si fa a sgomberare manu militari un luogo occupato con circa 4mila persone che ballano? Semplice, non si può. E così si apre una trattativa vera, alla faccia delle sparate di Piantedosi e soci; si arriva a una mediazione: la polizia rinuncia all’intervento violento, gli organizzatori anticipano l’uscita di 24 ore. 

Ma la novità, questa volta, rispetto allo scorso anno, è la presa di parola di semplici avventori come degli organizzatori, che ricostruiscono per filo e per segno la genesi, gli obiettivi, la gestione e il contesto della festa. «Il vero scandalo è uno spazio abbandonato, la droga circola qui come da tutte le parti, l’idea della festa collettiva contro i circuiti privati e i profitti privati, il diritto a spazi fuori dal controllo dello stato e della repressione…”, e così via, senza timori di telecamere e taccuini.Nonostante tutto, il ministro degli interni rivendica lo scalpo di centinaia di identificazioni e multe come rappresaglia da spendere sui social e come deterrente per il futuro.

Poi nel pomeriggio presenta in Consiglio dei ministri un nuovo reato ad hoc che punisce con pene tra 3 e 6 anni chi «organizza o partecipa a invasioni di terreni ed edifici finalizzate a raduni di oltre 50 persone da cui possono derivare pericoli per incolumità, ordine o sanità pubbliche».

Piantedosi, seduto accanto a Giorgia Meloni che sui teknival spara cliché e falsità a raffica, sostiene che questa formulazione «fotografa soprattutto i rave». Excusatio non petita, accusatio manifesta verrebbe da dire, perché al contrario di quello che dice il ministro leggendo l’articolo 5 del decreto «Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali» è chiaro sin dal titolo che i raver, folks devil numero uno da utilizzare quando serve, sono stati solo la scusa per una generale restrizione liberticida.


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Fonte: DinamoPress



Articolo tratto interamente da DinamoPress 


13 commenti:

  1. Visto per quale motivo è stata scritta, difficilmente potrà essere utilizzata per altre ipotesi perchè siccome tutti noi, giudici compresi, sappiamo di quali tipologie di invasioni si sta parlando, non credo che di fronte ad una manifestazione come quella recente dei lavoratori dell'Ansaldo, potrebbe applicarsi questo articolo.È vero che è scritta male ma per un'occupazione di suolo pubblico per proteste, volendo esistono già norme per agire e poi non si fa mai. E poi si parla di "raduni" e le manifestazioni dei lavoratori non sono mai raduni ma scioperi e proteste magari non autorizzati ma non sono tecnicamente raduni. Per i rave invece mancava una norma chiara e specifica.

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    1. La norma non è specifica, secondo giuristi e avvocati rientra un po' tutto.

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    2. Lo è nella relazione tecnica con cui si spiega detta norma. Poi nessun giudice applicherebbe estensivamente tale norma.

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    3. Siamo sicuri che nessuno applicherebbe tale norma?

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    4. Penso di sì perchè sarebbe una forzatura interpretativa e non ammissibile. Tutte le norme o quasi, peraltro, possono essere forzate ad una interpretazione nefasta quello che conta è che l'uomo sappia impedirlo. In questo caso i giudici al primo comportamento del genere smantellerebbero con le loro sentenze qualunque tentativo in tale direzione e poi aggiungo se si provasse ad insistere alcuni giudici ordinari (ne basterebbe uno soltanto) adirebbero la corte costituzionale per valutarne la legittimità costituzionale e la Corte potrebbe decidere che essa è illegittima nella parte in cui la si estende a tutto quello che non è un rave in senso specifico.

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  2. Non è una legge da Paese democratico, ma puzza di dittatura.
    Vedrai che l'Unione Europea sarà dura con la Meloni.

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  3. Speriamo in cambiamenti positivi per un vivere migliore per tutti

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  4. I rave party hanno dimostrato di essere frequente teatro di "incidenti" anche mortali, come lo sono stati anche gli spalti degli stadi di calcio, le discoteche...
    Un Governo civicamente impegnato dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini aumentando i controlli di tali eventi (ammesso che i rave ne abbiano mai avuti, data la loro organizzazione alquanto "clandestina"), non proibire.
    Oppure proibire anche partite di calcio e discoteche.
    Così no, così è abuso di potere per manifestare una ideologia fascista spacciata da perbenismo.

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  5. Mah, con tutti i problemi che ci sono... non mi convince proprio per niente questo intervento.

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    1. L'Italia è piena di problemi, ma si limita ancora una volta la libertà.

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