Articolo da Égalité Onlus
La crisi umanitaria in Yemen sta raggiungendo il culmine, con 26,5 milioni di persone costrette alla fame.
La tregua militare concordata ad aprile 2022 – di cui si attende il rinnovo, il 2 agosto, dopo 7 anni di conflitto (1) – non basta a mitigare la crisi.
Il Paese dipende per il 90% dalle importazioni e l’80% della popolazione dagli aiuti, ma i prezzi alimentari sono volati alle stelle (+48% in 6 mesi) e la comunità internazionale offre solo il 27% di quanto richiesto dalle Nazioni Unite. (2)
2 milioni di donne e bambini
Il 56% dei 4,3 milioni di sfollati – tra cui 2 milioni di donne e bambini – non ha alcuna fonte di reddito ed è esposto al rischio di malnutrizione estrema. 19 milioni di persone sono già alla fame e altri 7,5 milioni potrebbero ritrovarsi senza cibo nei prossimi mesi.
Alla siccità estrema si aggiungono la svalutazione del rial (+28% da gennaio 2022) e speculazioni internazionali sulle commodities alimentari. (3) Tra marzo e giugno 2022 il prezzo degli alimenti di base ha superato ogni limite: olio +45%, farina e fagioli in scatola +38%, latte in polvere e zucchero +36%, uova +35%, riso +30%.
Yemen, crisi alimentare senza precedenti
‘Non si erano mai raggiunti questi aumenti. Forse solo durante l’embargo imposto al Paese dalla coalizione saudita, ma mai per un periodo così prolungato‘, spiega Francesco Petrelli, policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia.
‘Mentre silos e magazzini sono ormai quasi vuoti, le aziende importatrici non sono in grado di garantire l’acquisto dei beni alimentari di base da cui dipende la sopravvivenza di 30 milioni di yemeniti‘.
Agricoltura e allevamento fermi
‘Anche i prezzi della benzina e del diesel sono aumentati del 43% nel primo trimestre dell’anno. Elemento che sommato alla siccità fuori stagione, causata dall’aumento delle temperature globali, ha messo in ginocchio agricoltura e allevamento.
Una larga fascia della popolazione ha in questi due settori la sua unica fonte di reddito, ma in questo momento i raccolti sono andati distrutti o sono stati ritardati e il bestiame sta morendo’ (Francesco Petrelli, Oxfam Italia).
Aiuti alimentari tagliati
Il World Food Program (WFP) ha comunicato, il 4.7.22, di essere costretto a tagliare gli aiuti alimentari a 5 milioni di persone, le quali adesso devono ora sopravvivere con metà del cibo necessario a soddisfare il fabbisogno giornaliero minimo.
Altri 8 milioni di persone andranno avanti con appena un quarto del fabbisogno quotidiano. Con la conseguenza che centinaia di migliaia di famiglie si stanno indebitando anche solo per acquistare il pane quotidiano.
La testimonianza di una madre
‘Non abbiamo quasi nulla da mangiare, perché costa troppo – racconta a Oxfam Arwa, una madre che vive sola con due figli e prende cura anche di madre e sorella. ‘Io e mia madre spesso saltiamo i pasti per riuscire a sfamare i bambini.
Prima ci potevamo permettere di mangiare ogni tanto pollo o pesce e di rado altri tipi di carne. Ora non abbiamo soldi per comprare nemmeno le verdure, riusciamo ad acquistarne circa la metà rispetto ad un anno fa’.
Fonte: Égalité Onlus
Autore: Dario Dongo
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Sono tanti che muoiono di fame nel mondo, ma spesso sono dimenticati.
RispondiEliminaun paese dimenticato da tutti e di cui l'occidente è più che mai responsabile.
RispondiEliminaSono d'accordo.
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