martedì 17 maggio 2022

L'ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia: il punto della situazione

Demonstration against war in Helsinki


Articolo da Altrenotizie

Nonostante la prevedibile propaganda che sta accompagnando la richiesta di ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia, la decisione dei rispettivi governi non è scaturita direttamente dalla crisi ucraina in corso né rappresenta una scelta dettata da esigenze di natura difensiva. In entrambi i paesi della penisola scandinava, le classi dirigenti hanno da tempo come obiettivo l’accesso formale al Patto Atlantico e il conflitto in Ucraina ha dato solo l’occasione per superare le resistenze della maggior parte della popolazione. Riguardo alla sicurezza, invece, come dimostra il caso ucraino, non è esattamente chiaro in che modo un nuovo allargamento verso la Russia dei confini NATO possa contribuire a garantire la stabilità di Helsinki e Stoccolma.

I governi dei due paesi, significativamente a guida socialdemocratica, hanno fatto sapere domenica di avere dato il via libera alla richiesta ufficiale di diventare membri a tutti gli effetti della NATO. La pratica passerà ora ai rispettivi parlamenti, dove l’approvazione finale sarà poco più di una formalità. Salvo imprevisti, come ad esempio la possibile opposizione della Turchia, il processo potrebbe essere completato già durante il vertice NATO di Madrid a fine giugno, segnando una rapidissima e drammatica accelerazione del rischio di un conflitto nucleare sul territorio europeo.

Le dichiarazioni ufficiali dei vertici NATO e degli esponenti dei governi di Helsinki e Stoccolma sono state in questi giorni un festival di cinismo, menzogne e disinformazione. La premier finlandese, Sanna Marin, ha giustamente definito “storica” la decisione del suo governo, per poi affermare che l’aspetto più importante della questione è “la sicurezza della Finlandia e dei nostri concittadini”. Il risultato, però, sarà esattamente l’opposto e farà diventare questo paese, così come la Svezia, la prima linea di una guerra, a questo punto sempre più probabile, tra Russia e NATO.

L’abbandono dello status di neutralità, che dalla seconda guerra mondiale ha tenuto lontano qualsiasi tipo di rischio lungo gli oltre 1.300 chilometri di confine tra Finlandia e Russia, introdurrà quindi un elemento destabilizzante per rispondere fondamentalmente a una duplice esigenza. La prima è quella di consentire alla NATO o, più precisamente, agli Stati Uniti di disporre di una piattaforma ideale per condurre una guerra contro la Russia e l’altra è la creazione di un nuovo mercato, anzi due, per i produttori americani di armi.

Se le classi politiche di Finlandia e Svezia sono disposte a mettere a rischio l’esistenza stessa dei propri paesi, è altrettanto innegabile che, dietro le apparenze, ci sia più di una preoccupazione per ciò che potrebbe accadere in futuro. Queste riserve si sono intraviste ad esempio nel comunicato emesso domenica dalla leadership del Partito Socialdemocratico svedese sulla richiesta di adesione alla NATO. I toni assurdamente trionfalistici sono stati attenuati dalla dichiarazione circa la contrarietà di Stoccolma a ospitare sul territorio svedese sia armi nucleari sia basi militari permanenti. La cautela su questi due aspetti non cambierà in ogni caso la sostanza della vicenda, né assicurerà una sorte migliore alla Svezia e ai suoi abitanti in caso di conflitto tra Russia e NATO.

La tesi della necessità per Finlandia e Svezia di aderire alla NATO per garantire la propria sicurezza di fronte alla nuova realtà emersa con l’inizio delle operazioni militari russe in Ucraina è smentita in primo luogo da una semplicissima constatazione. L’invasione dell’Ucraina è stata provocata, tra le altre ragioni, precisamente dalla minaccia dell’ingresso di Kiev nell’Alleanza dominata da Washington dopo le promesse puntualmente mancate dell’Occidente di non allargare i confini NATO verso est.

Con un conflitto esploso soprattutto per questa ragione, quindi, per riportare un certo grado di stabilità in Europa non si è deciso, come logica avrebbe richiesto, di frenare sull’allargamento della NATO, bensì di intensificare il processo di inclusione dei paesi ancora fuori dal Patto Atlantico. Guardando al teatro di guerra ucraino, è dunque facile prevedere le conseguenze. Quanto la sicurezza di Finlandia e Svezia sarà rafforzata con l’accesso alla NATO lo si è inoltre visto dalla reazione di Mosca, da dove hanno fatto sapere, se mai ci fossero stati dubbi, che questi nuovi sviluppi non potranno rimanere senza risposta. I provvedimenti immediati includeranno la possibile sospensione delle forniture di gas e il posizionamento di armi nucleari dirette contro i due futuri nuovi membri NATO. Nei giorni scorsi, la Russia ha già interrotto le forniture di energia elettrica alla Finlandia e lunedì sono circolate immagini non confermate del movimento di mezzi militari russi con batterie di missili Iskander diretti verso il confine nord-ovest.

Un altro fattore aiuta a smascherare l’ipocrisia imperante sull’asse Helsinki-Stoccolma-Bruxelles-Washington. Il vero obiettivo di Finlandia e Svezia non ha a che fare con questioni relative alla sicurezza perché esse, se le si vogliono collegare alla NATO, sono già in larghissima misura soddisfatte, visto che entrambi i paesi sono da tempo una sorta di membri informali del Patto Atlantico. Con la NATO hanno cioè partecipato e continuano a partecipare a esercitazioni militari e a operazioni di guerra, mentre le rispettive forze armate hanno raggiunto un elevato grado di integrazione con l’Alleanza.

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Fonte: Altrenotizie

Autore: 
Michele Paris
Licenza: Creative Commons (non specificata la versione

Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org 

Photo credit Ninara caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons 


2 commenti:

  1. Gli scaltrissimi finlandesi e svedesi hanno mangiato la foglia, hanno capito che basta gridare un po' "al lupo, al lupo!" e arrivano soldi come piovesse. E sono lì pronti a soffiare il giochino a Zelensky. Siccome i soldi sono quelli, se cominciano a volerli gli scandinavi poi ce ne sono meno per lui. E gli scandinavi sono lì che fanno i preventivi.

    Nessuno vuole puntare su un perdente, aldilà delle chiacchiere e proclami roboanti sintetica e morale. Se c'è da finanziare qualcuno, una volta scaricato tutto il ciarpame inviandolo in Ucraina, si finanziano gli scandinavi. Che ci si guadagna anche di più, perché loro i soldi li hanno. L'Ucraina è povera e la dobbiamo armare a spese nostre, la Scandinavia è ricca e le armi se le compra direttamente in USA. Pagando.

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    1. Le armi dovrebbero solo tacere, se andiamo di questo passo, presto l'umanità sparirà.

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