mercoledì 25 maggio 2022

Il centenario della nascita di Enrico Berlinguer

Berlinguer 03


Articolo da Transform! Europe

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Transform! Europe

Segretario del Partito Comunista Italiano (PCI) dal 1972 al 1984, Enrico Berlinguer è noto da tempo per due grandi iniziative politiche da lui introdotte negli anni '70: a livello di politica interna, il compromesso storico (il compromesso storico); e, a livello internazionale, l'eurocomunismo. Il 25 maggio festeggiamo il suo centesimo compleanno.

La prima era la proposta del 1973 di un accordo tra i maggiori partiti italiani – i partiti comunista, socialista e democristiano (DC) – per la riforma del Paese. È emerso dopo il colpo di stato contro il governo socialista-comunista di Salvador Allende in Cile e per anni prima dalla 'strategia della tensione' come risposta al grande periodo di lotte del 1968-69, cioè nasceva dalla convinzione che in una società come quella italiana, storicamente dal fascismo e soggetta alla 'sovranità limitata' imposta dagli Stati Uniti, il 51% non sarebbe sufficiente per governare e lasciare il segno alla sinistra. È stata una ripresa della strategia postbellica dei governi di unità nazionale di Palmiro Togliatti per sconfiggere il fascismo e ricostruire il paese. Ma per quasi tre decenni questo era stato vano, perché la Dc era diventata un partito di clientelismo politico, clientelismo e corruzione, oltre ad essere un luogo di anticomunismo duraturo.

Il compromesso storico riscosse un vasto consenso ma alla fine naufragò, sia per le politiche antipopolari dei due governi di 'solidarietà nazionale' del 1976-79 guidati dal democristiano di destra Giulio Andreotti, sia per l'imprudentemente appoggiato dal PCI senza che a quest'ultimo sia concessa la piena partecipazione al gabinetto. Erano governi di emergenza di fronte alla profonda crisi economica più che versioni del compromesso storico, seppur sovrapponendosi al buon senso della proposta di Berlinguer del 1973 – vuoi perché con il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, Berlinguer perso, nella Dc, l'unico interlocutore importante disposto a dare almeno una sorta di cauto credito ai comunisti e al loro credo democratico. 

L'iniziativa dell'eurocomunismo, invece, fu lanciata da Berlinguer sulla scena internazionale verso la metà degli anni '70 e maturò soprattutto tra il 1975 e il 1977. Il segretario del Pci – già cautamente critico nei confronti dell'invasione del Patto di Varsavia del 1956 in Ungheria – fu scossa dall'invasione della Cecoslovacchia nel 1968. In questo caso, il processo di rinnovamento democratico è stato guidato dallo stesso partito comunista del Paese, dal suo segretario Alexander Dubček, al cui fianco hanno lavorato duramente Longo e i comunisti italiani, vedendo in questo rinnovamento un percorso nazionale e democratico al socialismo che era molto vicino alle proprie posizioni tradizionali. 

Dopo l'invasione di Praga, Berlinguer condusse una risoluta lotta all'interno del suo partito (che fu reso noto solo decenni dopo quando i suoi archivi furono resi accessibili) per farlo attrezzare politicamente e ideologicamente per dissociarsi dai sovietici; si recò in URSS per comunicare la forte protesta del PCI contro l'invasione; era addirittura convinto che i sovietici gli avessero attentato alla vita a causa di uno strano incidente stradale in cui fu coinvolto mentre si trovava in Bulgaria nel 1973, dal quale emerse miracolosamente vivo (anche questo fu reso noto molti anni dopo). Alla fine propose, ai comunisti spagnoli (che inizialmente lo accettarono) e ai francesi, la creazione di un polo comunista nell'Europa occidentale per costruire un "comunismo nella libertà", un comunismo democratico che attraesse i lavoratori all'interno del Occidente capitalista. 

Così facendo tornava ai principi che aveva già enunciato all'inizio degli anni '70, dichiarando solennemente che se fossero saliti al potere i comunisti si sarebbero impegnati a mantenere tutte le libertà politiche, culturali, sindacali e religiose. E a Mosca nel 1977, davanti a quasi tutti i comunisti del mondo riuniti per celebrare il sessantesimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, dichiarò – incorrendo nell'ira dei sovietici – che per i comunisti italiani la democrazia era un 'valore storicamente universale', che quindi nessun paese comunista potrebbe farne a meno, pena la scomparsa della motivazione stessa del socialismo.

I francesi e gli spagnoli, avendo, a vario titolo, preso le distanze dal movimento eurocomunista a cui originariamente aderivano, Berlinguer andò avanti, parlando della necessità di una 'terza via' (cioè una via al socialismo diversa da quella autoritaria dal socialismo sovietico e dalla socialdemocrazia, che non mirava al superamento del sistema capitalista), poi di una 'terza fase' della lotta per il socialismo, successiva a quelle simboleggiate dalla Seconda e dalla Terza Internazionale, ora vista conclusa e senza esito. E, infine, dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan e il colpo di stato filo-sovietico in Polonia – nel 1979 e nel 1981 – Berlinguer dichiarò che la Rivoluzione d'Ottobre aveva esaurito la sua "forza propulsiva",

Se questo Berlinguer – del compromesso storico e dell'eurocomunismo – è come è più conosciuto, in Italia e all'estero, quello che è meno noto ma probabilmente più importante e vitale è l'"ultimo Berlinguer", cioè la sua visione scaturita da una profonda strategia strategica ripensare dopo la fine dei governi Giulio Andreotti di 'solidarietà nazionale', che avevano così esaurito il rapporto tra il Pci, il suo elettorato, ei lavoratori italiani. 

Isolati politicamente dall'anticomunismo della DC post-Moro e del nuovo Partito socialista di Craxi, e di fronte all'inefficacia dello Stato nell'affrontare il grave terremoto dell'Irpinia del 1980, Berlinguer e il PCI denunciarono «i problemi di inefficienza, disonestà e immoralità' della dirigenza DC, un 'sistema di potere e concezione di governo' profondamente corrotto. Nasce così la politica dell'“alternativa democratica” proposta dal segretario del Pci.

 In quest'ultimo periodo della sua vita (morì inaspettatamente nel 1984) Berlinguer si rivolse soprattutto alla società italiana, nell'ottica di realizzare una 'riforma intellettuale e morale' Gramsciana in grado di cambiare il senso comune delle masse. Già nel 1977 aveva parlato – come aveva fatto Olof Palme qualche anno prima – di 'austerità', ma concepirla ha un' 'occasione per trasformare l'Italia', per creare un nuovo modello di sviluppo che limiti i consumi e l'egoismo individualisti. Nel 1980 passa alla Fiat per sostenere la lotta operaia, riattivando quel 'legame affettivo' con i lavoratori in parte perduti negli anni precedenti, attivismo che porterà avanti nella sua battaglia per la salvaguardia della 'scala mobile'. meccanismo che difendeva il salario dei lavoratori e il tenore di vita – di fronte all'attacco del governo Craxi, che mirava a tagliarlo. 

In questi anni Berlinguer ha parlato di rinnovamento della politica e del Pci. Affrontò la 'questione etica', che ormai aveva corroso il prestigio dei partiti, parlando della 'diversità comunista' come di un modo di fare politica non finalizzato al vantaggio personale ma al superamento del sistema capitalista, di una società basata sul profitto ed egoismo. Afferma la necessità del PCI di aprirsi alla società e ai movimenti: si schiera con il movimento per la pace e contro il riarmo bilaterale allora in atto; ha affrontato i temi dell'ecologia ei limiti dello sviluppo; si interessa alle nuove tecnologie digitali come mezzo di crescita culturale di massa (a condizione che non pretendano di sostituire una politica basata sull'azione collettiva e partecipativa); ha dialogato fruttuosamente con i movimenti femministi, comprese le più avanzate, affermando che la rivoluzione delle donne era una condizione indispensabile per una rivoluzione socialista; ha rafforzato i legami con i movimenti di liberazione e con le organizzazioni socialdemocratiche di sinistra in tutto il mondo per creare un "nuovo internazionalismo". 

In questa attività di concretizzazione di un vero e proprio nuovo 'programma di base' per il PCI, Berlinguer ha subito l'ostilità di buona parte dei circoli dirigenti del suo partito, legati com'erano alle dinamiche della politica istituzionale e ai rapporti con democristiani e socialisti – ma ha incontrato il consenso appassionato del pubblico comunista e di milioni di cittadini ed elettori, per non parlare di un crescente prestigio internazionale.

Il suo funerale a Roma nel giugno del 1984 fu la più grande manifestazione di massa della storia della Repubblica Italiana. Vi hanno partecipato milioni di italiani che non solo hanno riconosciuto l'integrità etica e politica di Berlinguer, ma anche implicitamente la giustezza delle sue idee propulsive (le "idee lunghe", come le definiva lui) che ha portato avanti nel suo ultimo periodo - uno sforzo che è stato improvvisamente terminato ma già preannunciante la ripresa del prestigio politico ed elettorale, nazionale e internazionale del PCI.

Pochi giorni dopo i funerali, per la prima e l'ultima volta, il Pci ha superato la Dc alle elezioni europee; era un omaggio a un grande uomo ea un grande comunista che aveva saputo rinnovare il suo partito e rinnovarsi senza recidere le proprie radici. Le sue idee rimangono inestimabili nella costruzione di un "socialismo del 21° secolo".

Continua la lettura su Transform! Europe


Fonte: 
Transform! Europe


Articolo tratto interamente da Transform! Europe




4 commenti:

  1. Una persona, anzi un uomo che ricordo con grande ammirazione al di là dell'idea politica che si può condividere o meno.
    Sapeva comprendere molto bene il mood l'umore delle persone, i politici d'oggi avrebbero molto da imparare sia sul piano umano che politico.

    RispondiElimina
  2. Chi sa cosa penserebbe della Sinistra italiana di oggi.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.