giovedì 26 maggio 2022

Il difficile diritto d'asilo in Italia


Articolo da ASGI

Pubblicato l’AIDA Country Report sull’Italia, una panoramica aggiornata sull’accesso alla protezione in Italia nel corso del 2021 e dei primi mesi del 2022.

Il rapporto, in sintesi

Permangono le difficoltà di accesso al territorio italiano da parte di quanti fuggono da situazioni di rischio, bloccati in mare dai pattugliamenti delle motovedette libiche, finanziate dall’Italia attraverso il memorandum e via terra, dove si continuano a registrare respingimenti alle frontiere.

Una volta in Italia risulta ancora troppo difficile chiedere protezione a causa delle prassi non uniformi nelle diverse questure e delle lunghe attese per la formalizzazione della domanda di asilo. Chi riceve un rifiuto dalle Commissioni territoriali può fare ricorso in Tribunale, ma deve attendere l’esito fino a 3 anni (la legge prescrive 4 mesi) a causa della difficoltà di smaltire gli arretrati e di una inadeguata distribuzione delle risorse. La una gestione straordinaria dell’accoglienza rimane prevalente visto che ogni 10 richiedenti asilo, 7 vengono ospitati nei Centri di Accoglienza straordinaria.

L’uso delle navi quarantena, accanto alle difficoltà di accesso delle associazioni di tutela ai centri di detenzione e agli hotspot limitano le possibilità di tutela dei cittadini stranieri da parte delle ONG, che vedono, però archiviare diversi procedimenti penali in cui erano imputate per aver soccorso e aiutato i migranti .

Alcuni dati sul diritto di asilo

Nel 2021 sono giunte in Italia oltre 67 mila persone, il doppio rispetto al 2020 (34.154) .

La nazionalità principale delle persone sbarcate rimane quella tunisina, pari a 15.671 persone. Tra quanti hanno raggiunto l’Italia via mare, oltre 31.500 provengono dalla Libia, più di 20.000 dalla Tunisia, 13.000 dalla Turchia e 1.500 dall’Algeria. L’Italia ha rimpatriato almeno 32.425 persone in Libia nel corso del 2021 e più di 3.000 sono state rimpatriate nei primi tre mesi del 2022. 

Nel 2021 sono state registrate 56.388 domande di asilo, quasi il triplo rispetto alle 21.000 registrate nel 2020. Anche il numero di minori richiedenti asilo è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. I principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo sono stati Pakistan, Bangladesh, Tunisia, Afghanistan e Nigeria. Tra le 52.987 decisioni di prima istanza emesse nel corso dell’anno, si è registrato un aumento del riconoscimento degli status di protezione. Complessivamente, al 44% dei richiedenti è stato riconosciuto lo status di protezione in prima istanza: di questi, al 32% è stata concessa una forma di protezione internazionale, mentre al 12% è stato concesso lo status di protezione speciale.

Accesso al territorio

Continua il supporto dell’Italia alla Libia nel fermare le persone in arrivo tramite il mar Mediterraneo. L’Italia ha infatti continuato a supportare i rimpatri indiretti, fornendo alle autorità libiche i mezzi e le tecnologie per attuare il monitoraggio in mare. Per la prima volta, tuttavia, il capitano di un’imbarcazione privata (Asso 28) è stato condannato penalmente per aver riportato i migranti in Libia.  

Accesso al diritto di asilo in Italia

Continuano a essere segnalati problemi di accesso alla procedura di asilo, sia alle frontiere che nelle principali città italiane a causa delle prassi di respingimenti e all’uso delle navi quarantena come hotspot o centri di detenzione de facto, che nelle principali città, a causa di prassi non uniformi sul territorio nazionale e delle lunghe attese per la formalizzazione della domanda di asilo. Chi presenta ricorso, poi, contro l’esito negativo della richiesta di asilo, deve confrontarsi con lunghi tempi delle procedure giurisdizionali dovuti alla difficoltà di smaltire gli arretrati e ad una inadeguata distribuzione delle risorse. Nel 2021, i tempi medi per processare un ricorso si aggiravano intorno ai 3 anni, rispetto ai 4 mesi prescritti dalla legge.

Regolamento Dublino

Nel 2021 la situazione dei Dublino di ritorno è rimasta incerta. A dicembre del 2021 un cittadino afgano, evacuato dall’Afghanistan dalle autorità italiane, Dublino di ritorno dalla Francia, ha ricevuto un’espulsione una volta giunto all’aeroporto di Venezia, dove era stato trasferito con un volo, e immediatamente inviato al CPR . Nel frattempo, diversi tribunali hanno sospeso i trasferimenti ai sensi del Regolamento di Dublino in attesa della sentenza preliminare della Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla portata della clausola di sovranità e sulla sua applicazione nei casi in cui il principio di non respingimento potrebbe essere violato.

Riammissioni illegittime

Dopo la decisione del Tribunale di Roma che aveva dichiarato l’illiceità delle procedure di riammissione informale attuate al confine italiano con la Slovenia, queste procedure sono state sospese al confine orientale ma sono applicate in maniera del tutto simile nei porti adriatici. Al confine francese si registrano ancora numeri consistenti di riammissioni e respingimenti verso l’Italia.

Criminalizzazione delle ONG

Nel corso dell’anno sono state archiviate diverse indagini penali contro le associazioni umanitarie che operano a tutela dei cittadini stranieri. È il caso dell’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare nei confronti di Linea d’Ombra, operante a Trieste, accusata di aver ospitato e aiutato una famiglia di richiedenti asilo proveniente dal confine sloveno nel raggiungere Milano, e dell’indagine avviata nei confronti degli attivisti di Rete Solidale, ONG operante a Pordenone, insieme a 9 richiedenti asilo, accusati di aver occupato un parcheggio privato per aiutare circa 70 richiedenti asilo bisognosi di alloggio, entrambe archiviate a novembre. Lo stesso è accaduto, nel gennaio 2022, per il rimorchiatore Mar Jonio, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, che ha soccorso e trasportato 30 migranti nel 2019, e per la Ong Baobab, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare per aver aiutato 9 richiedenti asilo ad acquistare i biglietti del treno per raggiungere Ventimiglia, accuse che sono state ritenute infondate dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale penale di Roma con una sentenza emessa all’inizio di maggio 2022. Ancora in corso il procedimento a carico del rimorchiatore Mar Jonio, accusato di aver imbarcato i profughi della petroliera Etienne e di aver accettato una donazione in denaro. 

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Fonte: ASGI


Autore: ASGI 


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Articolo tratto interamente da 
ASGI


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