giovedì 19 maggio 2022

La vita di Richard Benson

Richard Benson a Ciampino


Articolo da OndaRock

È morto il 10 maggio 2022, a sessantasette anni, il chitarrista e personaggio mediatico Richard Benson. Italo-britannico nato a Woking nel 1955, era attivo almeno dai primi anni Settanta, ma la sua fama recente è dovuta soprattutto alle sue produzioni degli ultimi anni diffuse tramite internet. Video musicali e non che, enfatizzando un personaggio divenuto negli anni sempre più eccentrico, ne hanno fatto esplodere la notorietà in chiave fenomeno da baraccone. Richard Philip Henry John Benson, tuttavia, è stato anche molto altro. Ecco cinque video per ripercorrerne la parabola.

Datato al 1971, ma mai pubblicato fino al 1990, l’unico album dei romani “Buon vecchio Charlie” costituisce il non-esordio discografico di Benson, che entra giovanissimo nella formazione e figura come autore, cantante e chitarrista acustico. Tre i brani in scaletta, lunghi e articolati come si confà a delle composizioni progressive, genere di cui il disco rappresenta un esempio di buon livello e piuttosto precoce per la scena italiana. Lo stile è leggiadro e dinamico, con momenti pastorali che si susseguono ad atmosfere più cupe e a passaggi incalzanti con flauto, sax, tastiere e violino elettrico.
La opening track “Venite giù al fiume”, che da moda classicheggiante incorpora sezioni di “In The Hall Of The Mountain King” di Edvard Grieg, dà una buona immagine dello stile, anticipatore di altre esperienze italiane di rock sinfonico e dotato di personalità. Nota a margine: il chitarrista sbruffone che condisce il brano di assoli proto-hard non è Benson, ma il compare Luigi Calabrò (poi fondatore con altri membri della band nei nostrani jazz-rocker Bauhaus, il cui unico Lp “Stairway To Escher” sarà registrato nel 1974 e stampato solo nel 2003).

Dopo aver fatto parte, nei primi anni Settanta, dello staff del programma radiofonico “Per voi giovani” (in cui cura lo spazio “Novità 33 giri”), Benson approda nel mondo delle TV locali, forse quello che più di tutti accompagnerà le evoluzioni del suo personaggio. Dal 1979 e per tutti gli anni Ottanta e Novanta, conduce per l’emittente laziale TVA 40 l’appuntamento settimanale “Ottava nota”, in cui approfondisce le nuove uscite discografiche mostrando una grande competenza in campo hard&heavy, progressive e fusion. È soprattutto grazie a questa attività che si costruisce negli anni un apprezzamento di culto, fatto di stima e gratitudine per la capacità divulgativa e la passione con cui tratta musiche altrimenti poco considerate dai media del nostro paese.

La promozione del suono e della cultura metal in Italia prende negli anni Ottanta anche altre forme. In veste di produttore, realizza le due compilation “Metallo Italia” (1985) e “Metal Attack” (1987), dedicate alla scena nostrana (nel secondo disco suona anche in diversi brani). Sempre nel 1985 è poi ospite della leggendaria trasmissione di Renzo Arbore “Quelli della notte”, in cui, non senza una buona dose di autoironia, interpreta il personaggio caricaturale del “metallaro di scuola americana” durante la “look parade” condotta da un giovane Roberto D’Agostino.
È invece di qualche anno dopo il cammeo nel film di Carlo Verdone “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” (1992), che vede Benson disquisire del chitarrismo di Jimi Hendrix nell’immaginario spazio televisivo “Juke-Box all’idrogeno”, di nuovo in un una chiave intelligente e farsesca (e senza perdere l’occasione di citare i suoi miti Yngwie Malmsteen, Joe Satriani, Steve Vai, Tony MacAlpine).

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Fonte: OndaRock 



Articolo tratto interamente da 
OndaRock


Photo credit Udine2812, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons


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