domenica 1 maggio 2022

Italia: si continua a morire sui luoghi di lavoro



Articolo da Valigia Blu

Ambra, postina, morta a 29 anni per un incidente con lo scooter. Rosario, operaio, 58 anni, risucchiato dal tornio. Fabio, 39 anni, caduto nel vano ascensore. Sono solo alcune delle persone morte negli ultimi tre giorni per incidenti sul lavoro.

Nel 2021, 126 donne e 1.095 uomini hanno perso la vita mentre stavano lavorando – più di tre persone ogni giorno (sessant’anni fa erano undici). A cui si aggiungono altri 189 incidenti mortali nei primi tre mesi del 2022. I settori più colpiti si confermano quelli dell’edilizia, della logistica e dell’agricoltura. Su un totale di 1.221 casi, 248 persone hanno perso la vita negli spostamenti. Rispetto all’anno scorso, l’aumento più evidente è avvenuto nel nord est (+14%), seguito dal sud (+12%) e dal centro (+6%), mentre nel nord ovest e nelle isole le morti sul lavoro sono diminuite rispettivamente del 26 e 17%. 

Nelle statistiche, elaborate dall’Inail, rientrano anche i decessi provocati dalla COVID-19, che negli ultimi anni ha condizionato la raccolta e il confronto dei dati. Questo riguarda innanzitutto i lavoratori del settore sanitario, esposti a un elevato rischio di contagio, ma anche i lavoratori a contatto con il pubblico, come gli addetti ai front office o i cassieri. Dall’inizio della pandemia al 31 dicembre scorso, i decessi sul lavoro da COVID-19 sono stati 811, pari a un quarto del totale. 

Nell’ultimo anno, inoltre, il bonus 110% sulle ristrutturazioni ha fatto aumentare il numero di lavoratori impiegati nel settore edilizio, e così anche gli infortuni e gli incidenti mortali: gli incentivi hanno portato all’iscrizione alla Camera di commercio di migliaia di nuove imprese, che non sempre lavorano rispettando la sicurezza.

Le morti che sfuggono alle statistiche ufficiali

Le statistiche ufficiali però non tengono conto di alcune categorie di lavoratori: nei dati Inail non rientrano le forze di polizia e le forze armate, i vigili del fuoco, i liberi professionisti con partita Iva, gli sportivi dilettanti e parte del personale di volo. Per non parlare di tutti i lavoratori in nero. In compenso, da poco sono stati inseriti nel conteggio i rider, perlomeno quelli assunti in regola.

A monitorare il fenomeno c’è anche l'Osservatorio nazionale indipendente sui morti del lavoro, fondato nel 2008 da Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale, che attraverso segnalazioni e un capillare lavoro di ricerca sul web e sui giornali registra anche i decessi sul lavoro non presi in considerazione nei calcoli ufficiali. “Ho creato un database suddiviso in varie categorie”, racconta Soricelli a Valigia Blu. “Ogni anno, il numero reale di decessi sul lavoro supera del 20-30% quello che viene diffuso sui giornali. C’è tanto lavoro sommerso nell’edilizia, nelle fabbriche e nelle campagne. Per non parlare dei tanti agricoltori che, una volta raggiunta l’età della pensione, continuano comunque a lavorare nei campi: solo quest’anno 48 persone sono rimaste schiacciate dal trattore, una macchina di morte”.

Leggi anche >> Il bla bla bla delle morti sul lavoro

Secondo i dati messi insieme dall’Osservatorio, nel 2021 sono morte 1.404 persone per infortuni sul lavoro, e dall’1 gennaio al 30 aprile di quest’anno si è già arrivati a quota 422. “Sono giorni drammatici”, dice Soricelli. “Arriva il primo maggio e siamo pronti a far festa, ma io vedo tanta strumentalizzazione. Non c’è un reale interesse per le persone che sul lavoro rimangono ferite o uccise: prova ne è il fatto che non esiste ancora un osservatorio istituzionale che faccia un monitoraggio completo di quello che accade nel paese. È vergognoso questo lavoro di raccolta dati lo debba fare io come privato cittadino”.

Le storie nascoste dietro ai numeri

Dietro ogni numero c’è una storia. Come quella di Luana D'Orazio, 22 anni, madre di una bambina, morta il 3 maggio 2021 mentre lavorava in una fabbrica tessile della provincia di Prato. È rimasta intrappolata in un orditoio, agganciandosi al rullo e venendo inghiottita dal macchinario. O come quella di Yaya Yafa, 22enne della Guinea Bissau, rimasto schiacciato da un tir il 21 ottobre 2022 mentre lavorava all’Interporto di Bologna. Era il suo terzo giorno come facchino. E poi c’è chi muore per difendere altri lavoratori. Adil Belakhdim, sindacalista di origine marocchina, 37 anni, due figli, è stato travolto e ucciso il 18 giugno 2021 da un camion a pochi metri dall’ingresso della sede logistica della catena di supermercati Lidl a Biandrate, in provincia di Novara, mentre prendeva parte a una manifestazione in difesa dei lavoratori.

In Italia, a tutela delle vittime di infortunio c’è la legge 81 del 2008, meglio nota come Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che ha rappresentato un punto di svolta in questo ambito nel nostro ordinamento. Per quanto sia stata successivamente soggetta a modifiche, continua a rappresentare una guida in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro e tutto ciò a essa legato: stabilisce le misure di tutela del sistema di sicurezza aziendale, la protezione dei lavoratori da rischi associati alle mansioni svolte, le procedure da adottare in caso di emergenza (per esempio le misure antincendio o quelle di primo soccorso), il rispetto degli standard ambientali.

Nel 2021, il decreto legge 146 ha inasprito le sanzioni per chi non rispetta gli standard di sicurezza e ha disposto un incremento del personale dell’Ispettorato del lavoro per aumentare i controlli: quest’anno sono già stati assunti 300 nuovi ispettori, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 900, ed è stato fatto un investimento in tecnologie e un rafforzamento delle banche dati.


Continua la lettura su Valigia Blu

Fonte: Valigia Blu

Autore: 
Alice Facchini


Licenza:Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Articolo tratto interamente da Valigia Blu


Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.