giovedì 25 aprile 2019

Un 25 aprile antifascista




“Violenze e sopraffazioni di minoranze etniche. Fanatismi. Nazionalismi galoppanti. Clamorose retromarce persino rispetto ad assodate verità scientifiche, oscurantismo e bigottismo”. Questo è il quadro di vero e proprio deterioramento culturale e morale dentro il quale ci troviamo a vivere in questa drammatica fase della storia.

Il ritorno di un’ideologia di tipo fascista fa parte oggettivamente di questo vero e proprio “ arretramento storico.” E’ il caso, allora, di rammentare non semplicemente cosa è stato il fascismo ma di sottolineare quanto ne persista nella realtà.

Veri e propri rigurgiti fascisti si avvertono anche a livello di schemi culturali, di comportamenti a livello di massa, di opzioni politiche concrete. Rigurgiti fascisti che avanzano senza ricevere quel contrasto che meriterebbero.

La situazione attuale, nella quale si stanno riproducendo soprattutto i temi deteriori del razzismo, deve essere affrontata attraverso l’indicazione costante della negatività assoluta dei principi che il fascismo ha rappresentato, comparando con grande attenzione ciò che avvenne allora con la realtà di oggi.

E’ necessario ricordare che la Resistenza non è stata il derby tra fascisti e comunisti. Serve allora un 25 aprile non ecumenicamente “afascista” di generica unità nazionale, ma un 25 aprile antifascista.
Ricordando prima di tutto chi ha costruito l’antifascismo nell’Italia del ventennio.

Rammentando allora:

1) quale era la composizione sociale e politica di gran parte dei condannati dal Tribunale Speciale;

2) la composizione sociale e politica dei 135.000 eroi che votarono contro nel plebiscito fascista del 1929. Erano quelli tempi nei quali il popolo purtroppo aveva ancora bisogno di eroi;

3) la composizione sociale e politica degli italiani che combatterono in Spagna nelle brigate internazionali dalla parte della Repubblica;

4) i luoghi dove si alimentò ancora, anche nei momenti più duri e del delirante consenso al regime, l’antifascismo militante;

5) la composizione sociale e politica delle migliaia di deportati a Mauthausen dopo lo sciopero del 1 marzo 1944 e giorni seguenti fino alla razzia di Genova del 16 giugno 1944.

6) ancora la composizione sociale e politica delle brigate partigiane, dei GAP, delle SAP, dei gruppi di difesa della donna, del Fronte della Gioventù.

7) di fronte a chi si arresero i tedeschi a Genova: unica città d’Europa dove avvenne quel fatto straordinario dell’arrendersi delle truppe germaniche davanti ai partigiani.

Soprattutto è necessario ricordare come la ricchezza dei contenuti e delle forme di lotta espressa in quel momento dalla classe operaia risultò assolutamente determinante per conseguire l’obiettivo primario dell’abbattimento del fascismo e della vittoria sul nazismo.


Da quella classe operaia sorse la Resistenza e nacquero la Repubblica e la Costituzione. Una Costituzione inapplicata per lunghi anni: anche questo è un dato da ricordare.


Continua la lettura su la Sinistra quotidiana


Autore: Franco Astengo


Licenza: Copyleft 


Articolo tratto interamente da la Sinistra quotidiana 


2 commenti:

  1. Ancora una volta un ottimo articolo, ancora una volta un nuovo sggerimento interessante di una rivista online da leggere. Onore a te Cavaliere Oscuro del Web!

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    1. Giusto condividere un ottimo articolo, tra l'altro una licenza Copyleft può permettere tutto questo.

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