sabato 6 aprile 2019

6 aprile 2009 - Una scossa di terremoto di magnitudo 6,3 fa tremare la Provincia dell'Aquila alle 3:32 causando 309 vittime, 1.500 feriti, 65.000 sfollati e il crollo di molti edifici

L'Aquila eathquake prefettura

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Con il nome di terremoto dell'Aquila del 2009 si intende una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008 e terminati nel 2012[4], con epicentri nell'intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell'Aquila (bassa Valle dell'Aterno, Monti della Laga e Monti dell'Alto Aterno). Il nome si riferisce principalmente alla scossa principale, verificatasi il 6 aprile 2009 alle ore 3:32, che ha avuto una magnitudo momento (MMS) pari a 6,3 (5,8 o 5,9 sulla scala della magnitudo locale), con epicentro alle coordinate geografiche 42°20′51.36″N 13°22′48.4″E ovvero in località Colle Miruci, a Roio, nella zona compresa tra le frazioni di Roio Colle, Genzano e Collefracido, interessando in misura variabile buona parte dell'Italia Centrale. A evento concluso, il bilancio definitivo è di 309 vittime, oltre 1.600 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni stimati.

La città e l'intera conca aquilana, fin dal XIV secolo, è sempre stata soggetta a eventi tellurici di grave o media intensità. Nella sua storia due gravi terremoti si sono abbattuti sulla zona prima del 2009 con una periodicità di circa 300 anni.

Il terremoto del 26 novembre 1461 di magnitudo 6,5, che costrinse la città a un restauro totale in stile rinascimentale.

Il terremoto del 14 gennaio 1703, soprannominato "Grande terremoto", per la grave devastazione portata nella conca, di magnitudo 6,8. Gran parte della città, rasa al suolo, fu ricostruita nei canoni tardo barocchi e gli edifici rinascimentali ricostruiti ex novo. Furono mantenute soltanto alcune facciate di chiese, come Collemaggio, e le mura medievali.

La scossa della notte del 6 aprile è stata preceduta da una lunga serie di scosse o sciame sismico.

La sequenza si è aperta con una scossa di lieve entità (magnitudo 1,8) il 14 dicembre 2008 e poi è ripresa con maggiore intensità il 16 gennaio 2009 con scosse inferiori a magnitudo 3,0 per poi protrarsi, con intensità e frequenza lentamente ma continuamente crescente, fino all'evento principale.

Inizialmente, oltre alla zona dell'aquilano, è stata interessata, come epicentro dell'attività, anche la zona di Sulmona (17 e 29 marzo 2009, magnitudo 3,7 e 3,9).

La scossa distruttiva si è verificata il 6 aprile 2009 alle ore 3:32. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato un sisma di magnitudo momento 6.3 MMS. Secondo la scala di magnitudo locale (la cosiddetta scala Richter, poco adatta a descrivere sismi di questo tipo) il valore registrato dai sismografi è stato di 5.9 ML risultando così un sisma di moderata intensità rispetto ai valori massimi reali raggiungibili da tale scala sismica. In termini di scala Mercalli di misurazione dei danni, la stima iniziale dell'INGV è stata tra l'ottavo e il nono grado.

Vi è stata una certa confusione sul valore della magnitudo, sia per l'uso di scale di magnitudo diverse, sia per poca chiarezza nella loro presentazione. Ad esempio, una sezione del sito Internet dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) riporta una registrazione di una magnitudo locale 6.2 mentre in altre sezioni è stato presente per circa un anno il dato 5.8 ML. In realtà il Peak ground acceleration, ovvero il picco massimo di accelerazione al suolo, durante la scossa del 6 aprile, è arrivato fino a 0,68 g, valore teoricamente attribuibile a sismi che raggiungono magnitudo fino a 7,2–7,4.

Il 4 aprile 2010 l'INGV rettifica la magnitudo locale in 5,9 ML, valore determinato da "calcoli successivi di maggiore precisione". Tuttavia l'analisi testuale del fenomeno presente sul sito istituzionale dell'INGV riporta ancora il valore 5,8 ML.

Alcuni giornali e un telegiornale nazionale hanno riferito che l'INGV avrebbe rivisto, nelle ore seguenti all'evento, le stime della magnitudo Richter. I dubbi che alcuni ancora nutrono sulla reale magnitudo sono ancora in parte dovuti anche al fatto che nella confusione nei primissimi minuti dopo il sisma, in attesa di calcoli precisi, erano stati diffusi dati fantasiosi sulla reale intensità del sisma.

In ogni modo, per un sisma di questa intensità, la misura della magnitudo locale ha scarsissimo interesse, al contrario del valore della magnitudo momento (MMS), per la quale non vi è mai stato dubbio sul valore 6,3.

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8 commenti:

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  2. Una tragedia che ci deve essere da monito..la natura può anche esserci nemica.
    Allora è giusto avere il ricordo di queste tragedie,quando ci lamentiamo dei piccoli problemi della nostra vita...

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