Articolo da Pressenza
Nel nostro Paese, per liberarci definitivamente dal fascismo, sempre ritornante sotto mentite spoglie, ci sono alcune fondamentali liberazioni preliminari ancora da realizzare.
La prima è la liberazione dall’ignoranza. Regolarmente il nostro Paese viene indicato dalle ricerche degli organismi internazionali come profondamente e tecnicamente ignorante. L’ultima di queste è l’annuale classifica dell’Index of ignorans a cura dell’organismo di ricerca internazionale Ipsos Mori che, a proposito de “i pericoli della percezione” – ossia della distorsione percettiva della realtà – indica negli italiani persistentemente i più ignoranti d’Europa rispetto alla conoscenza dei dati reali della società nella quale viviamo, in riferimento alle informazioni di base relative, per esempio, agli immigrati, alla criminalità, agli attentati terroristici ecc. Del resto, come certifica regolarmente l’ISTAT siamo ultimi in Europa per percentuale di popolazione laureata e l’unico Paese in cui i laureati sono meno del 20% della popolazione. Dati che si intrecciano a quelli, ormai classici e strutturali, dell’OCSE che indicano l’Italia come penultima in Europa, dietro alla Turchia, per analfabetismo funzionale e quart’ultima al mondo: ossia, almeno un italiano su tre – pur essendo andato a scuola – non è in grado di decodificare e comprendere un testo minimamente complesso. Come questo articolo, per esempio.
La seconda liberazione, strettamente collegata alla prima, è quella dalla paura. Siamo in una fase storica in cui la paura dell’altro, chiunque esso sia, sembra giungere al parossismo. “Sicurezza” è diventata la parola magica per vincere le elezioni in un Paese impaurito, in nome di essa si inventano leggi e decreti dai nomi improbabili – dal “decreto sicurezza e immigrazione” alla “legittima difesa”, entrambi di sicura incostituzionalità – che, invece di risolvere, aumentano e diffondono insicurezza e paura. Eppure, i dati forniti anno dopo anno dal Ministero dell’Interno ci raccontano un Paese opposto a quello che chi guida – indegnamente – quel ministero vuole far apparire: i reati contro le persone sono costantemente in calo. Chi, come me, si ricorda le stagioni del terrorismo e delle stragi di mafia, sa che fino ai primi anni ’90 i morti ammazzati in Italia erano migliaia all’anno, nel 2012 erano già calati a 555, nel 2018 a 319. Nello stesso periodo le rapine sono calate del 35,8% e i furti del 24,2% Dal punto di vista dei reati violenti l’Italia è uno dei Paesi più sicuri d’Europa e del mondo, eppure la narrazione politica e mediatica corrente racconta esattamente il contrario, facendo scaturire dalla paura l’odio e la violenza. Alla ricerca continua di nuovi capri espiatori da colpire.
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.