lunedì 6 giugno 2011

Cochabamba,11 anni dopo la rivolta per l'acqua

Acqua bene comune
Articolo da Megachip.info
Nel gennaio del 2000, a Cochabamba, in Bolivia, è nato il più grande movimento della storia dell'umanità contro la privatizzazione dell'acqua e del modello economico neoliberista che, con l'avallo di istituzioni quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, stanno portando a una sostanziale privatizzazione dei servizi idrici, favorendo l'entrata di grandi multinazionali nella gestione dell'acqua.
In Bolivia, la privatizzazione dell'acqua vide come protagonista una multinazionale americana: la Bechtel Corp. in collaborazione con l'italiana Edison e la supervisione della Banca Mondiale.
Il loro progetto prevedeva che tutta l'acqua della città dovesse essere privatizzata e fornita dalla società Aguas de Tunari, di proprietà della Bechtel; la popolazione non aveva neanche la possibilità di raccogliere acqua piovana, e i prezzi aumentarono a tal punto che una famiglia rischiava di spendere fino al 30% del proprio stipendio per avere acqua. Le multinazionali avevano calcolato i loro profitti, i loro “businness”, ma non avevano fatto i conti con la popolazione.

Nacque, infatti, un grandioso movimento di protesta contro i provvedimenti governativi e le multinazionali dell'acqua, organizzatosi nella coordinadora en defensa de l'agua y la vida, al quale presero parte diverse parti sociali, anche storicamente in conflitto. La battaglia per l'acqua era più importante delle divergenze interne.
A Cochabamba, nel 2001 centinaia furono i feriti e 5 ragazzi persero la vita in quella che è passata alla storia come “la Rivoluzione dell'acqua”, che ha portato la Bechtel a scappare dalla Bolivia a gambe levate e il governo ad abrogare la norma che privatizzava l'acqua.
E' stata la prima volta nella storia che una multinazionale, sotto la pressione dei movimenti nazionali ed internazionali per l'acqua, esce a mani vuote da un paese che ha stracciato il contratto di espropriazione dei beni comuni della popolazione. Ed è stata la prima volta che i sofisticati mezzi di garanzia sugli investimenti della Banca Mondiale non hanno imposto al paese una multa e il risarcimento per il danno che la multinazionale ha subito (la Bechtel è uscita dalla Bolivia con un “risarcimento” di 2 boliviani, 20 centesimi di euro).
Come in Bolivia, anche in Italia da più di 15 anni si sta tentando di privatizzare il servizio idrico. Con la legge Galli del 1994 si voleva dare il via alla mercificazione del servizio idrico, creando quello che oggi è conosciuto come Servizio Idrico Integrato, sistema che accorpa tutte le fasi del percorso idrico, dalla captazione alla distribuzione, alle fognature, al trattamento dei fanghi, e la conseguente nascita degli ambiti territoriali in cui il SII è diviso (i cosiddetti “ATO ambiti territoriali ottimali”).

In particolare, tale legge prevede che secondo il principio del “Full recovery cost”, ovvero la “copertura totale dei costi” si deresponsabilizza lo stato rispetto alla gestione del Servizio Idrico Integrato, in quanto i cittadini con le bollette pagano tutto il servizio, investimenti inclusi. Quindi non si tiene più conto del reddito di una famiglia come una tassazione equa farebbe, ma solo dei consumi.


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Fonte: Megachip.info



Autore: Lorenzo Pantano - retedellaconoscenza.it.



Licenza: Copyleft


Articolo tratto interamente da Megachip.info

Photo credit Elisabetta_81caricata su Flickr  Licenza foto:Creative Commons

1 commento:

  1. Speriamo che questi esempi servano da monito e che l'acua sia sempre un bene pubblico!!
    A presto

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