venerdì 3 giugno 2011
Accadde oggi: 3 giugno 1989-La notte tra il 3 e il 4 le autorità cinesi reprimono la protesta di piazza Tiananmen.
La protesta di piazza Tien'anmen (nota in Cina come incidente di piazza Tien'anmen, in lingua cinese: 天安门事故, pinyin: Tiānānmén shìgù) fu una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali, operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989. Simbolo della rivolta è considerato il rivoltoso sconosciuto che in totale solitudine e completamente disarmato affronta una colonna di carri armati: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e sono per molti un simbolo di lotta contro la tirannia.
L'evoluzione della protesta si può ripartire attraverso cinque episodi: il lutto, la sfida, la tregua, il confronto, il massacro.
Il 15 aprile 1989, Hu Yaobang morì per un arresto cardiaco. La protesta ebbe inizio in modo relativamente pacato, nascendo dal cordoglio nei confronti del politico, popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. La protesta divenne via via più intensa dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i mass media cinesi stessero distorcendo la natura delle loro azioni, che erano solamente volte a supportare la figura di Hu.
Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in Piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng. La leadership comunista ed i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all'Università di Pechino. All'interno del PCC Zhao Ziyang, Segretario generale del Partito, era favorevole ad un'opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, Primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere.
Egli, in particolare, approfittò dell'assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese; con lui, si accertò di avere una comunanza di vedute.
Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Questa dichiarazione fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e richiedendo che si ritrattassero queste pesanti dichiarazioni; inoltre, i manifestanti avevano paura di essere puniti nel caso in cui la situazione fosse tornata alla normalità. Zhao, tornato dalla Corea del Nord tentò ancora di raffreddare gli animi.
Il 4 maggio (data simbolica in quanto richiamava il Movimento del 4 maggio 1919) circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.
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6 commenti:
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Ricordiamo ragazzi!
RispondiEliminaSe qualcuno cerca un'immagine reale e sintetica per la parola libertà, ebbene è quell'uomo di fronte alla fila dei carri armati.
RispondiEliminaciao
Hai ragione, Francesco, quella foto è fortissima! Fa venire i brividi...
RispondiEliminagrazie per avercelo ricordato.
RispondiEliminanon bisogna dimenticare chi lotta e muore per la liberta'
Una delle pagine nere della storia, oggi dopo più di 20 anni ancora non abbiamo tutte le info a riguardo.
RispondiEliminaSegnalo una bellissima canzone dei Pooh che parlava di questo avvenimento.
http://www.youtube.com/watch?v=maslZE-C_f8
quel ragazzo fermo davanti ai carri armati, non si può dimenticare.
RispondiEliminagrazie Cavaliere
a presto