L'incendio della fabbrica Triangle, avvenuto a New York il 25 marzo 1911, fu il più grave incidente industriale della storia di New York. Causò la morte di 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana e dell'est europeo. L'evento ebbe una forte eco sociale e politica, a seguito della quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero notevolmente le adesioni alla International Ladies' Garment Workers' Union, oggi uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti.
L'incendio di New York è uno degli eventi commemorati dalla Giornata Internazionale della Donna ma non è da questo, come erroneamente riportato da alcune fonti, che trae origine la Giornata della donna.
La Triangle Shirtwaist Company produceva le camicette alla moda di quel tempo, le cosiddette shirtwaist.
Di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, occupava i 3 piani più alti del palazzo a 10 piani Asch building a New York City, nell'intersezione di Greene Street e Washington Place, poco ad est di Washington Square.
La compagnia occupava circa 500 lavoratori, la maggior parte giovani donne immigrate dalla Germania, dall'Italia e dall'Europa dell'est. Alcune donne avevano 12 o 13 anni e facevano turni di 14 ore per una settimana lavorativa che andava dalle 60 ore alle 72 ore. Pauline Newman, una lavoratrice della fabbrica, dichiara che il salario medio per le lavoratrici andava dai 6 ai 7 dollari la settimana.
La Triangle Shirtwaist Company era diventata già famosa fuori dall'industria tessile prima del 1911: il massivo sciopero delle operaie tessili iniziato il 22 novembre 1908, conosciuto come protesta delle 20.000, iniziò come una protesta spontanea alla Triangle Company.
La International Ladies' Garment Workers' Union negoziò un contratto collettivo di lavoro che copriva quasi tutti i lavoratori dopo uno sciopero di 4 mesi, ma la Triangle Shirtwaist rifiutò di firmare l'accordo.
Le condizioni della fabbrica erano quelle tipiche del tempo. Tessuti infiammabili erano immagazzinati per tutta la fabbrica, scarti di tessuto sparsi per il pavimento, gli uomini che lavoravano come tagliatori a volte fumavano, l'illuminazione era fornita da luci a gas aperte e c'erano pochi secchi d'acqua per spegnere gli incendi.
Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all'ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale. Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d'uscita.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell'incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.
Migliaia di persone presero parte ai funerali delle operaie.
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aggiungo un link a questo post sul mio post per l'otto marzo - ciao
RispondiEliminaTi ringrazio per quanto scritto, non sapevo che è un falso mito quello secondo cui da questo incidente è nata la giornata internazionale della donna.
RispondiEliminaCerto che fa schifo constatare che quei proprietari furono assolti e ricevettero pure soldi per ogni vita spezzata lì dentro.
Come sempre attento e prezioso. Grazie!
RispondiEliminaBravo che hai fatto questo post. Non andrebbe festeggiata la morte di 129 donne arse vive.
RispondiEliminaHo scritto qualcosa in merito.
Ciao Cavaliere e buona serata
per avere dei cambiamenti(si spera in meglio)i devono essere sempre delle vittime...chissà perchè!
RispondiEliminabuona serata
lu
bravo ,finalmente qualcuno ricorda il vero significato della festa della donna.....perchè mi sa che tutti ormai si siano dimenticati che qst festa(se tale si può chiamare)non è altro che una commemorazione per ricordare tutte le donne che sono morte nella fabbrica Triangle ...
RispondiEliminagrazie cavaliere
un abbraccio caro
è il modo giusto di commemorare,non certo quello consumistico a suon di pensierini e mazzi di mimose,e poi la festa delle donne,intesa come rispetto e stima, deve valere anche dal 9 Marzo al 7 marzo dell'anno successivo,ciao Cavaliere,buonanotter
RispondiEliminaQuanta strada da percorrere e quanti ostacoli ancora ci sono da oltrepassare prima di diventare consapevoli e civili. Ricadiamo sempre negli stessi errori, e finiamo per aver paura sempre degli stessi mostri. Il piano diabolico è proprio questo: non appena si fa una piccola conquista la si banalizza, ed al primo pretesto la si matte da parte in nome di un non chiaro sviluppo economico. Basterebbe guardar bene per vedere chi è l'unico ad averne vantaggio. Ma nel frattempo perdiamo i diritti conquistati nell'indifferenza quasi generale. Un popolo addormentato, che si lascia annichilire dalla falsa politica.
RispondiEliminaInfatti. Che sia 8 marzo, serio e attento alla dignità umana, tutto l'anno!
RispondiEliminaUn post speciale. E' giusto ricordare perchè c'è questa festa.
RispondiEliminaUn bacio
e' bene ricordare il perche' di questa festa .....
RispondiEliminaa presto, buona giornata!