giovedì 30 novembre 2023

Rilasciata, Ahed Tamimi afferma che nelle carceri israeliane le donne vengono picchiate e lasciate senza acqua né vestiti

Mauricio Valiente recibe a Ahed Tamimi y reitera el compromiso del Ayuntamiento con los Derechos Humanos y con el pueblo palestino 17

Articolo da Middle East Monitor

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su Middle East Monitor

Ahed Tamimi, recentemente rilasciata dalla prigione israeliana, fa luce sulle terribili circostanze all'interno e sottolinea l'umiliazione quotidiana ancora affrontata da 30 donne prigioniere. La mancanza di beni essenziali, tra cui cibo, acqua e coperte, dipinge un quadro cupo. Tamimi rivela anche minacce riguardanti l'incarcerazione di suo padre. Tamimi ha detto che altre 10 donne prigioniere sono arrivate da Gaza lasciando i loro figli per strada e che la loro situazione è disastrosa.

L'icona della resistenza palestinese Ahed Tamimi è stata rilasciata come parte del sesto lotto di un accordo di scambio di prigionieri tra Israele e Hamas.

Parlando oggi alla stampa ha detto che almeno dieci donne incarcerate nella Striscia di Gaza sono tenute in pessime condizioni da Israele.

L’attivista 23enne ha affermato che “la gioia [della libertà] è notevolmente diminuita a causa dei massacri commessi nella Striscia di Gaza”.

“Abbiamo lasciato indietro circa 30 donne incarcerate, tra cui dieci provenienti dalla Striscia di Gaza, che sono state arrestate durante la recente operazione di terra israeliana [iniziata il 27 ottobre] e la loro situazione è pessima”, ha detto.

Tamimi ha proseguito dicendo: “La situazione nel carcere è molto difficile, con abusi quotidiani contro le detenute. Vengono lasciati senza acqua né vestiti, dormono sul pavimento e vengono picchiati”.

“Le autorità israeliane mi hanno minacciato di [prendere di mira] mio padre se avessi parlato di qualsiasi cosa accadesse in prigione. Nonostante tutto, siamo più forti dell’occupazione. Continueremo a resistere fino alla libertà”, ha aggiunto.

A ottobre, le forze israeliane hanno arrestato il padre dell'attivista nella sua abitazione nella cittadina di Nabi Saleh, a ovest della città di Ramallah, nella Cisgiordania occupata. È ancora in prigione.

Il 6 novembre, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato Ahed dopo aver perquisito la sua casa e confiscato i telefoni cellulari della famiglia.

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Fonte: Middle East Monitor

Autore: Middle East Monitor


Articolo tratto interamente da 
Middle East Monitor

Photo credit Diario de Madrid, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons


6 commenti:

  1. Terribile. Non riesco nemmeno a leggere, immaginando le sofferenze e le umiliazioni di questi poveri detenuti.

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  2. A titolo di confronto si può sempre scegliere ciò che fu fatto alle donne israeliane ad inizio di ottobre. Serve qualche immaginette o videino!?
    Penso che la signorina qui sopra non abbia alcuna esitazione a scegliere.

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    1. Molte notizie erano fake, alcuni giornalisti hanno inventato di sana pianta. La violenza va sembra condannata a prescindere.

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