La luna, l'usignolo e le rose
Nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna,
uscì la bianca luna.
La luna uscì sul mare.
e il mùsico usignolo,
che addormiva il suo duolo
sotto un dolce cantare,
ammutolì: stupore
gl'invase il picciol cuore.
Preso ebbe il cuore, e tacque
l'usignol, sì gli piacque
la bianca e schietta luna
nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna.
L'usignolo tacque, assorto;
ma le rose dell'orto,
chine a specchiarsi al fonte.
alzarono la fronte
verso la bianca luna,
e momrorava ognuna:
Bacia me, bacia me,
che son la più bella;
bacia me, bacia me,
che sono tua sorella.
Appena udì le rose,
la luna si nascose
sdegnata e pallidetta
dietro una nuvoletta;
ma poi vi aperse un foro,
e con un raggio d'oro,
che parve una saetta,
baciava l'usignolo,
lui che tace a, lui solo.
Angiolo Silvio Novaro
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