L'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna nei giorni scorsi è una tragedia che ha causato morti, dispersi, sfollati e danni incalcolabili. Ma è anche il frutto di una politica irresponsabile e miope che ha favorito la cementificazione selvaggia del territorio, ignorando i rischi idrogeologici e ambientali. Un territorio che è stato stravolto da opere inutili e dannose, che hanno sottratto spazio e risorse alle aree verdi e alle fasce fluviali. Un territorio che è stato abbandonato alla speculazione edilizia, senza una pianificazione adeguata e una manutenzione costante degli argini, dei fossi, delle scoline. Un territorio che è stato esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, che rendono sempre più frequenti e violenti gli eventi meteorologici estremi.
Non possiamo accettare che questa situazione continui. Dobbiamo chiedere conto ai responsabili di questa devastazione, che sono i politici locali e nazionali che hanno governato negli ultimi decenni, i costruttori e gli imprenditori che hanno lucrato sul cemento, i tecnici e i funzionari che hanno omesso i controlli e le verifiche. Dobbiamo pretendere che si cambi rotta e si investa nella tutela del territorio, nella prevenzione dei rischi, nella valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Dobbiamo mobilitarci per difendere il nostro diritto a vivere in un ambiente sicuro, che rispetti la natura senza violentarla.
Colgo l'occasione, per esprimere il mio cordoglio ai parenti delle vittime e la mia vicinanza alla popolazione colpita.
Mi unisco al tuo cordoglio ai parenti di vittime innocenti uccise da irresponsabili che nei decenni hanno violentato l'ambiente e cementificato in modo barbaro amplificando così gli effetti della forza inaudita e ribelle del clima.
RispondiEliminaTemo altre tragedie.
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