venerdì 9 dicembre 2022

Turchia, numeri inquietanti sul femminicidio



Articolo da Global Voices

Secondo [tr] le organizzazioni femminili locali, in Turchia vengono uccise regolarmente moltissime donne. Il numero dei femminicidi resta alto [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], mentre le misure esistenti di protezione risultano poco efficaci. Una piattaforma locale, We Will Stop Femicides, he tiene traccia dei femminicidi e delle morti sospette di donne, ha riportato almeno 282 femminicidi tra gennaio e ottobre 2022. Un'altra piattaforma, chiamata Anit Sayac [monument tracker], mostra il numero “349” sulla sua homepage per rappresentare le donne uccise finora nel 2022. Questi numeri sono significativi in quanto indicano la scarsità di misure adottate dalle istituzioni statali per proteggere le donne dalla violenza. In occasione del 25 Novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne indetta dalle Nazioni Unite, le donne turche hanno in programma di scendere in piazza e di organizzare diversi eventi di sensibilizzazione.

Mentre gruppi di donne in tutta la Turchia si preparano a celebrare la giornata, cresce il timore che la polizia possa reprimere violentemente i manifestanti. L'anno scorso, le donne hanno affrontato proiettili di gomma, gas lacrimogeni e violenze da parte della polizia mentre marciavano per porre fine alla violenza di genere.

Almeno otto membri di una piattaforma femminile locale, Avcilar Kadin Platformu, sono stati arrestati martedì 22 Novembre. La piattaforma ha deciso di aderire all'appello lanciato in precedenza dalle Nazioni Unite alle organizzazioni femminili, di tutto il mondo, di aderire a 16 giorni di attivismo — UNiTE campaign — guidata dal Segretario generale delle Nazioni Unite e da UN Women.

Alcune donne hanno aderito all'hashtag #25KasımKasımKadınaYönelikŞiddetleMücadeleGünü [#25NovembreGiornoPerEliminareLaViolenzaControLeDonne] online, come la giornalista Sedef Kabas, che ha condiviso su Twitter una sua foto con in mano un cartello con scritto “La Convenzione di Istanbul vivrà” [tr]:

Kabasè stata arrestata nel Gennaio 2022 per un modo di dire usato dalla giornalista in un programma televisivo e successivamente sul suo account Twitter.

La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul nel marzo 2021 a causa di quella che il governo del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) ha definito la “normalizzazione dell'omosessualità” del trattato.” Da allora, nonostante le richieste di adesione da parte di tutto il paese, il partito AK al governo non ha modificato la sua decisione.

Al momento del ritiro dalla Convenzione, un trattato firmato dagli Stati membri del Consiglio d'Europa per prevenire la violenza e gli abusi domestici contro le donne, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha assicurato alle donne che lo Stato si affiderà alle leggi nazionali per prevenire la violenza di genere. Ma i numeri riportati e documentati dalle organizzazioni femminili locali raccontano una storia diversa.

Nel Luglio 2022, Reem Alsalem, relatrice delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, ha esortato il governo turco a riconsiderare la sua decisione di ritirarsi dalla convenzione e ha affermato che affidarsi esclusivamente alla legislazione nazionale non è sufficiente, considerando che le misure preventive e protettive in atto non sono forti a sufficienza in Turchia.

In un report pubblicato da Human Rights Watch nel Maggio 2022, l'osservatorio internazionale ha esaminato l'incapacità dello Stato “di proteggere adeguatamente le donne dalla violenza, di prevenire il ripetersi della violenza e di chiedere conto agli autori”.

Una giornalista turca di grande rilievo, Burcu Karakas, in una recente inchiesta, ha analizzato l'efficacia dei meccanismi di protezione esistenti, ovvero i rifugi per le vittime di abusi domestici e il trattamento riservato alle donne che sono sfuggite alla violenza domestica.

Questi rifugi non forniscono un'assistenza psicologica sufficiente o un sostegno alle vittime per iniziare una nuova vita dopo il periodo trascorso nei rifugi.

Secondo l'indagine di Karakas, inoltre, non ci sono abbastanza rifugi nel Paese per accogliere il numero crescente di vittime. A Ottobre 2022, c'erano in totale 149 rifugi con una capacità di accoglienza di 3.624 persone in tutte le 81 province.  Sono a malapena sufficienti; infatti secondo la raccomandazione della Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità del Parlamento europeo, i rifugi devono fornire almeno un posto letto ogni 10.000 abitanti.

C'è anche una discrepanza nei dati. In un tweet di We Will Stop Femicides, la piattaforma ha criticato il Ministro della Famiglia e dei Servizi Sociali, Derya Yanik, per aver fuorviato l'opinione pubblica sulla diminuzione del numero di femminicidi e sulla mancanza di trasparenza nel processo di documentazione [tr]:

Cosa ha detto il Ministro della Famiglia e dei Servizi Sociali Derya Yanik:
– Nei primi dieci mesi del 2021 ci sono stati 242 femminicidi;
– Nei primi dieci mesi del 2022 ci sono stati 225 femminicidi.
I nostri dati mostrano che:
– Nei primi dieci mesi del 2021 ci sono stati 225 femminicidi e 175 morti sospette;
– Nei primi dieci mesi del 2022 ci sono stati 282 femminicidi e 208 morti sospette.
Contrariamente a quanto dicono i ministeri, il numero di femminicidi non sta diminuendo. I ministeri hanno la responsabilità di fornire i dati sui femminicidi in modo trasparente. Noi continueremo a fornire dati reali. Fermeremo il femminicidio.

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Fonte: Global Voices


Autore: scritto da 
Arzu Geybullayeva tradotto da Martina Cesarano

Licenza: Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License.


Articolo tratto interamente da 
Global Voices 


1 commento:

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