mercoledì 20 febbraio 2019

Tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti


Articolo da Pressenza

Sempre a proposito dei diritti umani e riprendendo il discorso del mio precedente articolo “Democrazia: un obiettivo ancora da raggiungere”, vorrei soffermarmi sul primo articolo delle Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti”.

Non è un caso che la parola “dignità” è stata messa prima dei diritti: i diritti umani garantiscono la dignità di ogni essere umano, che è al disopra di ogni cosa. E se la dignità è al di sopra di ogni cosa, allora è evidente che tutti gli esseri umani sono uguali in dignità.

Ogni essere umano ha la sua identità unica, ma la sua diversità rispetto agli altri non può andare oltre un confine, il confine della dignità. Purtroppo è proprio questo che sta succedendo. Stiamo superando questo confine. Sul piano economico si sta facendo sempre più netta la differenza tra i pochissimi ricchi e i moltissimi poveri; nel mondo dell’informazione mediatica viene distrutto sempre più facilmente lo spazio privato delle persone; in politica si sono abbandonate ormai da tempo le cause collettive e si tende a far ritornare i capi, le figure carismatiche al potere, per cui i cittadini sono sempre più lontani dall’agorà delle libertà democratiche, ridotti a fare da claque al capetto di turno e considerati dei semplici numeri da esibire in occasione di elezioni o referendum.


Nel tentativo di dare un senso planetario a tutto questo, è stata adottata la manipolazione del solito gioco dei sinonimi, per cui la parola “mondializzazione”, carica di significati emancipatori per i lavoratori, i giovani, le donne, è stata sostituita dalla parola “globalizzazione”, processo che al contrario ha ridotto la condizione umana ad una semplice funzione di interessi economici, mass-mediologici e politici.

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Fonte: Pressenza


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Articolo tratto interamente da Pressenza


10 commenti:

  1. Caro Vincenzo, molto interessante la tua opinione in tutto questo.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Citando Gaber, "ci saranno sempre più poveri e più ricchi, ma tutti più imbecilli".
    Dal punto di vista politico, è proprio così: qualsiasi movimento politico si è affidato al capo taumaturgico, tanto più che anche il Pd renziano ha avuto tanti tratti in comune con il berlusconesimo.
    Prendo a riferimento i miei adorati cantautori.
    "Storia di un impiegato" di De André partiva dall'atto di ribellione singolo dell'impiegato contro i poteri forti, atto di ribellione che veniva usato però dagli stessi poteri forti per cambiare "le facce del potere"; l'impiegato, dopo il fallimento del suo atto individuale, prendeva coscienza che il collettivo fosse la strada da percorrere per il cambiamento.
    Ma il cambiamento non è avvenuto come raccontato dallo stesso cantautore in brani come "Coda di Lupo" e soprattutto "Parlando del naufragio della London Valour", che parla di come il potere si sia riorganizzato "contro ogni sorta di naufragi e di altre rivoluzioni", fino alla "domenica delle salme": il coro di vibrante protesta del collettivo è ridotto al canto delle cicale.
    Gaber, qualche anno dopo la "domenica delle salme", disse:
    "La mia generazione ha visto migliaia di ragazzi pronti a tutto
    che stavano cercando magari con un po' di presunzione
    Di cambiare il mondo.
    Possiamo raccontarlo ai figli
    Senza alcun rimorso
    Ma la mia generazione ha perso".

    Mala tempora currunt.

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    1. Noto in giro, una sindrome di Stoccolma collettiva. Sempre meno diritti, ma soprattutto è in atto la solita guerra tra poveri.

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  3. Concordo con questo articolo e con il tuo commento, purtroppo noto anch'io questo aspetto molto triste e preoccupante.

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    1. Tutto è sotto gli occhi di tutti, mi scuso per il gioco di parole.

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  4. "Ogni essere umano ha la sua identità unica, ma la sua diversità rispetto agli altri non può andare oltre un confine, il confine della dignità".
    Basterebbe capire questo concetto per vivere bene.

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  5. Principi sempre attuali e non sempre applicati, purtroppo!
    Serena serata.

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