Articolo da Valigia Blu
Dopo oltre due anni di dialoghi abbiamo finalmente il testo della direttiva Copyright (qui il comunicato stampa) che sarà sottoposto al vaglio del Parlamento europeo per l’approvazione finale.
Il 18 gennaio scorso il Consiglio dell’Unione europea aveva respinto il mandato negoziale per la fase finale, a seguito dell’opposizione di ben 11 paesi. L’agenda dei negoziati venne, infatti, sospesa temporaneamente e il meeting del 21 gennaio cancellato.
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Poi, nonostante permanga l’opposizione di ben sette di quei paesi, Francia e Germania hanno negoziato un accordo tra loro che sblocca la situazione. La Francia era contraria all'introduzione di un’esenzione per le piccole e micro imprese, con riferimento all'articolo 13, mentre la Germania insisteva sui tale punto (leggi articolo della parlamentare Julia Reda). Alla fine raggiungono un accordo che riavvia le negoziazioni, le quali si chiudono il 13 febbraio con la finalizzazione del testo.
Cosa prevede il testo
L’articolo 11 crea un nuovo diritto a favore degli editori (leggi Europa, una tassa sui link a favore degli editori. Perché è sbagliata) in base al quale essi dovranno autorizzare espressamente ogni ripubblicazione delle notizie. Il testo finale ricalca da vicino una legge approvata tempo fa in Germania, che non ha portato nemmeno un euro in più nelle casse dell’industria editoriale o di qualche giornalista. Prevede che la riproduzione di articoli di notizie dovrà essere soggetta ad una licenza, tranne nei casi in cui si tratti di “singole parole o estratti brevi”. Non vi è alcuna eccezione per organizzazioni no profit o blog, e comunque il testo apre a notevole incertezza giuridica perché non c’è alcuna definizione di “brevi estratti”. In sostanza anche un titolo con un link sarà quasi certamente soggetto alla norma. I termini saranno precisati dalle normative nazionali col rischio di 28 sistemi diversi e quindi di una frammentazione del nuovo diritto.
La norma in questione non tutela affatto gli autori, ma mira palesemente a proteggere gli investimenti economici, così “coprendo” qualsiasi contenuto indipendentemente da una loro “originalità”.
Una norma simile è stata approvata in Spagna, con la conseguenza di concentrare il traffico nelle mani dei grandi editori, a svantaggio dei piccoli editori e dei siti di news minori. Google ha già precisato che non firmerà accordi con tutti gli editori, ma valuterà caso per caso. Questo perché per il gigante di Mountain View già il traffico che direziona verso il sito dell’editore ha un valore economico. Nel caso di rifiuto, l’editore potrà decidere tra fornire gratis i contenuti oppure non comparire sui servizi di Google. È probabile che ci perderanno i “piccoli” editori.
Articolo 13 (filtri di caricamento)
In base all’articolo 13 tutte le piattaforme online che consentono il caricamento di contenuti da parte di utenti devono acquisire licenze per tali contenuti. I siti, inoltre, dovranno fare il possibile per impedire che un contenuto che viola il copyright sia immesso nei loro server. Non è prevista un’eccezione generale per le PMI (piccole medie imprese), ma una serie di criteri di esenzione per le imprese che:
- Sono disponibili al pubblico da meno di 3 anni.
- Hanno un fatturato annuo inferiore ai 10 milioni.
- Hanno meno di 5 milioni di visitatori unici al mese.
Teniamo presente che i sistemi di filtraggio, oltre che essere costosi, sono imprecisi e ampiamente soggetti ad abusi. Oggi siamo al punto che vengono utilizzati a fini di estorsione. Un “piccolo” artista, ad esempio, che guadagna pubblicando sue opere su YouTube, viene bersagliato da false dichiarazioni di violazione del copyright. Poiché se tali reclami si susseguono il sistema prevede la cancellazione dell’account dell’utente, è possibile che all'artista venga richiesto di pagare per evitare che il suo account sia cancellato (così perdendo la sua fonte di guadagno). Le grandi aziende del copyright hanno accessi privilegiati e quindi possono rimettere online i loro contenuti senza problemi, i “piccoli” no, e quindi rischiano. In breve il sistema “disincentiva” a fare da soli senza intermediari (la grande industria).
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Fonte: Valigia Blu
Autore: Bruno Saetta
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Articolo tratto interamente da Valigia Blu
Scandaloso va bloccato con ogni mezzo
RispondiEliminaSi rischia il blocco della rete.
EliminaE' curioso che l'art.11 finisca per danneggiare gli stessi editori.
RispondiEliminaCavaliere del Web linka un articolo del fatto quotidiano: viola l'art.11, ma lo fa praticamente dando un vantaggio al fatto quotidiano.
E' importantissimo per la visibilità degli articoli avere condivisioni anche esterne.
Non vedo grandi vantaggi in questa norma..
L'art.13 è una bella mazzata...
I piccoli editori hanno già inviato tante lettere di proteste.
EliminaCaro Vincenzo grazie a te che ci dedichi tanto tempo per informarci di tutto.
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Buon pomeriggio anche a te.
EliminaSi parla di articoli se ho ben capito.
RispondiEliminaMa quando io parlo di un libro che ho letto posso mettere la copertina? Indico titolo, autore, casa editrice, traduttore e metto il link del sito dove ho preso l'immagine. Non so più che fare
Anch'io cerco di non violare i diritti di nessuno, ma basta veramente poco.
EliminaMolto interessante, me lo metto da parte.
RispondiEliminaInteressa a tutti.
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