martedì 25 settembre 2018

Comunicato Arci su decreto sicurezza


Comunicato da Arci

Una pagina nera per la nostra democrazia, che avrà conseguenze negative anche per le amministrazioni locali.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità il testo che ha unificato i due provvedimenti su immigrazione e sicurezza. Già ci sarebbe molto da dire sull’abbinamento sicurezza-migranti che lascia intendere come questi ultimi siano comunque considerati dal governo un problema di ordine pubblico. E coerentemente con questa convinzione, il decreto riduce drasticamente i diritti di chi chiede o ha ottenuto protezione, eliminando di fatto quella umanitaria ed elencando una serie di condizioni che possono portare alla revoca dell’asilo e della cittadinanza.

Fortemente ridimensionato risulta poi il sistema d’accoglienza Sprar, l’unico che abbia garantito una gestione trasparente e  l’integrazione degli stranieri ospitati,  innanzitutto nella comunità in cui è situato il centro.

Con questo decreto gli Sprar potrebbero essere aperti solo a minori e a titolari di permesso di soggiorno, riducendone drasticamente l’efficacia e il numero di accolti.

Si preferisce puntare sui grandi centri e sulla gestione privata affidata alle gare d’appalto delle Prefetture e non dei Comuni. Centri che già hanno dato risultati pessimi sul piano della trasparenza, dell’integrazione e del rispetto dei diritti e della dignità dei migranti accolti, oltre che sull’impatto sulle comunità e sui territori. Viene riproposto l’allungamento a 180 giorni dei tempi della detenzione amministrativa, nonostante ne sia già stata dimostrata l’inefficacia per i fini che si propone.

Un elenco di provvedimenti che nella pratica cancellano molto delle iniziative positive e sostenibili che sono state messe in piedi i questi anni e che hanno visto protagonisti i sindaci e le comunità locali.

Il profilo di illegittimità è palese. La contrarietà ai principi della nostra Costituzione è evidente. Le persone in cerca di protezione continueranno ad arrivare: i conflitti proliferano e i profughi ne sono una diretta conseguenza. L’attuale instabilità in Libia ne è un’ulteriore prova.

L’ARCI esprime la sua netta contrarietà agli interventi previsti nel Decreto Legge.
Si appella al Presidente della Repubblica, massimo garante del rispetto dei principi costituzionali, affinché non firmi un simile provvedimento.

Chiama alla mobilitazione per ribadire la necessità di rafforzare il diritto d’asilo in Italia, non di cancellarlo, e di sostenere i percorsi di inclusione sociale garantiti dalla rete d’accoglienza Sprar e non di abolire ogni buona prassi favorendo la ghettizzazione dei richiedenti asilo, il business di soggetti incompetenti e la corruzione che ne deriva.


12 commenti:

  1. Caro Vincenzo, io non mi sento di giudicare nessuno.
    Penso che qualcosa si debba fare, per la sicurezza, che è allo sfascio!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Son molto preoccupato per la piega che sta prendendo il nostro paese. Purtroppo l'opposizione è troppo blanda. Il PD, poi, non è più credibile come baluardo della sinistra. Occorre ricominciar tutto da capo.

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  3. Assurdo ma tristemente vero.
    Speriamo che Mattarella si opponga.

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  4. Salvini è troppo accanito contro gli immigrati, c'è un pregiudizio che è molto pericoloso per la nostra democrazia

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  5. Non ero a conoscenza di questo comunicato! Un saluto!👋

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  6. E' giusto, vista l'importanza del tema, analizzare ogni aspetto. Per il resto, bisognerà vedere l'applicazione sul campo della nuova normativa.

    Anche io ho il sospetto che non andrà tutto bene, se non altro perché in Italia "fatta la legge trovato l'inganno".

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