martedì 20 febbraio 2024

Allarme smog in Pianura Padana



Articolo da FuturoProssimo

La Pianura Padana, cuore agricolo e industriale dell'Italia, è alle prese con una sfida ambientale persistente: l'inquinamento dell'aria. In queste ore circolano mappe della qualità dell'aria che lasciano davvero interdetti, e che certificano una situazione terribile. Un "disastro" che ha origini lontane: circondata dalle Alpi e dagli Appennini, questa conca geografica intrappola gli inquinanti, portando ad alcune delle più alte concentrazioni di particolato e gas in Europa. Cosa possiamo fare? Qual è il ruolo delle tecnologie nel monitorare, mitigare e (magari) risolvere questo problema? Spoiler: le tecnologie non bastano.

Facciamo un passo indietro: il contesto della Pianura Padana

La topografia unica della Pianura Padana crea come detto una conca naturale, che la rende particolarmente vulnerabile all'accumulo di inquinanti aerei. Fattori quali emissioni industriali, traffico veicolare e attività agricole contribuiscono ai problemi di qualità dell'aria della regione. Le conseguenze sono vaste e impattano la salute pubblica, l'ambiente e il ricco patrimonio culturale di grandi e belle città come Milano, Torino e Venezia.

L'aria monitorata mostra la presenza di vari inquinanti, tra cui particelle sottili (PM10 e PM2.5), ossidi di azoto, ozono e composti organici volatili. Nella Pianura Padana, l'aria stagnante e la mancanza di ventilazione ne esacerbano la concentrazione, e rendono davvero difficile la soluzione al problema.

Il ruolo della tecnologia: anzitutto monitoraggio

Se oggi stiamo raggiungendo una (drammatica ma necessaria) consapevolezza dei ricschi per la nostra salute, è merito dei progressi tecnologici. Le nuove tecnologie hanno letteralmente trasformato la nostra capacità di monitorare e comprendere la qualità dell'aria. Osservazioni satellitari e stazioni di monitoraggio a terra forniscono dati in tempo reale sulle concentrazioni di inquinanti, consentendo alle autorità di emettere avvisi sanitari e implementare restrizioni al traffico quando necessario. Modelli predittivi, alimentati dall'intelligenza artificiale, offrono intuizioni sui futuri modelli di inquinamento, guidando misure proattive.

E a parte monitorare e avvisare? La lotta contro l'inquinamento dell'aria si combatte mettendo in campo un ventaglio di innovazioni tecnologiche. Le fonti di energia rinnovabile, come il solare e l'eolico, riducono la dipendenza dai combustibili fossili, un importante contributore all'inquinamento. La pianificazione urbana intelligente può integrare spazi verdi e promuovere i trasporti pubblici e la bicicletta, riducendo le emissioni veicolari. I progressi nella tecnologia dei trasporti, inclusi i veicoli elettrici e le celle a combustibile a idrogeno, offrono alternative più pulite ai motori a combustione tradizionali. Ultime ma non ultime, le innovazioni agricole come l'agricoltura di precisione minimizzano l'uso di fertilizzanti e pesticidi, riducendo le emissioni agricole.

Casi di studio: storie di successo in tutto il mondo

Possiamo trarre ispirazione dalle iniziative globali che hanno affrontato con successo l'inquinamento dell'aria. Qui su Futuro Prossimo ne abbiamo citate tante: dall'esempio di Lubiana (centro città senza auto) a quello di Seattle (che ha restituito parte delle strade ai pedoni), passando per azioni più prettamente "cruente" come feroci tasse sull'automobile a New York e Parigi. L'esempio che preferisco, però, è quello di Copenaghen.

Copenhagen si è trasformata da una città incentrata sull'uso dell'auto negli anni '70 a una delle città più orientate alla bicicletta al mondo. La strategia adottata includeva la pianificazione urbana integrata allo sviluppo di infrastrutture dedicate ai ciclisti e misure finanziarie per supportare la mobilità sostenibile. Attraverso l'implementazione di piste ciclabili fisse, semafori dedicati ai ciclisti, percorsi colorati condivisi tra auto e biciclette e ampi parcheggi per biciclette e cargo bike, Copenhagen ha migliorato notevolmente la sicurezza e la convenienza del ciclismo. Un fattore critico del successo? L'integrazione della bici nella pianificazione e nelle politiche urbane, assicurando risorse sufficienti per supportare queste politiche e promuovendo una cultura del ciclismo.

Questi sforzi hanno portato a un aumento impressionante del numero di viaggi giornalieri in bicicletta, con l'obiettivo ormai ad un passo di raggiungere 240.000 persone in bici ogni giorno entro il 2025​​. Se volete approfondire il tema, qui trovate del materiale. Esempi come questo forniscono lezioni preziose per la Pianura Padana, illustrando il potenziale di tecnologia e politica per creare ambienti più sani.

Pianura Padana, la visione tecnologica non basta: serve quella politica

Non ritratto, lo ribadisco: le tecnologie emergenti sono la chiave per la riduzione dell'inquinamento dell'aria. Serve però un lavoro a monte. Servono collaborazioni tra governi, industrie e comunità locali. In sintesi, servono politiche e iniziative innovative per realizzare questa visione. L'integrazione di tecnologia, politica e partecipazione pubblica apre la strada a un futuro in cui la Pianura Padana può respirare più facilmente. La mancanza di uno solo tra questi fattori condanna a morte decine di migliaia di cittadini ogni anno. Avete letto bene: condanna a morte. La Pianura Padana è il luogo in Europa in cui si registra il maggior numero di morti per inquinamento, con conseguenze quali ictus, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro ai polmoni e cardiopatia ischemica.

Un dramma nel dramma globale di un Olocausto all'anno, 9 milioni di morti nel mondo. Smettiamo o no di respirare questa immondizia, mettendo da parte i minuetti sul tipo di veicolo? Quale che sia l'impatto ambientale di un veicolo elettrico o di una bici, non saranno mai paragonabili a quello di mezzi che gettano direttamente nei nostri polmoni delle particelle mortali.

Continua la lettura su FuturoProssimo


Fonte: FuturoProssimo

Autore: Gianluca Riccio


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.

Articolo tratto interamente da FuturoProssimo


2 commenti:

  1. Io abito, appunto, nella pianura Padana ! Da qualche anno piove poco e questo aiuta ad alzare il livello delle polveri nell'aria. Ora si spera nella pioggia che, forse, arriverà domani. Ma non si può sperare solo nella pioggia, bisogna fare qualche cosa per prevenire, usare tecnologie innovative. Qui mancano piste ciclabili ma anche i mezzi urbani sono pochi , chi deve muoversi usa l'auto per forza di cose . In bici, uno rischia pure di essere investito !! Io so che, se mi vien la tosse , non mi passa più !!! Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, anche la mancanza di piogge, fa aumentare il livello d'inquinamento.

      Elimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.