Articolo da ASGI
“Sorprendentemente” respinti alle frontiere con violenza, umiliati e derubati. Oltre novemila i casi di respingimento rilevati in quattro mesi. Più di duemila le testimonianze raccolte, un terzo da bambini.
Questo è il risultato del settimo monitoraggio alle frontiere europee effettuato dal Protecting Rights at Borders (PRAB) da cui emerge una conferma : i respingimenti illegali sono uno strumento per la gestione delle frontiere.
“Surprisingly Surprised” (ndr. Sorprendentemente Sorpresi) è un rapporto di monitoraggio realizzato dal Protecting Rights at Borders (PRAB), network composto da diverse organizzazioni europee, tra cui ASGI, che mira a documentare prove dell’uso di respingimenti illegali nel contesto della gestione delle frontiere in Europa al fine di promuovere cause legali strategiche a tutela dei diritti delle persone colpite dai respingimenti diffusi e sistematici e altre violazioni dei diritti alle porte dell’Europa.
I dati
I dati sono raccolti da organizzazioni non governative (ONG) e iniziative di base in tutta Europa che si sono unite nell’iniziativa PRAB per creare una solida base di prove, basata sull’osservazione diretta e sulle interviste con le persone in movimento.
Nel nuovo monitoraggio si confermano le pratiche sistematiche di respingimento che continuano in diverse frontiere dell’UE, verificando ancora una volta che questi atti illeciti sono diventati uno strumento per la gestione delle frontiere.
Dal 1° maggio al 31 agosto 2023, ASGI e le altre organizzazioni del network PRAB in tutta Europa hanno documentato un impressionante totale di 9.515 episodi di respingimento. Di questi 9.515 casi, 2.030 persone sono state intervistate da un’organizzazione di PRAB e il 30% erano bambini.
Il numero è elevato, ma si ritiene sia ancora solo una frazione dei respingimenti illegali effettivi che avvengono alle frontiere dell’Unione Europea.
Le violenze
Picchiati dalla polizia, morsi dai cani alle frontiere e derubati di tutti i loro averi. Umiliati e lasciati nella foresta senza cibo né acqua. Senza telefono, senza documenti d’identità e senza un posto dove andare. Queste sono solo alcune delle esperienze terrificanti raccontate dalle persone e che il rapporto mette in luce.
Sono state raccolte numerose segnalazioni di violenze, nonché di trattamenti inumani e degradanti, in particolare alle frontiere tra Croazia e Bosnia ed Erzegovina e tra Ungheria e Serbia. È stata documentata anche la mancanza di accesso alle procedure d’asilo, in particolare per le persone alla frontiera ungherese-serba e alla frontiera franco-italiana.
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Fonte: ASGI
Autore: ASGI
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Articolo tratto interamente da ASGI
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