giovedì 28 maggio 2020

28 maggio 1974 - Una bomba, a Brescia, provoca 8 morti e 102 feriti. L'episodio passa alla storia con il nome di strage di piazza della Loggia



La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico fascista compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. L'attentato provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.

Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vennero riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo; quali esecutori materiali vennero riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di "fonte Tritone" dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l'ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l'ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti furono assolti.

È considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti). 

Il 28 maggio 1974 alle 10 in piazza della Loggia a Brescia era prevista una manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista con la presenza del sindacalista della CISL Franco Castrezzati, dell'On. Adelio Terraroli del PCI e del segretario della camera del lavoro di Brescia Gianni Panella. Centinaia di persone erano scese in piazza a manifestare. Alle 10:12 una bomba contenente almeno un chilogrammo di esplosivo nascosta in un cestino dei rifiuti esplose colpendo moltissime persone: tre di queste morirono sul colpo, altre tre durante il trasporto al nosocomio e due feriti morirono in seguito ad ore di agonia per via delle gravi ferite riportate. Altre 102 persone rimasero ferite non gravemente.

Nel 2012 i periti balistici della Corte d'appello di Brescia il generale Romano Schiavi ed il professor Alberto Brandone hanno ribadito la loro precedente perizia che la bomba era costituita da una miscela di gelignite e dinamite, mentre nel 2010 i periti del processo che portò all'assoluzione in forma dubitativa di Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti e Francesco Delfino hanno affermato che la bomba era costituita in gran parte da tritolo.

Le vittime furono:

    Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese.
    Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie.
    Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica.
    Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante.
    Euplo Natali, 69 anni, pensionato, ex partigiano.
    Luigi Pinto, 25 anni, insegnante.
    Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio.
    Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio.

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8 commenti:

  1. Mi colpisce il fatto che diverse vittime erano insegnanti, come me. Ricordo quei tristi momenti, gli anni degli attentati e delle stragi, momenti bui per il nostro paese e tanti interrogativi restano. Buona giornata.

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  2. Una pagina molto buia della nostra storia: la memoria è necessaria.

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  3. Fammi citare Gaber, amico mio:

    "Perché Piazza Fontana, Brescia
    La Stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica
    Eccetera
    Eccetera eccetera"

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  4. Anni ed anni, per una sentenza colabrodo.

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