Articolo da Vivere Italia
Silvia è inevitabilmente provata, ma sta bene. È stata liberata a 30 chilometri da Mogadiscio, in un territorio recentemente disastrato dalle alluvioni. Stando alle parole dell’intelligence, la cooperante si trovava nelle mani di Al Shabaab, gruppo terrorista somalo affiliato ad al Qaeda. C’era finita dopo il sequestro di quasi un anno e mezzo fa, avvenuto nel villaggio di Chacama - distante neanche cento chilometri da Nairobi – in seguito a un’irruzione nell’orfanotrofio in cui stava lavorando da parte di criminali kenyoti armati fino ai denti. Avevano con loro fucili e machete, e si erano portati via Silvia. Che all’epoca aveva 23 anni, e ora ne ha già 25. Nel mezzo, diciassette mesi d’inferno, di angoscia per la sua famiglia, per tutti i suoi cari. E per l’Italia intera.
Dopo i primi arresti, le indagini erano proseguite senza sosta. Nel mentre, le certezze, erano state poche. Ma una cosa sembrava sicura: Silvia era stata trasferita in Somalia poco dopo il rapimento. E – soprattutto – era ancora viva. In altre parole, la fiaccola della speranza non si era mai spenta.
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Fonte: Vivere Italia
Autore: Simone Celli
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Articolo tratto interamente da Vivere Italia
Caro Vincenzo, ecco le notizie che mi piacerebbe leggere più spesso.
RispondiEliminaCiao e buona domenica settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Una bellissima notizia.
EliminaAvevo perso ogni speranza sulla liberazione della donna.
EliminaFinalmente è stata liberata.
EliminaSplendido inizio di giornata.
RispondiEliminaOttimo!
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