Sono un funzionario che lavora all’Ufficio Statistiche della Regione Lombardia. Per motivi legati alla mia professione preferisco mantenere l’anonimato. Scrivo a partire da ciò che conosco (i dati) della realtà lombarda, senza alcuna pretesa di esaustività. A seguito dell’emergenza Covid-19, le posizioni critiche sulla gestione dell’emergenza non sono certamente bene accolte. Da nessuna parte.
A quasi tre mesi dallo scoppio dell’epidemia, iniziano a essere disponibili alcuni dati più completi e i primi studi che consentono un’analisi più compita di ciò che è successo. Ad esempio, uno studio condotto da Enrico Bucci, Luca Leuzzi, Enzo Marinari, Giorgio Parisi, Federico Ricci Tersenghi “Verso una stima di morti dirette e indirette per Covid-19” analizza i dati Istat relativi al tasso di mortalità. Le principali conclusioni sono le seguenti:
La seconda fonte ufficiale di dati è rappresentata dal dataset fornito dal Ministero della salute e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con i dati aggiornati giorno dopo giorno:
Secondo il report del 6 maggio, h. 18.00, il numero delle persone che
risultano attualmente positive è pari a 91.528 (in costante calo da una
settimana e più), i deceduti sono 29.684 e i guariti 93245. Su 214.457
casi registrati, il tasso di guarigione è stato del 43,5% e quello di
mortalità del 13,8%, uno dei più alti al mondo. Dei 91.528 casi
attualmente positivi, ben l’81,3% (74.426 casi) si trovano in isolamento
domiciliare.
Premesso che la mortalità di Covid-19 è comunque inferiore a quella della SARS e dell’influenza spagnola, occorre domandarsi come in Italia si sia verificato un tasso di mortalità così elevato. A tal fine, può essere utile fare un’analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a Covid-19. Lo stesso ISS fornisce alcune informazioni recuperabili da questo sito:
Premesso che la mortalità di Covid-19 è comunque inferiore a quella della SARS e dell’influenza spagnola, occorre domandarsi come in Italia si sia verificato un tasso di mortalità così elevato. A tal fine, può essere utile fare un’analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a Covid-19. Lo stesso ISS fornisce alcune informazioni recuperabili da questo sito:
Secondo il report del 29 aprile, l’età media dei deceduti è di 79
anni. L’età mediana è di 81 anni mentre l’età media di coloro che hanno
contratto il virus è di 62 anni. Tra i deceduti, sono 260 (al 23 aprile,
pari all’1,1%) coloro che hanno meno di 50. Evidentemente in un paese
dove la vita media è più lunga, gli anziani sono risultati essere i
soggetti più a rischio. In secondo luogo, i decessi colpiscono in misura
maggiore gli uomini (63,3% contro il 36,7% delle donne).
Proprio l’età media avanzata dei decessi è uno dei fattori che può spiegare l’elevata mortalità di soggetti già minati da altre patologie. È interessante notare, infatti, che solo 1073 morti siano riconducibili al solo virus (3,8%), 4.094 morti riguardano pazienti con una patologia (14,5%), 6.042 con due patologie (21,4%) e ben 17.026 con tre o più patologie (60,3%).
Ciò significa, che se definiamo i decessi riconducibili al solo Covid-19 (comprendendo anche quelli con una sola patologia), il virus è stata la principale causa di morte per 5.167 casi (pari a un tasso di mortalità del 1,8%, in linea con il dato della Germania, che contabilizza solo i morti “per” Covid-19).
Proprio l’età media avanzata dei decessi è uno dei fattori che può spiegare l’elevata mortalità di soggetti già minati da altre patologie. È interessante notare, infatti, che solo 1073 morti siano riconducibili al solo virus (3,8%), 4.094 morti riguardano pazienti con una patologia (14,5%), 6.042 con due patologie (21,4%) e ben 17.026 con tre o più patologie (60,3%).
Ciò significa, che se definiamo i decessi riconducibili al solo Covid-19 (comprendendo anche quelli con una sola patologia), il virus è stata la principale causa di morte per 5.167 casi (pari a un tasso di mortalità del 1,8%, in linea con il dato della Germania, che contabilizza solo i morti “per” Covid-19).
Certo, è evidente che se non ci fosse stata l’epidemia, il numero
delle morti, come abbiamo scritto, sarebbe stato decisamente inferiore.
Ma tale numero è stato aggravato da alcune scelte irresponsabili che
sono state prese dalle autorità politiche della Lombardia. È infatti del
tutto anomalo che i morti in Lombardia rappresentino più di metà (il
53,8%) del totale dei decessi registrati in Italia: un territorio che ha
una superficie pari allo 0,00046% della superficie della terra e una
popolazione pari allo 0,0013% della popolazione mondiale ma con oltre il
6,5% del totale mondiale dei decessi per Covid-19.
Quando si sono manifestati i primi focolai nel Nord (Codogno in Lombardia e Vò in Veneto), nonostante l’immediata instaurazione della zona rossa (limitata ai due comuni), la diffusione dell’epidemia ha preso strade diverse. Il Veneto piange “solo” il 5,7% dei morti, una quota inferiore di 10 volte a quella lombarda. Come è possibile?
Quando si sono manifestati i primi focolai nel Nord (Codogno in Lombardia e Vò in Veneto), nonostante l’immediata instaurazione della zona rossa (limitata ai due comuni), la diffusione dell’epidemia ha preso strade diverse. Il Veneto piange “solo” il 5,7% dei morti, una quota inferiore di 10 volte a quella lombarda. Come è possibile?
Per rispondere, credo sia necessario partire 20 anni fa. Occorre infatti
conoscere la storia della sanità lombarda negli ultimi decenni.
Partendo da un dato: dal primo caso di Covid-19 accertato a Codogno
(Lodi) la sera del 21 febbraio, e fino al 2 marzo, in Lombardia “le uniche strutture di ricovero e cura in prima linea nell’emergenza coronavirus sono state tutte pubbliche”, come ha affermato
Maria Elisa Sartor, esperta in questo campo, professoressa a contratto
nel Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli
Studi di Milano. Perché nessuna delle strutture private convenzionate
col Sistema sociosanitario lombardo (SSL), pagate con soldi pubblici, è
stata da subito in prima linea, nonostante oggi rappresentino più del
50% degli ospedali in Lombardia (erano una netta minoranza fino al
1997)?
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Fonte: Effimera
Autore: anonimo
Licenza: Copyleft
Articolo tratto interamente da Effimera
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Caro Vincenzo, credo che dovremo aspettare e dico parecchio prima di sapere tutta la verità, e temo che sarà sconvolgente!
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Dati che fanno tanto riflettere.
EliminaBisognerebbe riflettere attentamente su quelle che sono le conclusioni di questo articolo. Se anche le strutture private si fossero prestate subito all'emergenza, non avremmo questi dati e, ancora oggi, la mia regione è quella che registra il maggior numero di decessi !! Saluti.
RispondiEliminaQuesto ci fa capire che i soldi pubblici non vanno regalati a chi fa profitti sulla salute.
EliminaCredo che a prescindere dai dati, siano morte tante persone perché inizialmente non si sapeva come affrontare la medicina. In pratica le persone rimanevano a casa e poi dovevano passare da sole il "test dei 5-7 giorni": in caso di miglioramento ok, in caso di peggioramento ospedale a sfidare la morte in faccia.
RispondiEliminaAdesso la situazione pare migliorata grazie all'utilizzo di alcune terapie fondamentali per contrastare gli effetti collaterali del virus.
Speriamo bene Cav!
Sicuramente con alcune terapie la situazione è migliorata, ma ci sono serie responsabilità in Lombardia, dove ci sono varie inchieste aperte.
EliminaE' inutile piangere sul latte versato. Ora i nuovi contagi scendono percentualmente. L'indice è 0,8
RispondiEliminaLa Lombardia ha subito il primo impatto degli ammalati quando non ancora la Cina aveva dichiarato la presenza del Covid-19
Il commercio tra Lombardia e Cina era altissimo e la gente viaggiava continuamente. Quando è esplosa la realtà tremenda del virus si sono intasati gli ospedali pubblici e le strutture private erano del tutto inadeguate. Berlusconi e Formigoni avevano smantellato la Sanità pubblica.
Negli anni ci sono stati sempre più tagli e meno risorse.
EliminaSì. I reparti di terapia intensiva erano inesistenti. I medici hanno considerato Covid-19 come una normale influenza e i pazienti ammalati rimandati nelle loro abitazioni. Il personale sanitario morto in Lombardia ha numeri impressionanti.
EliminaCi sono cose che non possono essere gestite dai privati come la sanità e l'istruzione. Il privato ha un solo scopo: il profitto.
RispondiEliminaQuello che è successo in Lombardia è scandaloso!!
Concordo.
EliminaNessuno aveva previsto una pandemia del genere o forse si pensava che sarebbe stata relegata in Paesi lontani da noi.
RispondiEliminaCol senno di poi tanti errori-tagli-leggerezze li avremmo evitati. C’è da sperare che da tutto questo, tutti quanti abbiamo a imparare.
La mia Lombardia ha visto troppa sofferenza e proprio noi che per primi abbiamo fatto i conti con questo invisibile nemico, abbiamo passato giorni davvero spaventosi, con un’infinità di morti che se ne sono andati soli e spaventati e con la paura di fare la loro triste fine.
sinforosa
Sono numeri impressionanti.
EliminaBisognerebbe fare un processo ai politici che negli ultimi ann (dagli anni '80), hanno spinto per la privatizzazione. E fatto questo, anzi insieme, statalizzare tutto, a partire dalla sanità.👊
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo.
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