giovedì 7 maggio 2020

La luna, l'usignolo e le rose di Angiolo Silvio Novaro



La luna, l'usignolo e le rose

Nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna,
uscì la bianca luna.

La luna uscì sul mare.
e il mùsico usignolo,
che addormiva il suo duolo
sotto un dolce cantare,
ammutolì: stupore
gl'invase il picciol cuore.

Preso ebbe il cuore, e tacque
l'usignol, sì gli piacque
la bianca e schietta luna
nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna.

L'usignolo tacque, assorto;
ma le rose dell'orto,
chine a specchiarsi al fonte.
alzarono la fronte
verso la bianca luna,
e momrorava ognuna:
Bacia me, bacia me,
che son la più bella;
bacia me, bacia me,
che sono tua sorella.

Appena udì le rose,
la luna si nascose
sdegnata e pallidetta
dietro una nuvoletta;
ma poi vi aperse un foro,
e con un raggio d'oro,
che parve una saetta,
baciava l'usignolo,
lui che tace a, lui solo.

Angiolo Silvio Novaro



10 commenti:

  1. Quando andavo a scuola si studiavano a memoria le sue poesie!Olga

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  2. Caro Vincenzo, non la conoscevo, ma è molto bella la poesia.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Ma che bella! Grazie Vincenzo.

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  4. Vado un po' fuori tema (ma non del tutto).
    Durante il lockdown era bellissimo svegliarsi alle sette con il solo rumore degli uccellini che cantavano e non come ora sentendo il traffico di una normale giornata di lavoro :)

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