L’ennesimo attacco all’ambiente e alle comunità del territorio si sta consumando sotto i nostri occhi, ad opera di un governo che, in perfetta continuità con quelli precedenti, persiste nella sua opera di spoliazione dei beni comuni e delle risorse naturali. Un territorio come quello pugliese, già pesantemente segnato da innumerevoli crisi ambientali grazie a un modello di “sviluppo” miope e obsoleto, si ritrova ora a difendersi dalle disposizioni nate dal Decreto Sblocca Italia e dal Decreto Sviluppo del 2012.
Negli ultimi mesi il governo italiano ha deciso di autorizzare la ricerca di petrolio e la sua estrazione in mare attraverso 14 permessi rilasciati dal Ministero dell’Ambiente di cui ben 9 riguardanti le coste pugliesi.
Assisteremo quindi alla nascita di piattaforme di trivellazione in mare aperto e ovvie conseguenze: la deturpazione del paesaggio, la flora e la fauna marina a serio rischio di sopravvivenza e il danneggiamento di attività economiche locali che dal mare traggono la propria ragion d’essere come la pesca e il turismo.
E tutto ciò in un quadro complessivo dove il Sud Italia è visto solo come semplice area da sfruttare senza tener conto dei diritti delle popolazioni locali di scegliere un modello di sviluppo a lungo termine compatibile con il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali.
Il piano di sviluppo pensato per il Sud vedrà la devastazione dei territori interessati con pesanti ricadute in termini di costi ambientali, sanitari, sociali ed economici attraverso opere che potranno essere decise e attuate senza alcun coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei governatori regionali.
Negli ultimi mesi da più parti si è cercato di far pressione sulle amministrazioni interessate affinché ricorressero al TAR per bloccare i permessi di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi entro le 12 miglia. Tali permessi potrebbero essere definitivamente revocati attraverso una consultazione referendaria per l’abrogazione dell’art. 35 del Decreto Sviluppo che è possibile avviare, tramite l’adozione da parte di almeno cinque consigli regionali di una apposita delibera.
In realtà l’ambiguità e l’immobilismo degli enti coinvolti su questi provvedimenti ci convincono ulteriormente della necessità di costruire dal basso e autonomamente una resistenza popolare e partecipata a questo insano progetto.
Ovunque in questi mesi movimenti e attivisti si sono organizzati per fare informazione ed esprimere il proprio dissenso attraverso proposte sostenibili e alternative a una politica energetica e industriale dissennata.
Anche qui a Barletta come movimenti, associazioni e singoli cittadini abbiamo deciso di attivarci per esprimere concretamente la nostra opposizione alle trivellazioni nell’Adriatico e altrove convocando un’assemblea pubblica il 26 Agosto alle ore 19.30 in Piazza Caduti.
Tutte le realtà e i cittadini della Provincia sono invitati per cercare di far fronte comune e informare la cittadinanza su ciò che sta avvenendo.
Questa assemblea servirà anche a lanciare la manifestazione del Coordinamento No Triv Terra di Bari il 18 Settembre presso la Fiera del Levante, data in cui sarà convocata la Conferenza delle Regioni del Sud sul tema delle trivellazioni.
Mercoledì 26 Agosto, ore 19.30
Piazza Caduti, Barletta
Piazza Caduti, Barletta
No Triv Barletta
Per maggiori informazioni:
Pagina evento Facebook: https://www.facebook.com/events/105290116490336/
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