Articolo da Tech Economy
E’ molto interessante vedere come
un’azienda come Microsoft sia cambiata sotto la guida del suo nuovo CEO
Satya Nadella. Da un’azienda assetata di soldi ed estremamente
aggressiva contro l’Open Source, Linux e qualsiasi altra cosa che si
potesse frapporre tra loro ed il profitto ad una che regala l’ultima
versione di Windows e dice di amare Linux.
Eppure, da quando Steve Ballmer ha
lasciato il suo posto di CEO, è avvenuto un grosso cambiamento e
l’azienda ha ufficialmente cambiato le sue strategie tecniche e
commerciali. Nadella pare di aver compreso che il mercato sta cambiando e
che vendere licenze di software che gli utenti pagano ed usano per
diversi anni senza pagare niente altro a Microsoft non genera più i
profitti di una volta.
Il mondo, nel bene e nel male, sta
effettivamente cambiando in quanto la maggior parte dei produttori di
software stanno facendo di tutto perché noi, consumatori ed utenti
aziendali, iniziamo ad utilizzare il loro software come un servizio
“Cloud” invece di installarlo sui nostri PC o server.
In certi casi ciò può essere apprezzato
in quanto ci sono molte applicazioni che risultano più efficienti se
installate e gestite su server in data center come Google, Twitter o
Facebook che sono servizi che si finanziano grazie alle informazioni che
noi forniamo ed alla pubblicità che loro ci mostrano.
Ma naturalmente c’è anche un risvolto
oscuro che non molti capiscono. Quando utilizziamo servizi Cloud
gratuiti siamo perfettamente coscienti che quei servizi possono essere
un rischio per la nostra privacy e che le informazioni che condividiamo potrebbero un giorno essere usate contro di noi.
Ma quando paghiamo per un servizio Cloud che cosa succede?
Intanto bisogna rendersi conto che anche
se quel sevizio ha un costo annuale che sembra basso quel costo lo
avremo per sempre, o almeno per tutto il tempo che vorremo usare quel
servizio, ma almeno ci possiamo aspettare che quel servizio commerciale
sia sicuro e che rispetti la nostra privacy, vero?
Purtroppo non è proprio così.
Questa premessa è necessaria in quanto Microsoft Windows 10 è un ibrido tra il vecchio modo di gestire un sistema operativo installato sul proprio PC ed un servizio Cloud.
Già molti utenti hanno visto che
acquistando un PC con Windows 8 con le impostazioni di default i loro
dati venivano automaticamente sincronizzati con OneDrive, lo storage
Cloud di Microsoft, senza che loro se ne rendessero conto.
Naturalmente pochissimi utenti delle
versioni Consumer si sono preoccupati di leggere le condizioni d’uso per
il servizio dove Microsoft dice chiaramente “l’Utente
concede a Microsoft una licenza internazionale e gratuita sulla
proprietà intellettuale per l’utilizzo del Contenuto dell’Utente, ad
esempio ai fini della duplicazione, conservazione, trasmissione,
riformattazione, distribuzione tramite strumenti di comunicazione e
visualizzazione del Contenuto dell’Utente nell’ambito dei Servizi”.
La maggior parte degli utenti non ha
conoscenze tecniche particolarmente elevate e non ha un’idea molto
chiara di quanto ignorare la propria Privacy può danneggiare loro
stessi, la loro famiglia e spesso la loro aziende, per cui cliccano sul
tasto OK senza neanche sapere che stanno firmando un contratto che da
alla Microsoft (e tante altre aziende) diritto di fare quello che
vogliono con i loro dati.
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Fonte: Tech Economy
Autore: Paolo Vecchi
Licenza:
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.
Articolo tratto interamente da Tech Economy
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ecco questo mi mancava...dovrò controllare tutto allora :D
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