sabato 22 agosto 2015

Privacy a rischio su Windows 10


 
Articolo da Tech Economy
 
E’ molto interessante vedere come un’azienda come Microsoft sia cambiata sotto la guida del suo nuovo CEO Satya Nadella. Da un’azienda assetata di soldi ed estremamente aggressiva contro l’Open Source, Linux e qualsiasi altra cosa che si potesse frapporre tra loro ed il profitto ad una che regala l’ultima versione di Windows e dice di amare Linux.

Eppure, da quando Steve Ballmer ha lasciato il suo posto di CEO, è avvenuto un grosso cambiamento e l’azienda ha ufficialmente cambiato le sue strategie tecniche e commerciali. Nadella pare di aver compreso che il mercato sta cambiando e che vendere licenze di software che gli utenti pagano ed usano per diversi anni senza pagare niente altro a Microsoft non genera più i profitti di una volta.

Il mondo, nel bene e nel male, sta effettivamente cambiando in quanto la maggior parte dei produttori di software stanno facendo di tutto perché noi, consumatori ed utenti aziendali, iniziamo ad utilizzare il loro software come un servizio “Cloud” invece di installarlo sui nostri PC o server.

In certi casi ciò può essere apprezzato in quanto ci sono molte applicazioni che risultano più efficienti se installate e gestite su server in data center come Google, Twitter o Facebook che sono servizi che si finanziano grazie alle informazioni che noi forniamo ed alla pubblicità che loro ci mostrano.

Ma naturalmente c’è anche un risvolto oscuro che non molti capiscono. Quando utilizziamo servizi Cloud gratuiti siamo perfettamente coscienti che quei servizi possono essere un rischio per la nostra e che le informazioni che condividiamo potrebbero un giorno essere usate contro di noi.

Ma quando paghiamo per un servizio Cloud che cosa succede?

Intanto bisogna rendersi conto che anche se quel sevizio ha un costo annuale che sembra basso quel costo lo avremo per sempre, o almeno per tutto il tempo che vorremo usare quel servizio, ma almeno ci possiamo aspettare che quel servizio commerciale sia sicuro e che rispetti la nostra privacy, vero?

Purtroppo non è proprio così.

Questa premessa è necessaria in quanto Microsoft è un ibrido tra il vecchio modo di gestire un sistema operativo installato sul proprio PC ed un servizio Cloud.

Già molti utenti hanno visto che acquistando un PC con Windows 8 con le impostazioni di default i loro dati venivano automaticamente sincronizzati con OneDrive, lo storage Cloud di Microsoft, senza che loro se ne rendessero conto.

Naturalmente pochissimi utenti delle versioni Consumer si sono preoccupati di leggere le condizioni d’uso per il servizio dove Microsoft dice chiaramente “l’Utente concede a Microsoft una licenza internazionale e gratuita sulla proprietà intellettuale per l’utilizzo del Contenuto dell’Utente, ad esempio ai fini della duplicazione, conservazione, trasmissione, riformattazione, distribuzione tramite strumenti di comunicazione e visualizzazione del Contenuto dell’Utente nell’ambito dei Servizi”.

La maggior parte degli utenti non ha conoscenze tecniche particolarmente elevate e non ha un’idea molto chiara di quanto ignorare la propria Privacy può danneggiare loro stessi, la loro famiglia e spesso la loro aziende, per cui cliccano sul tasto OK senza neanche sapere che stanno firmando un contratto che da alla Microsoft (e tante altre aziende) diritto di fare quello che vogliono con i loro dati.
 
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Fonte: Tech Economy


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Articolo tratto interamente da Tech Economy

 

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