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Ieri Jeff Bezos, fondatore dell’azienda, ha risposto al quotidiano con un’email ai suoi dipendenti, scrivendo che l’articolo non descrive l’Amazon che conosce e che “chiunque lavori in un’azienda come quella descritta dal New York Times sarebbe un pazzo a restarci”.
Cos’ha scritto il New York Times.
Gli impiegati di Amazon, si legge nell’articolo uscito il 15 agosto, sono costretti a lavorare senza sosta, più di 80 ore a settimana, a volte anche di notte, nel fine settimana e durante le vacanze. Chi lavora meno di 80 ore viene considerato “debole” e isolato.
Amazon inoltre, per incoraggiare la produttività e la meritocrazia, usa un sistema di valutazione chiamato Anytime feedback tool, con il quale ogni lavoratore invia ai dirigenti una valutazione dei colleghi. Spesso però questo strumento spinge gli impiegati a mettersi d’accordo per dare giudizi collettivi, soprattutto quelli negativi, su singole persone considerate sgradite, emarginandole e causandone il licenziamento. Hanno ricevuto voti negativi anche alcune persone malate di cancro o che avevano subìto un aborto spontaneo.
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Fonte: Internazionale
Autore: redazione Internazionale
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Articolo tratto interamente da Internazionale
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