martedì 23 ottobre 2012
Nebbia di Giovanni Pascoli
Nebbia
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch'è morto!
Ch'io veda soltanto la siepe
dell'orto,
la mura ch'ha piene le crepe
di valeriane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch'io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch'ami e che vada!
Ch'io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch'io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest'orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.
Giovanni Pascoli
3 commenti:
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Bella questa poesia, ha un sapore strano quando la nebbia la vivi praticamente non solo teoricamente.
RispondiEliminaCiao buon pomeriggio!
Bella poesia. Ricordi di scuola. Da me in autunno la nebbia arriva sovente. Se non ti devi spostare con l'auto è una meraviglia...Ovattata, avvolgente, nascone e ti fà vedere solo ciò che vuole...
RispondiEliminaNon la conoscevo. O non la ricordavo più. In ogni caso, mi riporta alla dolcezza che pervadeva il mio animo di scolaro alla lettura di una poesia di questo tenore, fatto comune, almeno all'epoca, nelle scuole elementari.
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