Articolo da Ilmegafonoquotidiano.it
Più di 120 economisti hanno pubblicato un appello sul
quotidiano francese Le Monde in cui si pronunciano contro il Trattato
fiscale europeo. Denunciano un trattato "portatore di una logica
recessiva che aggraverà gli squilibri attuali" e chiedono a François
Holland di non seguire la politica di austerità dei suoi predecessori. I
firmatari provengono da scuole accademiche diverse e tra loro ci sono
economisti molto noti come:
Frédéric Boccara, Marc Bousseyrol, Laurent Cordonnier, Denis Durand,
Guillaume Etievant, David Flacher, Bernard Friot, Jean Gadrey, Jacques
Généreux, Bernard Guerrien, Jean-Marie Harribey, Michel Husson, Sabina
Issehnane, Florence Jany-Catrice, Esther Jeffers, Paul Jorion, Pierre
Khalfa, Dany Lang, Philippe Légé, Frédéric Lordon, Christiane Marty,
François Morin, André Orléan, Dominique Plihon, Christophe Ramaux,
Gilles Raveaud, Jacques Rigaudiat, Dominique Taddéi, Stéphanie Treillet
Dal 2008, l'Unione europea è di fronte a una crisi economica senza
precedenti. Contrariamente a quanto preteso dagli economisti liberali,
questa crisi non è dovuta al debito pubblico. La Spagna e l'Irlanda, ad
esempio, subiscono gli odierni attacchi dei mercati finanziari
nonostante questi paesi abbiano sempre rispettato i criteri di
Maastricht. L'aumento dei deficit pubblici è una conseguenza della
caduta delle entrate fiscali dovuta in parte ai regali fiscali fatti
alle classi più agiate, all'aiuto pubblico apportato alle banche
commerciali e al ricorso ai mercati finanziari per detenere il debito a
tassi di interesse molto elevati.
La crisi si spiega anche per l'assenza totale di un regolamentazione
del credito e dei flussi di capitali a spese del lavoro, dei servizi
pubblici e delle attività produttive. Essa è gestita dalla Banca
centrale europa che appoggia senza condizioni le banche private ed esige
al momento una "stretta condizionalità" all'austerity dagli Stati
quando si tratta di svolgere il ruolo di "prestatore in ultima istanza".
Ed impone loro delle politiche di austerità che si rivelano incapaci di
combattere la speculazione sui debiti sovrani dato che la sua sola
missione riconosciuta dai trattati e quella di mantenere la stabilità
dei prezzi. Inoltre, questa crisi è aggravata dal dumping fiscale
intra-europeo e dal divieto fatto alla Bce di prestare direttamente agli
Stati per le spese future, al contrario di altre banche centrali del
mondo come la Federal Reserve Usa. Infine, la crisi è rafforzata
dall'estrema debolezza del bilancio europeo e dal suo sprofondamento al
tasso ridicolmente basso dell'1,24% del Pil, con un orientamento che
rende impossibile qualsiasi espansione coordinata e ambiziosa
dell'attività in Europa.
Limitando più che mail la capacità dei paesi a rilanciare le loro
economie e imponendo loro l'equilibrio dei conti pubblici, il trattato è
portatore di una logica recessiva che aggraverà meccanicamente gli
squilibri attuali. I paesi che soffrono un affossamento della loro
domanda interna saranno condotti a ridurre ancora più fortemente la loro
domanda pubblica. Mentre diversi Stati membri sono già in recessione,
questa minaccerà ancora l'attività produttiva e il lavoro, dunque le
entrate pubbliche, il che accentuerà alla fine i deficit. Così, l'Ocse
prevede già 300 mila disoccupati in più, in Francia, alla fine del 2013
dovuti all'austerità. A medio e lungo termine, il dato ipotecherà la
transione sociale ed ecologica che ha bisogno di investimenti
considerevoli.
In nome di una pretesa "solidarietà europea", il trattato organizza
di fatto la garanzia da parte degli Stati dei grandi patrimoni
finanziari privati. Scolpisce nel marmo misure di austerità automatiche,
imposte ai rappresentanti dei popoli, costringendo le loro decisioni di
bilancio, dettate da un organismo non eletto. Il Meccanismo di
stabilità europea (l'Esm), instituzione antidemocratica per eccellenza,
potrebbe proporre prestiti a tassi un po' meno elevati (5% in media). Ma
questi prestiti sarebbero condizionati all'applicazione di una
austerità drastica imposta ai popoli!
La garanzia pubblica degli investitori privati non fa che incoraggiare
la speculazione mentre bisognerebbe spezzarla togliendole dalle mani il
debito pubblico. L'insieme dell'edificio risposa così su delle
condizionalità anti-sociali imposte a qualsiasi aiuto o intervento, e il
rifiuto di intervento diretto della Bce per le nuove spese. Questa si
accontenterà di un riacquisto restrittivo dei titoli di stato sul
mercato secondario come già annunciato recentemente da Mario Draghi.
Centinaia di economisti nel mondo, tra cui alcuni premi Nobel come
Joseph Stiglitz e Paul Krugman, hanno ampiamente criticato il non senso
economico della politica attualmente in campo in Europa. Il risultato è
senza appello: l'austerità è ingiusta, inefficace, anti-democratica.
Noi possiamo fare diversamente. L'avvenire dell'Europa merita un
dibattito democratico sulle soluzioni di uscita dalla crisi.
Un'espansione coordinata dell'attività produttiva, del lavoro e dei
servizi pubblici sarebbe possibile, in particolare tramite il
finanziamento diretto selettivo e a basso tasso da parte della Bce degli
organismi pubblici di credito pubblici. Perché la Ue metta in azione
queste politiche è urgente riformare e democratizzare le sue
istituzioni. Un Fondo europeo di sviluppo sociale ed ecologico, a
gestione democratica, potrebbe accentuare questa dinamica. In più,
potrebbe mettere in pratica un controllo della finanza, in particolare
vietando gli scambi di obbligazioni sovrane sui mercati secondari,
limitando strettamente la cartolarizzazione e i prodotti derivati e
tassando i movimenti di capitali speculativi.
Le sfide sociali ed ecologiche sono attualmente immense. E' urgente
una svolta per uscire dalla crisi dall'alto. E' possibile disfarsi del
bilancio oscuro delle politiche liberiste di una Francia che comprende 5
milioni di disoccupati e 10 milioni di poveri. Per darsi i mezzi
adeguati occorre spezzare la morsa dei mercati finanziari e non dare
loro maggior forza. E' per questo che rifiutiamo la ratifica del
Trattato europeo sulla stabilità, il coordinamento e la governante
(Tscg)
Firmatari
• Louis Adam, commissaire aux comptes,
Matthieu Agostini, expert RSE,
• Pierre Alary, maître de conférences, Université Lille 1,
• Daniel Bachet, professeur, Université d'Evry,
• Emmanuel Barret, expert, banque d'investissement,
• Philippe Batifoulier, maître de conférences, Université Paris 10,
• Michel Bellet, professeur, Université de Saint-Etienne,
• Nicolas Beniès, économiste, université populaire de Caen,
• Matthieu Béraud, maître de conférences, Université de Lorraine,
• Eric Berr, maître de conférences, Université Bordeaux 4,
• Jacques Berthelot, INP Toulouse,
• Pierre Bezbakh, maître de conférences, Paris IX-Dauphine,
• Pierre Bitoun, INRA,
• Frédéric Boccara, maître de conférence associé, Université Paris XIII,
• Paul Boccara, maître de conférence honoraire, université de Picardie,
• François Bojzcuk, conseiller en développement socio économique des territoires,
• Serge Bornet, agrégé SES,
• Marc Bousseyrol, maître de conférences, IEP de Paris,
• Mireille Bruyère, maître de conférences, Toulouse 2,
• Claude Calame, directeur d'étude, EHESS, Paris
• Christophe Carrincazeaux, maître de conférences, Université Bordeaux 4,
• Pierre Causse, économiste,
• David Cayla maître de conférences, Université d'Angers,
• Christian Celdran, administrateur civil honoraire,
• Gabriel Colletis, professeur, Université de Toulouse 1,
• Christian Corneliau, économiste, EHESS,
• Laurent Cordonnier, maître de conférences, Université Lille 1,
• Jacques Cossart, économiste,
• Yves Dimicoli, économiste, ancien membre du conseil Äanalyse économique,
• Vanessa Di-Paola, maître de conférences, Université d'Aix-Marseille
• Jean-Paul Domin, maître de conférences, Université de Reims,
• Alain Dontaine, Université Stendhal-Grenoble,
• Ali Douai, maître de conférences, Université Bordeaux 4,
• Denis Durand, économiste, membre du Conseil économique, social et environnemental,
• Jean-Marc Durand, économiste,
• Guillaume Etievant, expert économique auprès des CE,
• David Flacher, maître de conférences, Université Paris 13,
• Mathieu Forgues, professeur agrégé de SES,
• Anne Fretel, maître de conférences, Université Lille 1,
• Bernard Friot, Université Paris-X, institut européen du salariat,
• Maryse Gadreau, professeur émérite, Université de Bourgogne,
• Jean Gadrey, professeur, Université Lille I,
• Véronique Gallais, économiste,
• Jacques Généreux, professeur, IEP de Paris,
• Ariane Ghirardello, maître de conférences, Université Paris 13,
• Patrick Gianfaldoni, maître de conférences, université d'Avignon et des Pays de Vaucluse,
• Jean-Pierre Gilly, professeur, Université de Toulouse 1
• Gael Giraud, CNRS, Ecole d'Economie de Paris, ESCP-Europe
• Bernard Guerrien, SAMM, Centre d'économie de la Sorbonne,
• Alain Guéry, Histoire économique, CNRS
• Bernard Guibert, économiste-statisticien,
• Hector Guillen-Romo, université Paris 8,
• Ozur Gun, maître de conférence, université de Reims,
• Jean-Marie Harribey, maître de conférences, Université Bordeaux 4,
• Michel Husson, économiste,
• Sabina Issehnane, maître de conférences, Université Rennes 2,
• Florence Jany-Catrice, professeur, Université Lille 1
• Esther Jeffers, maître de conférences, Paris 8
• Paul Jorion, titulaire de la chaire « Stewardship of Finance » à la Vrije Universiteit Brussel,
• Andrée Kartchevsky, professeur, université de Reims,
• Pierre Khalfa, syndicaliste, membre du Conseil économique, social et environnemental,
• Thierry Kirat, directeur de recherche au CNRS, Paris Dauphine
• Robert Kissous, statisticien économiste,
• Agnès Labrousse, maître de conférences, Université de Picardie,
• Stéphanie Laguérodie, maître de conférences, Paris 1,
• Dany Lang, maître de conférences, Université Paris 13,
• Catherine Lebrun, économiste,
• Cécile Lefevre, professeur, Université Paris Descartes,
• Pierre Le Masne, maître de conférences, Université de Poitiers
• Philippe Légé, maître de conférences, Université de Picardie,
• Pierre Lévy, maître de conférences, Université Paris Dauphine,
• Frédéric Lordon, directeur de recherche au CNRS,
• Jérôme Maucourant, maître de conférences, Université Jean Monnet - IUT de Saint-Etienne
• Jean Magniadas, membre honoraire du Conseil économique et social,
• Marc Mangenot, économiste,
• Jonathan Marie, maître de conférences, Université Paris XIII,
• Christiane Marty, économiste,
• Pierre Mascomère, actuaire,
• Gustave Massiah, économiste,
• Antoine Math, économiste,
• Thierry Méot, statisticien-économiste,
• Nicolas Meunier, économiste,
• Sandrine Michel, maître de conférences, Université Montpellier 1
• Catherine Mills, maître de conférences, Université Paris 1,
• Matthieu Montalban, maître de conférences, Université Bordeaux 4,
• Alain Morin, directeur de la revue Economie et Politique,
• François Morin, professeur, Université Toulouse 1,
• Nolwenn Neveu, professeur agrégé de SES,
• Alain Obadia, membre du Conseil économique social et environnemental
• André Orléan, directeur de recherches, CNRS-EHESS,
• Fabienne Orsi, IRD,
• Gilles Orzoni, économiste,
• Bernard Paranque, économiste, euromed management,
• Pascal Petit, économiste, université Paris 13,
• Henry Philipson, économiste,
• Dominique Plihon, professeur, Université Paris 13,
• Jean-François Ponsot, maître de conférences, Université Grenoble 2,
• Nicolas Prokovas, maître de conférences, Université Paris 13,
• Christophe Ramaux, professeur, Université Paris 1
• Gilles Rasselet, professeur, Université de Reims,
• Frédéric Rauch, rédacteur en chef de la Revue Economie et Politique,
• Gilles Raveaud, Institut d'Etudes Européennes, maître de conférence Paris 8 St-Denis,
• Jacques Rigaudiat, ancien conseiller social des Premiers ministres Rocard et Jospin,
• Bertrand Rothé, professeur agrégé d'économie gestion, Université de Cergy Pontoise,
• Gilles Rotillon, professeur, université Paris X,
• Jean-Marie Roux, économiste,
• Catherine Samary, maître de conférences, Paris Dauphine,
• Bertrand Seys, maître de conférences Télécom Bretagne,
• Richard Sobel, maître de conférences Université Lille 1,
• Bernard Sujobert, statisticien-économiste,
• Dominique Taddéi, ancien président d'université, ancien Président de la Caisse des dépots et consignations,
• Bernard Teper, économiste,
• Bruno Tinel, maître de conférences, Université Paris I,
• Stéphanie Treillet, maître de conférences des universités,
• Sébastien Villemot, économiste,
• Philippe Zarifian, professeur, Université Paris Est-Marne la vallée,
Fonte: Ilmegafonoquotidiano.it
Autore: redazione Il megafono
quotidiano
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Articolo tratto interamente
da Ilmegafonoquotidiano.it
giovedì 4 ottobre 2012
3 commenti:
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Grazie, meglio essere sempre informati!Un caro saluto.
RispondiEliminasperiamo che li ascoltino....
RispondiEliminaFirme di tutto rispetto!
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