lunedì 16 dicembre 2024

Nuovo ddl lavoro, sempre più precari



Articolo da Popoffquotidiano

Il Ddl Lavoro è un piano inclinato sempre più ripido verso la precarizzazione: vengono eliminati i vincoli ai contratti di somministrazione e del lavoro stagionale.

«L’Aula del Senato ha definitivamente approvato il Ddl Lavoro collegato alla legge di Bilancio. I 33 articoli del provvedimento introducono norme di semplificazione e regolazione, annuncia il ministero del Lavoro, con particolare riferimento ai temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, della disciplina dei contratti, dell’adempimento degli obblighi contributivi e degli ammortizzatori sociali». La conta ha registrato 81 sì, 47 no e un astenuto al Ddl. Il provvedimento diventa così definitivo visto che aveva già ottenuto il via libera dalla Camera lo scorso 9 ottobre. Il ddl, frutto di uno stralcio del Collegato Lavoro, punta a semplificare numerosi adempimenti burocratici e a «migliorare (così il dispaccio Ansa) le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, ponendo particolare attenzione alla flessibilità delle prestazioni salariali e alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei liberi professionisti. Durante l’esame in Commissione e in Aula sono stati respinti tutti gli emendamenti».

Certo, è difficile vedere un miglioramento nelle nuove misure sulle dimissioni automatiche per assenze ingiustificate, sui contratti a termine e di somministrazione, con l’esclusione dal tetto del 30% dei lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro, di stagionali e aziende start-up. Le aziende hanno le mani sempre più libere e possono licenziare più facilmente visto che vengono meno i vincoli contrattuali, addirittura del tutto per alcune categorie come per coloro che arrivano dagli ammortizzatori sociali. Ora una fabbrica potrebbe anche funzionare senza nessun dipendente diretto dalla proprietà. E, mentre si amplia anche la definizione del lavoro stagionale, si svela la strategia di puntare su un lavoro a basso valore aggiunto, ossia sempre più povero in un paese in cui i salari sono i più bassi d’Europa e i profitti i più alti.

Questi alcuni dei punti principali previsti dal ddl Lavoro.

CONTRATTI A TERMINE E SOMMINISTRAZIONE. Vengono esclusi dal tetto del 30% previsto per i lavoratori in somministrazione a tempo determinato rispetto al totale dei contratti stabili, i lavoratori assunti dalle agenzie per il lavoro a tempo indeterminato o lavoratori con determinate caratteristiche o assunti per determinate esigenze (svolgimento di attività stagionali o di specifici spettacoli, start-up, sostituzione di lavoratori assenti, lavoratori con più di 50 anni).

STAGIONALI. Inoltre, rientrano tra le attività stagionali, quelle organizzate per far fronte a “intensificazioni” dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno, nonché a esigenze tecnico-produttive o collegate ai cicli stagionali dei settori produttivi o dei mercati serviti dall’impresa, secondo quanto previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.

ASSENZE INGIUSTIFICATE E DIMISSIONI. L’assenza ingiustificata del lavoratore protratta oltre il termine previsto dal contratto o, in mancanza di previsione contrattuale, oltre i quindici giorni, comporta la risoluzione del rapporto di lavoro per volontà del lavoratore e in tal caso non si applica la disciplina sulle dimissioni telematiche. Non scatta se il lavoratore dimostra l’impossibilità, per causa di forza maggiore o per fatto imputabile al datore di lavoro, di comunicare i motivi che giustificano l’assenza. Il datore di lavoro lo comunica all’INL (Ispettorato nazionale del lavoro) che può verificare.

PERIODO DI PROVA. Ridefinisce il periodo di prova dei contratti a tempo determinato: tra i due e i quindici giorni per i contratti con durata fino a sei mesi; da due giorni a trenta giorni per quelli con durata superiore a sei mesi e inferiore a dodici mesi.

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Articolo tratto interamente da Popoffquotidiano


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