martedì 17 dicembre 2024

Troppo razzismo in Italia



Articolo da Unimondo

“Smettete di fare finta di non essere razzisti!” Il cartello di una manifestazione diventa la copertina di un libro della Lunaria, il Sesto Libro Bianco sul razzismo in Italia. In questa edizione del volume vengono documentati 1125 episodi di cronaca di razzismo, definito “ordinario”, emersi dal 2021 al 2023 e registrati attraverso l’osservatorio cronachediordinariorazzismo.org

È dal 2009 che l’associazione Lunaria è impegnata a raccontare il razzismo, partendo dal presupposto di voler tentare di restituire umanità a tutte quelle persone che quotidianamente lo subiscono. Una volontà di far memoria e, chiaramente, di arginare questo fenomeno non riducendolo a episodico e tantomeno imputabile all’atteggiamento di individui solitari. Lunaria racconta che queste discriminazioni sono “radicate nel nostro Paese da molto tempo e (…) sono fenomeni sociali, strutturali, ordinari e sistemici, in cui giocano un ruolo centrale gli attori collettivi: le istituzioni, i partiti e gli operatori dei media, innanzitutto”. Negli ultimi 15 anni xenofobia e razzismo hanno acquisito progressiva legittimazione a livello normativo, politico e culturale con una vera e propria ostentazione di discorsi e pratiche discriminatorie che da patrimonio di gruppi minoritari è divenuto prassi di una società e, purtroppo, anche di parte delle istituzioni ai fini della raccolta di consenso elettorale, come le politiche sull’immigrazione e sulla cittadinanza ben dimostrano.

Sono 20 le storie raccontate nel libro, gratuitamente scaricabile, selezionate per l’impatto che hanno avuto sulla vita delle persone coinvolte, per il modo in cui sono state trattate dai media o per il loro percorso giudiziario. Un esempio per tutti quello legato ai tragici avvenimenti del 3 febbraio 2018 a Macerata quando Luca Trani, un simpatizzante dell’estrema destra candidato alle elezioni comunali per la Lega, sparò dalla sua auto a 6 persone di origine africana, che fortunatamente furono solo ferite. La vendetta per l’uccisione della giovane Pamela Mastropietro da parte di un nigeriano due giorni prima non regge come movente: Wilson Kofi, Omar Fadera, Jennifer Odion, Gideon Azeke, Mahamadou Toure e Festus Omagbon sono stati bersagli evidentemente scelti a caso da Trani per il colore della loro pelle; si trattò di un caso di razzismo in piena regola, avvenuto 2 mesi prima delle elezioni politiche del 19 marzo 2018, in un clima elettorale già in buona parte incentrato sul tema della sicurezza correlata all’immigrazione. Come usuale, la benzina fu gettata sul fuoco dalle stesse istituzioni politiche, con Matteo Salvini che diffuse un tweet col quale unì alla condanna dell’attacco una sorta di giustificazione morale all’attentatore per il suo gesto: “L’immigrazione fuori controllo porta al caos, alla rabbia, allo scontro sociale. L’immigrazione fuori controllo porta spaccio di droga, furti, rapine e violenza”. L’evento mediale è innestato dall’immediata replica di Roberto Saviano che accusò Salvini di essere il mandante morale dell’attento, da considerare un atto di terrorismo fascista. 

Questo caso, oggetto di un capitolo del libro, mette ben in luce il processo di silenziamento delle vittime; raramente hanno un nome sui media, e contrariamente alla regola mediatica dello storytelling, mancano anche le foto e un accenno alla loro vita. I giovani africani sono solamente utilizzati per porre al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica la questione migratoria, sia essa intesa come un problema o come una risorsa. Si divide fra un Noi e un Loro. Un Noi, di cui fa parte anche il carnefice, di cui si racconta la vita e si intervistano i familiari nel calore della sua casetta, e un Loro, vittime, nere, a cui non si dà né parola né spazio pubblico. L’analisi è ricca nel volume, ed emblematica di un razzismo dilagante tra politica, opinione pubblica e mass media.

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Fonte: Unimondo

Autore: 
Miriam Rossi


Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org


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