martedì 1 gennaio 2019

La vita di Tina Modotti


Articolo da Enciclopedia delle donne

Creatura nomade per antonomasia, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, figlia di una cucitrice e di un carpentiere, nasce in Italia sul finire del XIX secolo ed esprime nel suo breve e luminoso percorso biografico – costellato di viaggi, passioni pubbliche e private, separazioni laceranti – gran parte delle inquietudini culturali e politiche che marcano l’apertura del Novecento.

Già la prima infanzia viene segnata da un breve percorso migratorio, quando per il lavoro del padre a soli due anni viene portata temporaneamente nella vicina Austria, a Klagenfurt. Ben più consistente sarà poi il viaggio negli Stati Uniti, dove nel 1913 si ricongiunge ancora adolescente alla famiglia nel frattempo emigrata; si trasferisce in seguito da San Francisco a Los Angeles e, nel 1923, dalla California al Messico. Espulsa sei anni dopo con il pretesto ufficiale di aver partecipato a un attentato al presidente, Ortiz Rubio, viaggia su una nave diretta a Rotterdam ottenendo asilo politico a Berlino; vola a Mosca, dove la sua attività per il Comintern la porta a Parigi; poi tra il 1935 e il 1939, con Soccorso Rosso Internazionale, partecipa alle convulse vicende della guerra civile in Spagna. Dopo un breve rientro alla volta della Francia torna in Messico, sua patria d’adozione, e lì vi muore nel 1942, a soli quarantacinque anni.

Considerando i due soggiorni, «la permanenza quasi decennale in Messico […] fu, nella sua esistenza adulta, il periodo più lungo trascorso in un solo paese»[1]. In questa terra, che attraverso giganti della pittura muraria come Diego Rivera e David Siqueiros rielabora nuove tendenze artistiche anche grazie al processo di rottura innescato dalla Revolución armada, Tina matura il suo impegno verso la fotografia, l’attività per la quale verrà in primo luogo ricordata, in una fusione costante tra tensione estetica e impegno politico. Vicina sin da bambina a questa forma di espressione artistica (lo zio Pietro Modotti aveva uno studio), in età adulta perfeziona le basi tecniche con Edward Weston, maestro e per alcuni anni compagno di vita, e radicalizza poi il suo stile di pari passo con la crescente militanza. Alle scelte già condivise con quest’ultimo, infatti, cioè l’abbandono della fotografia “pittorica”, dagli effetti sfumati e dai contorni imprecisi per prediligere invece i tratti ben marcati degli oggetti e dei luoghi della vita reale, aggiunge un decisivo allargamento della gamma dei possibili soggetti. Immortala non solo gli emblemi della Rivoluzione, ancora così profondamente incisi nella memoria collettiva messicana, come cartucciere, falci, chitarre, murales, sombreros; ma anche mani che lavorano, donne con bambini (celebri quelle di Tehuantepec), tessuti, fiori.

Arte e politica costituiscono per molti anni un binomio inscindibile. Figlia di un operaio con simpatie verso il socialismo, lavoratrice in filanda nella prima giovinezza in Italia e poi in una fabbrica di moda nel primo periodo californiano, si sensibilizza ancor più al conflitto sociale proprio in questi anni. Ricordata essenzialmente per la breve carriera da attrice nell’industria cinematografica di Hollywood – si ricordi ad esempio il film The Tiger’s Coat (1920), o I Can Explain (1922) -, a detta della biografia storica di Letizia Argenteri – una delle più recenti e documentate – la fase californiana non è stata infatti sufficientemente compresa nella sua valenza cruciale, cioè quella di formazione politica, nella quale Tina prende contatto con le organizzazioni operaie in seno alla comunità italiana e con l’attività dei patronati [2].

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Fonte: Enciclopedia delle donne

Autore: 
Benedetta Calandra

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Articolo tratto interamente da 
Enciclopedia delle donne 


6 commenti:

  1. Una donna importante per il '900, che ci sia d'esempio.
    Buon 2019!

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  2. diffondere le biografie delle donne che si sono distinte nella cultura, nell'arte e nella società è un atto di impegno civile, soprattutto in questo periodo in cui le donne sono svilite da una cultura di massa sempre più misogina (basti pensare ai cantanti rap e trap). Grazie Vincenzo. Buon 2019

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  3. Grazie per averci ricordato un personaggio cosi dalla vita cosi avventurosa ma anche ricca con grande impegno sociale.
    Auguri di Buon Anno 2019

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