domenica 9 ottobre 2011
9 ottobre 1963 - Una frana precipita nel bacino della diga del Vajont, che distrugge il paese di Longarone; più di 1.900 le vittime
Con il termine di disastro del Vajont si è soliti indicare il disastro industriale, occorso il 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, dovuto alla caduta di una colossale frana dal soprastante pendio montuoso nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino, alla conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso con effetto di dilavamento delle sponde del lago, al superamento dell'omonima diga da parte del fronte d'acqua generato fino all'inondazione e distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui la tristemente celebre Longarone. L'evento fu dovuto ad una frana caduta dal versante settentrionale del monte Toc, situato sul confine tra le province di Belluno (Veneto) e Udine (all'epoca dei fatti, ora Pordenone, Friuli-Venezia Giulia), staccatasi a seguito di un inopportuno innalzamento del lago artificiale oltre quota 700 metri (slm), che combinato a una situazione di abbondanti e sfavorevoli condizioni meteo (forti precipitazioni), e sommato a forti negligenze nella gestione dei possibili pericoli dovuti al particolare assetto idrogeologico del versante del monte Toc, innescò il disastro. Alle ore 22.39 di quel giorno, circa 270 milioni di m³ di roccia (un volume quasi triplo rispetto all'acqua contenuta nell'invaso) scivolarono, alla velocità di 30 m/s, nel bacino artificiale sottostante (che conteneva circa 115 milioni di m³ d'acqua al momento del disastro) creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda di piena tricuspide che superò di 100 m in altezza il coronamento della diga e che, in parte risalì il versante opposto distruggendo tutti gli abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, in parte (circa 25-30 milioni di m³) scavalcò il manufatto (che rimase sostanzialmente intatto seppur privato della parte sommitale) riversandosi nella valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone e i suoi limitrofi. Vi furono 1917 vittime di cui 1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni. Lungo le sponde del lago del Vajont, vennero distrutti i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Faè e la parte bassa dell'abitato di Erto. Nella valle del Piave, vennero rasi al suolo i paesi di Longarone, Pirago, Maè, Villanova, Rivalta. Profondamente danneggiati gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna. Danni anche nei comuni di Soverzene, Ponte nelle Alpi e nella città di Belluno dove venne distrutta la borgata di Caorera, e allagata quella di Borgo Piave. Nel febbraio 2008, nel corso della presentazione dell'Anno internazionale del pianeta Terra (International Year of Planet Earth) dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per il 2008, il disastro del Vajont fu citato - assieme ad altri quattro - come un caso esemplare di "disastro evitabile" causato dalla scarsa comprensione delle scienze della terra e - nel caso specifico - dal «fallimento di ingegneri e geologi nel comprendere la natura del problema che stavano cercando di affrontare».
Continua la lettura su Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
9 commenti:
I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
bravo cavaliere hai fatto bene a ricordare; siamo combianti così in questo paese perchè siamo un popolo senza memoria.
RispondiEliminaQuoto sicuramente Cirano, e aggiungo che la storia troppo spesso la consideriamo some come un fatto passato e non come un insegnamento futuro.
RispondiEliminaCaro Cavaliere mi hai riportato indietro a quel tragico ) ottobre 1963 avevo un amico che viveva qui in Svizzera e che perse duo famigliare in quell'immane tragedia, mi ricordo che lo accompagnai a Longarine il giorno dopo, che ha visto con i propri occhi non lo dimentiche mai...
RispondiEliminaBuona domenica caro amico.
Tomaso
appresi questa notizia anni dopo.....non ero ancora nata nel 1963.
RispondiEliminaFù una tragedia annunciata,colpevolizzata dall'incapacità di chi doveva fare semplicemente il proprio dovere...
Buona domenica
Hai fatto proprio bene a ricordare questa tragedia. Se ti interessa anch'io ho scritto qualcosa a riguardo oggi ;)
RispondiEliminaE.
grazie per questa memoria... Longarone è stata sepolta due volte...
RispondiEliminaImpossibile dimenticare quella orribile tragedia che aveva sconvolto tutti quanti, ma anche l'indignazione per l'incompetenza e la negligenza degli addetti ai lavori.
RispondiEliminaA tal proposito, su Youtube si trova il monologo di Paolini, assolutamente da vedere.
RispondiElimina@Paòlo: assolutamente da vedere e indimenticabile :)
RispondiEliminaE.