La Guazza
Laggiù, nella notte, tra scosse
d'un lento sonaglio, uno scalpito
è fermo. Non anco son rosse
le cime dell'Alpi.
Nel cielo d'un languido azzurro,
le stelle si sbiancano appena:
si sente un confuso sussurro
nell'aria serena.
Chi passa per tacite strade?
Chi parla da tacite soglie?
Nessuno. È la guazza che cade
sopr'aride foglie.
Si parte, ch'è ora, né giorno,
sbarrando le vane pupille;
si parte tra un murmure intorno
di piccole stille.
In mezzo alle tenebre sole,
qualcuna riluce un minuto;
riflette il tuo Sole, o mio Sole;
poi cade: ha veduto.
Giovanni Pascoli
Grande Pascoli,
RispondiEliminaapparentemente semplice ma così esperto conoscitore ed osservatore della natura e dell'uomo (mi viene in mente una delle mie preferite: "La tessitrice")!
I grandi poeti bisogna leggerli e rileggerli perché ogni parola è ricca di senso profondo!
Grazie molte per la condivisione.
Nina
Grande cultura per descrivere con sincerità la natura!
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