La terra trema - Episodio del mare è un film italiano del 1948 diretto da Luchino Visconti.
Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler del film!
Trama
Aci Trezza, porticciolo situato tra Catania e Acireale. La poverissima famiglia Valastro vive di precaria pesca, attività controllata da grossisti senza scrupoli.
Il figlio maggiore dei Valastro, 'Ntoni, protesta contro i loro abusi, ma la sua è una rivolta che rimane solitaria. In seguito a una rissa iniziata con Lorenzo, grossista profittatore e spaccone, 'Ntoni è rinchiuso in prigione e quando, pagato il rilascio, ne esce, decide di mettersi in proprio con la sua famiglia.
All'inizio gli affari vanno bene, ma, come se la sorte fosse continuamente contro di loro, una violenta tempesta distrugge la loro barca, e di conseguenza i debiti aumentano, le riserve di acciughe sotto sale devono essere vendute a basso costo e la famiglia pian piano si disgrega pur di trovare lavoro per tirare avanti.
La sorella Lucia diviene l'amante del maresciallo del corpo di finanza di Aci Trezza, il fratello Cola diventa un contrabbandiere e la sorella Mara non può sposare il muratore che ama ed entra nel giro della droga.
Infine 'Ntoni, rimasto solo, con grande amarezza non ha altro da fare che chiedere l'imbarco proprio agli sfruttatori che aveva inutilmente cercato di sfidare, comprendendo così quanto sia difficile per la gente umile riuscire a non farsi sopraffare dai potenti.[3]
Curiosità sul film
Per la lavorazione del film, iniziata nel novembre del 1947, Visconti ricorse solamente ad attori sconosciuti e non professionisti.[7] Essi erano infatti realmente abitanti di Aci Trezza, che davanti alla macchina da presa parlarono in lingua siciliana, non conoscendo altro linguaggio, e vissero la loro dura esistenza quotidiana.
La terra trema avrebbe dovuto essere il primo film di un "trittico della miseria" che, secondo l'intenzione di Visconti, avrebbe dovuto descrivere, nell'ordine, la lotta dei pescatori, dei minatori nelle zolfare e dei contadini che lottano per liberarsi dall'antica schiavitù.
La mia opinione
Questo film è un ritratto non solo delle difficoltà di una comunità, ma anche un atto di denuncia sociale, un invito a riflettere sulle disuguaglianze e sulle lotte di classe. Il tipo di opera che colpisce, tanto per il suo valore artistico quanto per il potente messaggio che trasmette.
Ciao, penso che queste disuguaglianze le viviamo ancora oggi.
RispondiEliminaBuona serata
Rakel
Purtroppo non cambia mai nulla.
EliminaUno dei grandi capolavori della cinematografia italiana. Purtroppo son sempre più rari i cineasti che si prendono a cuore i diritti degli ultimi. La nostra è una società che dovrebbe alzare la testa e protestare maggiormente. Sembra che tutti si siano arresi.
RispondiEliminaUna volta le manifestazioni erano imponenti, adesso tutti hanno smesso di lottare.
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