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martedì 11 marzo 2025

11 marzo 2011 – Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011: un terremoto di magnitudo 9.1 della scala Richter della durata di circa sei minuti e con epicentro nell'Oceano Pacifico di fronte alla Prefettura di Miyagi, in Giappone, sviluppa uno tsunami con onde fino a 40 metri d'altezza che devastano centinaia di chilometri di costa

Damage from the tsunami inundation of Kamaishi city with a maximum runup height of 11.7 m -1-6-2011- and of Ofunato city with a maximum runup height of 10.9 m -1-6-2011-


Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Il terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011 (東北地方太平洋沖地震?, Tōhoku-chihō Taiheiyō Oki Jishin, lett. "terremoto in alto mare della regione di Tōhoku e dell'oceano Pacifico") si verificò alle 14:46 JST (05:46 UTC) dell'11 marzo 2011.[1] Il megasisma sottomarino di magnitudo 9.1 mww[2][3][4] avvenuto a 29 km di profondità con epicentro nell'Oceano Pacifico, a 72 km a est della penisola di Oshika della regione di Tōhoku, è durato circa sei minuti[5], generando un maremoto.[6]

Il sisma, denominato anche Grande terremoto del Giappone orientale (東日本大震災?, Higashi nihon daishinsai)[7], è stato il più potente mai registrato in Giappone e il quarto più potente al mondo dall'inizio delle registrazioni moderne nel 1900.[2]

Il terremoto ed il successivo tsunami sono stati la causa dell'incidente nucleare di Fukushima Dai-ichi. L'onda di maremoto mise infatti fuori uso i generatori di emergenza, che alimentavano i sistemi di raffreddamento di tre dei reattori della centrale. 

l terremoto si è generato nella prefettura di Miyagi. La zona presso l'epicentro ha tremato per circa 6 minuti, raggiungendo una magnitudo momento di 9,0.[5] Sulla terraferma, circa 100 km dall'epicentro, si è rilevato un valore di scuotimento sismico massimo (Intensità Mercalli Modificata), corrispondente al nono grado.[8] L'accelerazione del suolo ha raggiunto picchi di 2,99 g. Ulteriori scosse si sono succedute dopo quella iniziale delle 14:46: una di magnitudo 7,0 alle 15:06, una di magnitudo 7,4 alle 15:15 ed una di magnitudo 7,2 alle 15:26, e sono state oltre quaranta le scosse di magnitudo superiore a 5,0 che hanno avuto luogo nelle ore seguenti la scossa iniziale. Molte parti della città di Tokyo sono rimaste temporaneamente senza fornitura di energia elettrica.

All'alba del 13 marzo (ore 5:00 locali) si sono verificate altre scosse di 6,8 e 6,0 nel nord est del Paese.[9] Il 14 marzo si verifica un'altra grande scossa di magnitudo 6,2 avvertita anche a Tokyo.[10] Il 15 marzo un'altra scossa dello stesso magnitudo si è riscontrata a 120 chilometri a sud-ovest di Tokyo, nei pressi del Fuji con epicentro a Shizuoka.[11] Il 16 marzo una scossa di 6,0 scuote la prefettura di Chiba, alla periferia est di Tokyo.[12] Il 17 marzo la televisione di Stato NHK annuncia che una nuova scossa di magnitudo 5,8 si è registrata poco fuori da Tokyo, con epicentro al largo delle coste della prefettura di Ibaraki, a nord della capitale.[13]

Con l'attuale numero di 15 704 morti[1] (la gran parte delle vittime e dei danni è stata causata dallo tsunami) è stato superato il numero di morti del terremoto di Kobe del 1995 nel quale morirono 6 434 persone;[14] per aiutare i parenti delle vittime a superare il lutto, venne costruito il Telefono del vento.

Intensità

La forte scossa è stata registrata con un'intensità shindo 7 sulla scala sismica dell'agenzia Meteorologica Giapponese a Kurihara, nella prefettura di Miyagi. Le stazioni sismiche delle prefetture di Fukushima, Ibaraki e Tochigi, hanno registrato un'intensità shindo 6+ superiore, mentre nelle prefetture di Iwate, Gunma, Saitama e Chiba un'intensità shindo 6- inferiore. A Tokyo è stata, invece, misurata un'intensità shindo 5+ superiore

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Photo credit Anawat Suppasri, Nobuo Shuto, Fumihiko Imamura, Shunichi Koshimura, Erick Mas, Ahmet Cevdet Yalciner, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons


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