lunedì 17 aprile 2023

L'algoritmo che ha fatto saltare in aria il sistema scolastico italiano



Articolo da AlgorithmWatch

Questo articolo è stato tradotto automaticamente. La traduzione rende il senso dell’articolo, tuttavia consigliamo di leggere il testo originale su AlgorithmWatch

Un algoritmo avrebbe dovuto risparmiare tempo assegnando automaticamente alle scuole gli insegnanti con contratti a breve termine. I fallimenti nel codice e nella progettazione hanno gravemente sconvolto la vita degli insegnanti.

L'Italia ha un problema con gli insegnanti. Il numero di insegnanti con contratti a breve termine nell'istruzione prescolare e superiore è raddoppiato in sei anni. Su un totale di 907.929 insegnanti nell'anno scolastico 2020/2021, uno su cinque aveva un contratto a tempo determinato, rispetto a uno su nove nel 2015. Inoltre, le assunzioni non tengono il passo con il fabbisogno di insegnanti delle scuole, lasciando così centinaia di posti vacanti in aula che sta condizionando il percorso formativo degli studenti di tutta Italia.

Dal 2012 diversi governi hanno cercato di sistemare il sistema scolastico e un'amministrazione ha introdotto un algoritmo. Nell'estate 2020, durante il governo Conte Bis, l'ex ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina ha introdotto l'algoritmo GPS per le scuole, una procedura digitalizzata e automatica che semplificherebbe e migliorerebbe il reclutamento dei docenti. L'algoritmo si basa su due classifiche. Il primo è il Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) appositamente pensato per i supplenti. Il secondo sono le Graduatorie Provinciali a Esaurimento(GAE) riservato agli insegnanti in possesso di abilitazione all'insegnamento. L'algoritmo valuta i CV degli insegnanti e incrocia le loro preferenze per posizione e classe con i posti vacanti delle scuole. Se c'è una corrispondenza, scatta un'assegnazione provvisoria, ma l'algoritmo continua a valutare altri candidati. Se trova un altro candidato corrispondente con un punteggio più alto, quel secondo candidato passa al comando. Il processo continua finché l'algoritmo non ha valutato tutte le potenziali corrispondenze e selezionato il miglior candidato possibile per il ruolo. 

Tale procedura sostituisce il vecchio sistema di reclutamento dei docenti, che avveniva in presenza, convocando tutti i candidati presso le sedi scolastiche. L'obiettivo è quello di velocizzare l'assegnazione degli incarichi di docenza, evitando inutili trasferte per i docenti – le sedi scolastiche sono spesso lontane per i docenti in trasferta – e riducendo il lavoro degli uffici scolastici. Ma secondo insegnanti e sindacati scolastici, l'algoritmo non funziona correttamente.

Migliaia di docenti in tutta Italia, infatti, sono stati sottoposti a scelte discriminatorie da parte dell'algoritmo. Alcuni docenti sono stati superati in graduatoria da colleghi con punteggi inferiori o sono stati assegnati a ruoli di supporto per chi si candida a ricoprire una specifica materia. Sono stati tanti i ricorsi da parte dei docenti penalizzati dall'algoritmo, alcuni dei quali sono finiti in tribunale. Questi errori hanno creato molta confusione, lasciando molti insegnanti disoccupati e quindi senza stipendio. Perché si sono verificati tali errori?

Quando l'algoritmo trova un candidato ideale per una posizione, non reimposta l'elenco dei candidati rimanenti prima di iniziare la ricerca per coprire il prossimo posto vacante. Pertanto, i candidati che hanno perso il primo ruolo che corrispondeva alle loro preferenze vengono definitivamente scartati dal bacino dei docenti disponibili, senza possibilità di assunzione. L'algoritmo classifica gli insegnanti scartati come "abbandoni", ignorando la possibilità di abbinarli a nuovi posti vacanti.

I sindacati della scuola si sono subito messi al lavoro. Gilda degli Insegnant i, il primo sindacato italiano degli insegnanti, ha chiesto l'accesso agli archivi del MIUR per esaminare il software, ma la parte strumentale necessaria per l'analisi tecnica dell'intero software e dell'algoritmo — che è parte integrante parte di esso — non è stato consegnato. Gilda degli Insegnanti ha presentato ricorso al TAR del Lazio per difendere i diritti degli insegnanti interessati.

Secondo Giuseppe Micciché, segretario generale della sezione di Enna (Sicilia) del sindacato scuola FLC CGIL, l'algoritmo è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno molto più ampio, in quanto “'è l'intero processo di assunzione dei docenti che necessita da rivedere completamente. Spesso gli insegnanti inseriscono nel sistema dati sbagliati a causa di un'interfaccia poco trasparente, complessa e di difficile accesso. I punteggi possono quindi essere già falsati a monte, senza tener conto degli errori umani da parte degli uffici scolastici”. Gli aspiranti insegnanti si trovano spesso soli nell'affrontare procedure complesse e l'errore è spesso inevitabile ea volte irreparabile. "Inoltre, l'algoritmo non è stato progettato con le stesse regole in tutta Italia perché i parametri sono stati impostati a livello regionale".

Da quest'anno, il nuovo Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha introdotto un aumento del numero di crediti del Sistema Europeo di Accumulo e Trasferimento dei Crediti (ECTS) necessari per l'insegnamento: da 24 a 60. Il percorso per diventare insegnante diventerà anche più complesse e costose, aumentando il numero di lavoratori con contratto a termine. Il signor Micciché definisce questa come "una guerra intrapresa dallo Stato" contro tali insegnanti.

La stessa Commissione Europea ha denunciato l'abuso del lavoro a tempo determinato da parte del governo italiano a causa della mancata adozione della Direttiva UE 1999/70/CE, che prevede l'assunzione a tempo indeterminato per tutti quei dipendenti della scuola che abbiano maturato almeno 36 mesi di servizio, anche se non continuo.

I sindacati scolastici sono favorevoli alla parziale restituzione dell'assegnazione in presenza dei candidati ai ruoli di insegnamento. “L'algoritmo può essere sicuramente uno strumento molto utile, ma non in queste condizioni. Gli incarichi di persona, sebbene complessi, si dimostrano molto più efficienti di un algoritmo mal progettato che non tiene conto di molti fattori", afferma Micciché.

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Fonte: AlgorithmWatch

Autore: Pierluigi Bizzini 

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.


Articolo tratto interamente da 
AlgorithmWatch



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