martedì 23 marzo 2021

In Vietnam, il vaccino prima ai più poveri e alle categorie a rischio



Articolo da World Politics Blog

Il Vietnam ha dato il via alla propria campagna di vaccinazioni, dando la priorità alle categorie più vulnerabili e alle aree più colpite dalla pandemia.

Lunedì 8 marzo ha avuto inizio la campagna di vaccinazione di massa contro il Covid-19 in Vietnam. La campagna è partita per ordine del primo ministro Nguyễn Xuân Phúc, che ha anche dichiarato un obiettivo assai chiaro: quello di dare la priorità alle famiglie più povere, oltre alle categorie particolarmente a rischio, come gli operatori sanitari, le persone di 65 anni e oltre e coloro che soffrono di malattie croniche che li rendono più vulnerabili alla virus. In seguito verranno vaccinate le altre categorie prioritarie, come militari e forze di polizia, gli insegnanti, il personale diplomatico, i funzionari doganali e dell’immigrazione e coloro che lavorano in servizi essenziali come i trasporti. 

A causa del numero limitato di vaccini, il ministero ha deciso di iniziare le vaccinazioni nelle 13 province che hanno registrato il maggior numero di casi positivi sulle 63 che compongono il paese, con priorità data alla provincia di Hải Dương, considerata come l’epicentro della terza ondata, che ha colpito il Paese a fine gennaio. 

Il governo vietnamita ha stretto accordi con Stati Uniti, Russia – che di recente ha donato al paese 1.000 dosi dello Sputnik V – e Cina per ottenere una fornitura sufficiente per coprire il 70% della sua popolazione, mentre nel frattempo continua lo sviluppo dei vaccini di produzione locale. A tal proposito, il Vietnam ha recentemente dato inizio alla sperimentazione umana per il Covivac, il vaccino sviluppato dall Institute of Vaccines and Medical Biologicals, il secondo vaccino vietnamita a entrare in questa fase della sperimentazione dopo il Nanocovax, prodotto dalla Nanogen Pharmaceutical Biotechnology, che aveva ricevuto l’approvazione a fine gennaio.

Il governo sta anche pensando a un piano per rilanciare il turismo, che permetterebbe agli stranieri vaccinati di ottenere il visto turistico. Gli stranieri che dispongono di “passaporto vaccinale” dovranno comunque essere sottoposti a quarantena di 14 giorni, in assenza di informazioni sul potenziale rischio di infezione a seguito dell’inoculazione delle due dosi, secondo quanto affermato dagli esperti vietnamiti.

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Articolo tratto interamente da World Politics Blog


10 commenti:

  1. Quando leggo Vietnam ritorno alla mia gioventù, quante manifestazioni organizzate e partecipate contro la guerra. Un grande popolo da sempre.
    Buona serata.

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  2. Inutile negarlo, i paesi che hanno avuto un po' di socialismo nella loro Storia, hanno dimostrato di avere una sanità più forte e al servizio della gente. Dove invece ha da troppo tempo governato il capitalismo, disorganizzazione, morti, cure solo ai super-ricchi. Una riflessione bisogna pur farla.

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  3. In Italia leggevo proprio oggi di tanti furbetti del vaccino..che tristezza. A parte le regioni che hanno deciso di vaccinare gli avvocati (!), ma ho letto anche di commercialisti, minorenni, gente così, vaccinata perché amica dell'amico.

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